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SBK, Witteveen: la Superbike, con questi orari, è pericolosa

"Non c'è tempo per preparare le moto. Il regolamento? E' OK, noi siamo la vetrina delle moto di serie"

Witteveen: la Superbike, con questi orari, è pericolosa

Jan Witteveen da quest'anno è il responsabile tecnico del team BMW-Althea.
L'ingegnere olandese, per anni a capo del reparto corse Aprilia, è senza dubbio il più grande acquisto della Superbike.

La sua esperienza e competenza, infatti, è fuori discussione e ciò che ci sentiamo di dire è che la Dorna dovrebbe ascoltarlo un po' di più per migliorare il campionato che mai come quest'anno è bello in pista ma sicuramente pecca sia dal punto di vista dell'organizzazione che della diffusione.

"Secondo il mio parere i regolamenti attuali sono più bilanciati rispetto al passato - è l'opinione di Witteveen - il mondiale Superbike, infatti, è basato sul prodotto. Attualmente la Superstock è una moto standard che consente grazie all'eliminazione del superfluo un 5% in più di prestazioni; la SBK, al contrario, in confronto alla moto di base grazie all'elettronica ed altro è ad un +15%. Diciamo sui 230 cv. Con queste prestazioni si può far funzionare la moto con il telaio standard. Nel passato, quando i cavalli in più erano 50, andava tutto in crisi. Il risultato è che ora non c'è più bisogno di partire da prototipi, come fecero Aprilia e Ducati, per avere mezzi competitivi".

La Superbike ha avuto a lungo una sua identità anche per il tipo di gara, con due manche una dopo l'altra. Quest'anno però si è deciso di cambiare il formato facendo correre Gara1 il sabato.

"Sì è vero, la filosofia è cambiata per avere una maggiore visibilità, ma se ha funzionato o meno lo potremmo dire fra un anno. Il problema, attualmente, è che l'evento è su tre giorni, ma poiché si corre sia il sabato che la domenica in effetti c'è solo il venerdì per provare, con due turni di un'ora ciascuno, e troppo ravvicinati fra loro per poter scaricare i dati, ragionare, e fare delle modifiche. Ciò è particolarmente penalizzante per i piloti o le squadre giovani che non hanno dati o non conoscono i circuiti".

Questo è un problema reale che incide anche sulla sicurezza.

"Esatto, per i piloti al debutto nel campionato è anche pericoloso. Bisogna ridurre i tempi delle prove a due volte  45 minuti e poi spostare la gara dall'una alle due. Inoltre sabato ha solo 15 minuti di prove libere, Superpole 1 e 2…è tutto troppo compresso. Senza parlare del fatto che le libere si svolgono al mattino troppo presto quando la temperatura è ancora troppo fredda".

Quest'anno la sfida è fra Kawasaki e Ducati.

"La Ducati quest'anno è migliorata anche grazie ai nuovi scarichi e secondo me in Davies ha un pilota capace di far rendere la moto al limite. La Kawasaki, invece, con la nuova omologazione è leggermente peggiorata nel motore, mentre come ciclistica è ancora la moto più centrata. Sono queste due le migliori moto, poi ci siamo noi con la BMW che possiamo piazzarci fra il 4° e l'8° posto con due giovani veloci come Reiterberger e Torres e la Honda, che è migliorata e può contare su due piloti veloci come Hayden e VanPoi c'èVan der Goorberg. Infine c'è l'Aprilia, e sono molto contento che ci sia, che secondo me ha ancora il miglior motore. La Yamaha invece è una delusione, con i piloti che ha mi aspettavo di più ma le loro prestazioni sono altalenanti. Anche nel BSB e in Germania vanno peggio che l'anno scorso".

Un giudizio sui piloti, in assoluto?

"Il migliore è Rea, poi c'è Sykes e Davies. Metto anche VDM fra quelli da tenere d'occhio".

Non pensi che la Superbike così com'è adesso abbia fatto il suo tempo? Le Supersportive si vendono sempre meno: non sarebbe il caso di tornare agli inizi quando le SBK erano delle stradali con il manubrio alto?

"Si potrebbe anche fare, ma dipende dall'industria, da ciò che vogliono fare le case perché il campionato è una vetrina per i clienti per convincerli ad acquistare ciò che vedono correre. Il paragone con la MotoGP è sbagliato, perché questo è un mondiale piloti corso con dei prototipi. Noi dobbiamo concentrarci sul prodotto di serie".

Non ti piacerebbe nemmeno una gara unica di 150 Km?

"No perché abbiamo già l'endurance per questo. Le corse di moto devono essere gare sprint. E poi abbiamo serbatoi da 15, 16 litri, dovremmo averli più grandi. La tecnologia per fare pit stop, cambio gomme, rifornimenti, ovviamente c'è, ma lasciamo tutto ciò alle competizioni di durata".

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