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Grillini: "la SBK deve imitare la MotoGP"

"Per migliorare serve continuità per i team iscritti, con l'arrivo di nuovi top rider"

Grillini: "la SBK deve imitare la MotoGP"

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L’attività agonistica di Andrea Grillini, team manager della squadra che corre in SBK con le Kawasaki ZX10R affidate a Gianluca Vizziello e Dominique Schmitter, è nata circa 20 anni fa quando l’allor più giovane Andrea correva per passione con le 125 nei vari trofei e campionati italiani, prima di intraprendere il mestiere di imprenditore e coordinatore delle varie squadre che ha gestito.

Con il mondiale SBK fermo per le lunghe ferie, Grillini fa ora un punto della situazione del suo team e dell’ambiente in cui da anni lavora, dopo le tante esperienze vissute in diversi campionati: “da ragazzo ho corso pure io, ma i risultati non erano granchè, così ho deciso di mettere in piedi strutture mie, con le quali ho cambiato molte categorie, dalla 125GP alla Moto2, dalla 600 Supersport sino alla Superbike; ho anche progettato e costruito una MotoGP; diciamo che non mi manca quasi niente… in SBK ci sono da diversi anni e quindi qui sto trovando la mia realtà che mi piace molto”.

Cosa ti piace della SBK di oggi?

Innanzitutto, questo è un campionato del mondo e, se consideriamo la Formula1 e la MotoGP, questo è il terzo campionato come ordine di importanza assoluta. Dopo di noi ci sono la Nascar, la Indycar, la Gran Turismo, i rally ed il motocross. Non stiamo vivendo il periodo migliore in assoluto in tutta la storia di questo mondiale, ma le cose cambieranno in meglio, anche grazie all’arrivo di nuovi piloti”.

Il cambiamento di format con le due gare divise ti piace e pensi che sia una buona soluzione?

“Per quanto riguarda il lavoro del team, non è cambiato quasi nulla, diciamo che, adesso, c’è più tempo per riposare tra una gara e l’altra; per il pubblico, io ho notato che la giornata preferita è il sabato, dove la gente può incontrare i piloti, il paddock è sempre pieno e si respira una bella atmosfera. Insomma, io sono favorevole a questa formula e i risultati si vedranno in futuro”.

Il gap tra i tuoi piloti e quelli del team ufficiale non è enorme ma sembra difficile da colmare; cosa manca a voi?

Te lo dico subito: innanzitutto il team ufficiale KRT è composto da 18 tecnici e nella mia squadra, invece, siamo in 6, compreso il sottoscritto nel box in aiuto ai meccanici; loro fanno molti test e noi non ne facciamo. Tecnicamente, a livello di elettronica siamo uguali, il motore nostro ha circa 10 cavalli in meno di quello ufficiale, i telai sono simili… mancherebbero altre cose importanti, però”.

Quali?

Loro hanno in Giappone i tester che effettuano collaudi periodicamente e noi no. Inoltre, loro hanno due top rider come Rea e Sykes”.

Sei alla ricerca di un pilota di grido, quindi?

Certo, sto lavorando per avere un pilota di primo piano, ma non è facile, forse per diffidenza nei nostri confronti o perché forse siamo sottovalutati. Con un pilota da top 5, riuscirei a dimostrare il buon lavoro mio e della mia squadra, ne sono sicuro”.

I cosiddetti team “privati” che hanno fatto la storia della SBK stanno a galla ma a fatica; che soluzione proporresti per salvarli?

Un consiglio che voglio dare alla Dorna è di imitare, in certi aspetti, quanto si vede in MotoGP: salvaguardare i team che sono già dentro e non accettarne di nuovi. Ma non perché io non sia favorevole ad avere nuove squadre, dico questo solo perché con accordi di media e lunga durata, i nostri sforzi sarebbero maggiormente valorizzati e la continuità attirerebbe gli sponsor. Ovviamente, al contrario, i team inclusi tra i partecipanti si impegnerebbero a rimanere senza cercare lidi nuovi. Anche la qualità del lavoro migliorerebbe”.

Miglioreresti altro della SBK?

Il paddock nostro è bellissimo, le hospitality pure e ci sono molti intrattenimenti interessanti; a livello di immagine e di contatto con il pubblico, la SBK resta la numero uno. Ecco, magari eviterei la presenza di qualche manager con le infradito (ride), insomma, qualche cura dei dettagli in più, che poi, fanno la differenza”.

Dorna vi incentiva come fa con le squadre MotoGP dandovi denaro o bonus gara?

La Dorna qualcosa fa, ma siamo lontani anni luce da come opera in MotoGP. Qualche aiuto ce lo dà, ma poca roba. Gli investimenti sono diversi, basti vedere la conferenza stampa del Motomondiale al giovedì paragonata a quella della Superbike. In MotoGP i soldi arrivano anche dalle tv e questo crea un indotto di denaro più grande. Sarebbe ideale una soluzione simile anche per le derivate di serie, anche se mi rendo conto che non è una cosa di facile realizzazione”.

Proporresti un regolamento tecnico meno esasperato per la SBK?

Secondo me qui il regolamento è già abbastanza “calmo”, ma penso, tutto sommato, che il livello di preparazione delle moto vada bene così come è. Almeno, per ora”.

Quale è il tuo obbiettivo per la prossima stagione?

Voglio continuare ad avere le Kawasaki, stiamo lavorando per questo e siamo vicini a confermare il nostro accordo. Degli attuali nostri due piloti (Vizziello e Schmitter) uno dei due rimarrà, ma non ho deciso quale. Il nostro obbiettivo come squadra è quello di schierare un top rider: alcuni piloti sono in scadenza di contratto e sto cercando di convincerne almeno uno, qui nel mio team si sta benissimo”.

Il ricordo più bello che hai vissuto fino ad oggi in SBK quale è?

La più grossa soddisfazione per me e per la mia squadra è stata quando abbiamo fatto correre Noriyuki Haga nella gara di Imola del 2013 in sella ad una delle nostre BMW: quello sì che era un top rider, per manetta, per serietà e professionalità. Ne sto cercando uno così per il prossimo anno”.
 

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