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Moto Guzzi V9, Roamer e Bobber: liscia o gassata?

Sono le due nuove interpretazioni della bicilindrica V9 di Mandello del Lario: a voi la scelta!

Il videotest delle Moto Guzzi V9 Roamer e Bobber
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Mandello del Lario. Il “profumo” di questa terra è quello del ferro battuto, delle paste per sigillare i motori, dei prodotti per lucidare le cromature... una zona magica per tutti coloro che amano le moto, soprattutto se bicilindriche e, meglio, se a V di 90° trasversale.

Quel pulsare, quella coppia di rovesciamento che “tira” a destra accelerando da fermi, quelle emozioni che solo una Moto Guzzi può suscitare in una persona. E noi siamo pronti a provarle queste nuove V9, moto che condividono la stessa base motoristica e telaistica, una anima, due corpi: V9 Roamer, la custom e V9 Bobber, una novità nel genere per la Casa dell’Aquila. Prima di vedere come vanno, vi diciamo subito i prezzi: la custom viene 9.890 euro mentre per portarsi a casa la Bobber occorrono 300 euro un più, quindi 10.190 euro. E se volete saperne di più vi rimandiamo alla nostra analisi tecnica.

QUALITA’ MADE IN ITALY – Basta guardarle da lontano per capire che le rifiniture seguono tutti gli standard della Casa di Mandello del Lario. Poi ci si avvicina e se ne ha conferma: belle le cromature della Roamer, pregevoli le verniciature, cura nei dettagli, cavi e fili vari al loro posto, sella ben realizzata nelle cuciture. Entrambe non hanno nulla da invidiare a marchi... d’oltreoceano e sono sicuramente superiori alla concorrenza giapponese. Unica pecca, il tappo del serbatoio che è si in alluminio, ma è privo della chiusura con la chiave. Sono però moto ben fatte, realizzate ed assemblate con cura, nulla da dire, anzi. Poi basta girare la chiave nel blocchetto, avviare il propulsore ed è subito amore, con quelle vibrazioni, quei battiti che solo questo schema motoristico, in tanti anni di evoluzione può offrire. In sella si sta comodi e parliamo sia della Roamer che della Bobber, perché le selle sono ben imbottite (di più sulla prima...) e sagomate. Certo la versione custom offre una guida più “rilassata” ma come sempre, dipende da quello che cercate.

PIU’ GRINTA – Rispetto al precedente V7 da 750 cc questo V9 che vanta 100 cc in più circa, offre una spinta decisamente più poderosa e corposa. Quando si apre il gas si ha la sensazione di avere una mano che spinge sui reni, tutto con un sound coinvolgente e gutturale, ma gentile e costante fino al regime di intervento del limitatore. Chiaramente a trarre beneficio di tutto questo è la ripresa che si fa più presente e pastosa, con la moto che fa strada senza accorgersene. La frizione? Burro! E' modulabile e gestibile anche per l’utenza femminile visto lo sforzo esiguo. Il cambio è preciso, non si impunta mai, è morbido e ben spaziato, mentre permane la sensazione del cardano che solleva leggermente il posteriore in accelerazione (solo quando si spalanca con vigore il gas N.d.R.). Qualche vibrazione c’è ma, avete forse dimenticato che stiamo parlando di una... Moto Guzzi?

EQUILIBRIO – La ciclistica delle due moto è estremamente equilibrata. Le sospensioni fanno il loro dovere, anche se il comportamento è differente: vuoi per la spalla alta del pneumatico posteriore, vuoi per la posizione di guida diversa e la sella meno imbottita, la Bobber è un po’ più “secca” nelle risposte quando si prendono tombini o buche. Entrambe le moto sono ben “frenate”, con il freno posteriore che lavora egregiamente e l’anteriore che fa rallentare le moto senza problemi, tutto con uno sforzo alle leve ridotto. L’ABS è sempre una garanzia di sicurezza, soprattutto a livello psicologico; è ben tarato e al posteriore l'“attacca/stacca” è minimo, anche alle basse velocità. Il controllo di trazione non è mai entrato, visti gli “appena” 55 CV. In ogni caso il comportamento è diverso: la V9 Roamer in piega è più “soffice”, si sente la differenza di misura del cerchio e del pneumatico, con l'avantreno che offre meno appoggio, mentre la V9 Bobber resta un filo più “nervosa” nei destra/sinistra ma più “granitica” davanti e poco più impegnativa per via del manubrio dritto che offre una leva inferiore.

