Tu sei qui

MotoGP, GP Jerez: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Jerez parla italiano, anzi tavulliese e in pochi se lo sarebbero aspettato. Valentino domina, Michelin si becca tutte le critiche

GP Jerez: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Jerez parla italiano, anzi tavulliese e in pochi se lo sarebbero aspettato. Non Marquez e Lorenzo, che hanno visto il nuovo volto di Valentino: quello del cavaliere solitario capace di salutare rapido la compagnia e andarsene. Ora hanno vinto almeno una gara tutti e tre, un bell’inizio per un anno che si prospetta rovente.

Poi c’è stato Bulega, l’allievo del Dottore che ha fatto divertire in Moto3 insieme a Bagnaia. Anche se con le piccole 250 il capolavoro l’ha firmato Brad Binder. Il sudafricano è partito ultimo e arrivato primo, ci si mette niente a dirlo ma a farlo ci sono riusciti in pochi nella storia del motomondiale.

Note negative? Michelin che fa arrabbiare tutti e le Ducati in involuzione. Poi c’è Dovizioso ancora una volta andato a vuoto non per colpa sua, della serie la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo.

IL BELLO –  Il camaleonte della MotoGP ha regalato la sua ennesima trasformazione a Jerez. Pole, girò più veloce e gara in fuga, tutto normale se la Yamaha in questione fosse la 99. Invece era la 46, quella di Valentino Rossi. Magari dopo 112 successi si era stufato di vincere sempre allo stesso modo e ha provato a cambiare. Senza dubbio ci è riuscito.

Andrea DoviziosoIL BRUTTO – Il rosso acceso si è sbiadito sotto il sole spagnolo. In casa Ducati la parola Michelin fa venire l’orticaria e con le nuove gomme la GP16 si è trasformata da cigno a brutto anatroccolo. Non una bella fiaba. Lunedì prove generali al Mugello, sperando che il palcoscenico aiuti.

IL CATTIVO – Mancava solo il virus intestinale per incorniciare il fine settimana di Michelin. Facili battute a parte (il paddock si è sbizzarrito), ora le gomme francesi saranno anche sicure ma non piacciono a nessuno. Tutto ha un prezzo, ma questo sembra troppo alto. In Francia si lavora, ma per due GP non cambierà nulla e ci si chiede a cosa sia servito un anno di test.

LA DELUSIONE – Prima di domenica in Spagna non aveva mancato un colpo, questa volta Dani Pedrosa è rimasto fuori dal podio a Jerez. Anche per lui (ormai non è una novità) la spina nel fianco sono le gomme, che fanno più danni della grandine ultimamente.

Jorge Lorenzo, Valentino Rossi e Marc MarquezLA CONFERMA  – Eravamo tre (non proprio) amici al bar, anzi sul podio. Perché cambiano le gomme, l’elettronica e il prossimo anno anche la moto per qualcuno, ma la triade Rossi-Lorenzo-Marquez non si discute. Non è un caso che le prime 4 gare siano state vinte tutte da loro. Hanno età, stili di guida e caratteri diversi, a parte questa sono ognuno la faccia della stessa medaglia (con un faccia in più del solito), quella del campione.

L’ERRORE –  Pochissimi, basti pensare che in tutto il fine settimana di gara sono finiti in terra in MotoGP solo due piloti: Baz nelle FP2 e Bautista in gara. L’anno scorso con le Michelin cadevano come stelle nella notte di San Lorenzo, a Jerez sembravano incollati all’asfalto. Bravi i francesi con l’anteriore, ora pensino al posteriore.

LA SORPRESA – Passi Valentino che vince in solitaria, ma per Marquez che fa il ragioniere non eravamo pronti. Il piccolo diavolo ha fatto un salto in paradiso, dando una limata agli angoli più acuti del suo istinto. È quello che serve con una Honda che fa i capricci, tempo di sistemarla e Mister Marc tornerà alla luce, c’è da scommetterci.

Jorge Navarro, Francesco Bagnaia e Nicolò BulegaIL SORPASSO – MotoGP non pervenuta e la Moto3 vince su tutti, non si discute. Premio qualità a Bulega per l’esecuzione all’ultima curva con doppio sorpasso, bello e pulito. Premio quantità a Binder (Brad) che ha terminato un’impresa che ha quel sapore romantico di cui non ti stanchi mai.

LA CURIOSITA’ –  Dopo il primo podio di Le Mans si era fatto un tatuaggio all’avambraccio, ora è pronto per altri due: “perché devono essere dispari”. Francesco ‘Pecco’ Bagnaia ha tutte le carte in regola per finire sotto gli aghi molte alte volte.

IO L’AVEVO DETTO –  I due Andrea ducatisti compatti: “non vediamo quale sia il motivo per cui non dovremmo essere competitivi a Jerez”. Chiedetelo a Clermont-Ferrand.

Articoli che potrebbero interessarti