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Moto2, Il motomondiale piange il 'Messicano'

Era il suo soprannome, legato ad un cavallo da corsa. La mamma nel box aveva immagini sacre

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Si faceva chiamare “Il Messicano”, Luis Salom. Un soprannome, sembra, legato a un cavallo da corsa accudito dal fratello. In realtà nessuno conosce esattamente i motivi di questa scelta ma Luis in una occasione aveva detto che lo avrebbe svelato il giorno in cui avesse vinto un mondiale.
    
Wildcard nel 2009, in Spagna, vinse nel 2012 il suo primo Gran Premio ad Indianapolis nella Moto3. Fino ad oggi aveva collezionato nove successi e sedici podi, di cui dieci da secondo e sei in terza posizione.

Tutte le sue vittorie le aveva ottenute nella minima cilindrata, a tal punto da arrivare all’ultima gara del 2013 e giocarsi il titolo. Dovrà accontentarsi della medaglia di bronzo, perché l’iridato sarà Vinales davanti a Rins. E' nel 2014 il salto di categoria in Moto2 nel team di Sito Pons. Lì sotto la guida dell'ex iridato della 250 Luis è riuscito a conquistare due podi, a Termas de Rio Hondo e al Mugello.

Quest'anno era approdato nel team Stop and Go di Edu Perales, iniziando la nuova avventura con un podio in occasione della gara inaugurale in Qatar.   
Nato il 7 agosto 1981 a Palma de Maiorca, Salom era cresciuto nella Rookies Cup, dove ha sfiorato la vittoria del Campionato nel 2008 arrivando secondo, per poi passare nel Motomondiale.

Gestito dal manager Marco Rodrigo, nei circuiti era accompagnato dalla madre Maria Horrach. Il padre, invece, preferiva rimanere con il resto della famiglia nella casa di Maiorca, anche se talvolta capitava di incontrarlo nel paddock di Montmelò.

Lascia un fratello e una sorella, ma soprattutto un rapporto unico che lo legava alla mamma, tanto da averne tatuato il volto sull'avambraccio. Una donna credente, che teneva sempre strette le immagini e le medaglie della Madonna, anche all’interno del box.

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