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MotoGP, Lorenzo: le Ducati erano di un altro pianeta

"Ero in crisi? Lo dicono sempre, ma sapevo di potere tornare più forte di prima"

Lorenzo: le Ducati erano di un altro pianeta

Vedendo l’ordine d’arrivo del GP di Austria con Iannone, Dovizioso e Lorenzo la battuta è servita: ci sono tre ducatisti sul podio. Probabilmente al maiorchino non è dispiaciuto troppo vedere la sua futura moto competitiva, ma la ragion di stato non gli permette di sbilanciarsi. “Quest’anno spero che non vinca più, solo secondi e terzi posti dietro a me per darmi una mano a ricucire lo svantaggio da Marquez. Poi, il prossimo, che sia competitiva su tutte le piste”.

Sei soddisfatto di questa tua gara?
Solitamente un 3° posto per me non è un grande risultato, ma oggi vale come una vittoria. Era il massimo che potevo ottenere su questa pista, almeno che non accadessero cose particolari, le Ducati erano di un altro pianeta”.

Non si poteva fare di più?
Nelle prime fasi della gara sarei potuto essere più veloce, ma non riuscivo a superare Iannone né in frenata né in accelerazione. Ho pensato solo a stare calmo e non commettere errori, poi mi ha passato anche Dovizioso ed è scappato”.

In quel momento cosa hai pensato?
La Yamaha ha consumato maggiormente le gomme rispetto alla Ducati e ho capito che più di 3° non si poteva fare. Ho fatto il massimo per non farmi riprendere da Valentino”.

E’ un risultato che scaccia i fantasmi degli ultimi GP?
Ogni volta che non faccio un risultato scrivono che sono in crisi. So come vanno le cose in MotoGP, a volte per delle circostanze non riesci a ottenere quello che vuoi. Ci sono già passato, bisogna solo stare calmi e aspettare il proprio momento, come oggi”.

Non hai mai avuto nessun dubbio?
Ho sempre creduto in me stesso, in passato ho avuto momenti difficili ma sono sempre tornato più forte di prima. A volte è facile abbattersi ma sapevo di potercela fare”.

Ci sono stati anche dei motivi tecnici?
Le Michelin hanno un ristretto campo di utilizzo e dovrei cambiare il mio stile di guida, ma sarebbe come chiedere a Messi di giocare in difesa. Uno ci prova, ma non è il suo ruolo”.

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