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Noccioli: in SBK torno a fare il 'meccanico'

Il capotecnico di De Angelis: "l'importante è divertirsi, vorrei che Alex tornasse competitivo"

Noccioli: in SBK torno a fare il 'meccanico'

Per raccontare la carriera di Mauro Noccioli ci vorrebbe un libro e, ieri, non poteva che festeggiare il suo sessantesimo compleanno in un paddock. Quello della SBK, dove si è imbarcato nell’avventura di Alex De Angelis sull’Aprilia.

Noccioli è un personaggio che non ama etichette, “capotecnico? Non mi sono mai abituato a quella parola, io faccio il meccanico” dice schietto. Da meccanico, allora, ha scritto tante pagine della storia della moto, da Valentino Rossi in giù. Nel Mondiale come nei campionati nazionali, puntando su quello spagnolo quando era sconosciuto ai più per fare crescere i giovani.

Ora sei qui in SBK, come sta andando?

La strada è in salita e lo sarà per un po’ di tempo. Abbiamo iniziato da poco, ho dovuto studiarmi regolamenti e tempistiche”.

Qual è la prima impressione?

Mi sembra di essere tornato al passato, rispetto alla MotoGP c’è una relazione più diretta tra quello che succede in pista e il lavoro ai box. Un po’ come accadeva all’epoca dei 2 tempi. Lavori sulla moto in un altro modo e c’è anche più tempo per farlo. Il lavoro del meccanico si vede di più”.

Ti piace questo regolamento?

Non mi piace il fatto di una sola moto per pilota, lo trovo assurdo. Lo spettacolo deve sempre essere garantito e con questo sistema non lo è”.

De Angelis dice che con la tua grinta domini il box…

Sono sempre stato famoso per la grinta (ride). Mi ha fatto bene stare un anno lontano dal Mondiale, fare il CIV. Sono tornato a fare il mio lavoro, che è quello del meccanico”.

Non stai mai fermo…

La mia storia è fatta di cambiamenti, a volte sono passati dei tremi buoni ma io non riesco a fare sempre la stessa cosa. Bisogna avere passione nella vita e io ho un grande amore per le moto. Se non in altri sensi, almeno sono ricco di spirito (ride)”.

Come ti trovi a lavorare con Alex?

Avevamo lavorato già insieme, ma per poco, in Moto2 però lo conoscevo già bene. E’ un bravo ragazzo e penso che andava aiutato di più in passato”.

Cosa speri per lui?

Vorrei che riuscisse a prendersi delle soddisfazioni, a tornare a essere competitivo, soprattutto dopo quello che gli è successo a Motegi”.

Qual è il segreto?

La cosa importante è sempre tornare a divertirsi, per tutti. Io non voglio vivere di ricordi”.

Come si fa?

Il motociclismo è diverso dagli altri sport, qui le persone sono importanti. Quando vedo quello che fa Valentino, alla sua età, mi viene un nodo alla gola. Un pilota deve essere così.

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