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MotoGP, Rossi batte Marquez ed è Re di Spagna

Stretta di mano al termine della gara tra i due rivali, Iannone centra Lorenzo, sul podio Pedrosa

Rossi batte Marquez ed è Re di Spagna

Abbiamo dovuto aspettare sette gare, ma finalmente ecco l’atteso duello tra Rossi e Marquez. Come se fosse un segno del destino, o meglio un passato che ritorna. Perché lo scenario è ancora una volta Catalunya, proprio come nel 2009, quando Valentino e Lorenzo diedero vita a un testa a testa che rimarrà nella storia. Questa volta il protagonista calca ancora la scena, indossando il numero 46. L’altro invece porta il 93.

Nel rebus delle gomme, Valentino Rossi si rivela ancora una volta una certezza, trionfando per la seconda volta in stagione dopo Jerez. Ha dovuto rincorrere nelle prime battute, ma poi hai rotto gli indugi, balzando al comando della corsa. Marquez non lo ha fatto fuggire, è sempre rimasto incollato, fino a cinque giri dal termine, quando inizia il confronto. È una guerra di nervi, di staccate al limite, fino all’ultima tornata, dove il 93 della Honda deve confrontarsi con il degrado delle gomme. Per Rossi è strada aperta verso il trionfo.

I due si ritroveranno poi al parco chiuso stringendosi la mano dopo le tensioni degli ultimi mesi. Rossi sale in piedi sulla M1, salutando il pubblico e festeggiando la 114^ vittoria:Sono stato davanti, ho cercato di mettere del margine per scappare però non era facile – ha detto –nel finale avevo  paura, perché Marquez era vicino, infatti temevo di essere superato nell’ultimo giro. Sono riuscito a prendere margine e vincere. Penso sia uno dei successi più belli della mia carriera, che dedico a Salom”.

Marquez deve consolarsi con il secondo posto: “Oggi è stata una gara difficile, l’alta temperatura ha influito – ha detto –nel finale ero al limite con le gomme, ho capito che sarebbe stato difficile, però ho pensato anche al campionato, vista la caduta di Jorge. Un grande battaglia con Rossi, ma ora sono in testa al Mondiale. Questo risultato è per Luis”.  

Sul podio anche Daniel Pedrosa: “Ho scelto le gomme medie perché non avevo il giusto feeling con la dura – ha detto –tra l’altro non capivo come mai Vinales fosse così aggressivo, arrivando addirittura al contatto. Purtroppo negli ultimi sei giri la gomma era finita. Sono comunque felice di vedere così tante persone ricordare Luis, il podio è per lui.”   

Giù dal podio Vinales, poi Pol Espargarò, Crutchlow, Dovizioso e Bautista. Nella top ten Petrucci e Miller, retrocesso in undicesima piazza Barbera.

Gara da dimenticare per Lorenzo e Iannone, col pilota di Vasto che stende il futuro alfiere Ducati a metà gara, tanto che il 99 non vuole saperne di accettare le scuse del rivale.

LA CRONACA – Sullo schieramento tutti i piloti optano per la gomma dura, mentre pneumatico medio per i due alfieri Tech3, così come Pedrosa e Rabat, ma soltanto al posteriore gli spagnoli.

Allo spegnimento dei semafori Lorenzo si dimostra ancora una volta un missile, balzando subito al comando della corsa, seguito da Marquez e Daniel Pedrosa. Iannone è quarto, ma al termine del primo giro deve lasciare strada a Rossi e Vinales, che lo relegano in sesta piazza.

Nelle prime posizioni Lorenzo fatica a fuggire, perché Marquez è incollato a poco più di tre decimi con Pedrosa alle spalle. Rossi riesce a colmare il gap dallo spagnolo,, Vinales invece è minaccioso negli scarichi del Dottore. Il 46 però ha fretta, tanto da infilare la Honda con il numero 26 e agganciare il terzo posto. Dietro invece è bagarre, con il testa a testa tutto iberico tra Pedrosa e Vinales. L’alfiere Suzuki non si risparmia, commettendo però alcuni errori in staccata.

In vetta c’è sempre Lorenzo a segnare il passo, seguito da Pedrosa e Rossi. I tre sono racchiusi in un solo secondo, col Dottore che realizza il giro veloce in 1’46”1 al quarto passaggio. Pedrosa invece rifila otto decimi tra la sua Honda e la Suzuki di Vinales.

Dopo cinque giri ecco l’attacco del Dottore a Marquez, che vale la seconda piazza dietro al proprio compagno. Il nove volte iridato è incontenibile, perché al giro dopo, in curva 1, si sbarazza anche del 99. Lorenzo sembra essere in difficoltà, tanto da essere infilato da Marquez. Dietro di loro Pedrosa precede Vinales, poi Iannone,  P.Espargarò e Dovizioso. Si ferma Smith.

 Rossi e Marquez fuggono, Lorenzo invece è in difficoltà. Pedrosa ne approfitta subito, balzando in terza posizione. Anche Vinales si fa vivo negli scarichi del connazionale, il 99 chiude però la porta.

Quando mancano sedici tornate al termine, Rossi e Marquez sono separati da soli tre decimi. Pedrosa invece rifila due secondi alla coppia Lorenzo-Vinales, con il pilota Suzuki che si sbarazza del rivale Yamaha. Jorge Lorenzo risulta quasi quattro decimi più lento rispetto a coloro che lo precedono. Nelle retrovie Crutchlow passa Dovizioso ed è ottavo, mentre Petrucci decimo.   

I riflettori rimangono puntati sulla testa della gara, dove il 46 e il 93 sono racchiusi in soli due decimi. Pedrosa accusa invece tre secondi, mentre Vinales ne incassa altrettanti dalla Honda numero 26. Lorenzo è costretto a guardarsi dal ritorno di Andrea Iannone e la Ducati, distanti solo un secondo e mezzo. Proprio il pilota della Ducati si getta all’inseguimento del 99, arrivando a mezzo secondo. A nove giri dalla fine ecco il colpo di scena, con l’abruzzese che centra il posteriore della Yamaha, cadendo entrambi a terra.

Il campione in carica è nero per l’accaduto, tanto da non volerne sapere delle scuse del rivale. L’incidente viene messo subito sotto indagine da parte della direzione gara, che lo valuterà al termine della corsa. In quinti posizione si inserisce Pol Espargarò, poi Crutchlow, Dovizioso e Petrucci.

Intanto Marc Marquez mette pressione Rossi. La sfida per la vittoria è una questione privata tra loro due quando restano sei giri da compiere. Il primo attacco giunge a cinque tornate dal termine, ma Il Dottore trova la forza per rispondere. Il 93 non molla la presa e sul rettilineo si rifà nuovamente sotto, ancora una volta il 46 chiude la porta.  

A tre giri dalla bandiera a scacchi Marquez trova il varco proprio alla prima curva per infilare Rossi e balzare al comando. È un testa a testa al cardiopalmo, perché nessuno dei due vuole mollare la presa. Valentino risponde subito al penultimo giro, proprio alla curva dopo il rettilineo. Le gomme iniziano a calare e Marquez perde in poche curve decimi preziosi. Si riveleranno determinanti per consegnare a Valentino il secondo successo dopo Jerez. Sul podio Pedrosa, poi Vinales, Espargarò e Crutchlow.     

       

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