LA DIFFERENZA – Insomma la differenza tra le due è solo la posizione di guida? Beh… non proprio ma quasi. La V9 Roamer è all’insegna del relax e richiede una guida morbida, con le curve che devono essere pennellate una dietro l’altra, come una sorta di danza scandita dal pulsare del V 90 italiano. La V9 Bobber è invece un filo più “aggressiva”, permette di giocare di più, non come fosse una naked ovviamente ma è sicuramente più predisposta alla guida sportiva. Ripensandoci però, la differenza vera c’è. Se vi sentite più “Born to be wild”, allora la V9 Roamer è la scelta corretta ma… se dentro siete “dark”, allora la V9 Bobber è ciò che fa per voi, una moto modaiola e più dandy. A noi, piace Oscar Wilde, quindi vi lasciamo immaginare cosa abbiamo scelto, anche se pure l'idea della passeggiata in stile cruiser a volte... non è poi così male.
 

 

Per il nostro test sulle due novità da Mandello abbiamo utilizzato:

Casco RP60 AGV MULTI - Rappresenta la proposta AGV dedicata allo stile retrò, riprendendo dalla propria tradizione quello stile inconfondibile che i suoi piloti (primo fra tutti Renzo Pasolini) hanno portato in pista nel passato. La calotta in fibra di vetro ACF (Advanced Composite Fiber) garantisce sicurezza e leggerezza. Gli interni, removibili e lavabili, sono in Dry-Comfort con trattamento igienizzante che evita la formazione di batteri e previene le allergie. La dotazione di serie dell’RP60 include gli occhialoni da moto in puro stile retrò (solo nella versione ECE 2205) ed il tettuccio fumé trasparente. Il sistema di ritenzione ha la chiusura DD con doppio anello.

Giacca Dainese ARCHIVIO PERF.LEATHER JACKET - Giacca moto in pelle Dainese ARCHIVIO PERF. LEATHER JACKET. Sicura,ergonomica e tecnologica dal gusto vintage è in pelle con rifiniture "used" per creare un effetto vissuto

 

 

Guanti Dainese BLACKJACK - Guanto dal design elegante e classico, con un look rètro, fresco e alla moda. Blackjack è disponibile anche in versione Lady, ed è adatto in particolare per calde e piacevoli giornate in moto nei mesi primaverili ed estivi. Inserti elastici e possibilità di regolazione del polso garantiscono infine un fit ottimale e comodo.

 

 

Stivali Dainese ANFIBIO CAFE'- Le sfide sulla North Circular, le gite verso il lungomare di Brighton, le serate nei locali più amati dai rockers, fra giubbotti in pelle, spille e brillantina. Alla magia dei sixties e del mondo delle cafe racer è dedicato questo anfibio, che ripropone con soluzioni tecniche moderne lo stile inconfondibile degli anfibi da lavoro di quegli anni. Costruito in pelle bovina e inserti in pelle crosta, sotto un look vintage Cafè nasconde inserti in nylon sui malleoli ed una fodera a doppia frontura traspirante, per soddisfare anche i rocker più tecnici ed esigenti in termini di qualità.

Pantaloni Dainese D1 EVO - Jeans tecnici studiati sia per un uso cittadino che sportivo, i D1 Evo sono confezionati in tessuto morbido e confortevole grazie al trattamento stone wash ma protettivi grazie all'intreccio di fibra aramidica e cotone di alta qualità. Hanno protezioni certificate Pro-Shape sulle ginocchia.

 

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