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MotoGP, Test Sepang: 2016, Anno Zero

Dall'elettronica con software unico alle Michelin, il 2016 sarà un anno di incognite

Test Sepang: 2016, Anno Zero

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Sepang Anno Zero. Il 2016 sarà ricordato come l'anno della grande rivoluzione tecnica nella classe Regina, e non potrebbe essere altrimenti. Già, perchè se da un lato vi sarà la variabile del software unico dal punto di vista elettronico, dall'altro, la grande incognita riguarda l'arrivo - anzi, il ritorno - di casa Michelin come fornitore unico di pneumatici. Il che significa andare incontro a due variabili fondamentali nello sviluppo di un prototipo Motogp.

Se da un lato lo sviluppo tecnologico dal punto di vista elettronico aveva raggiunto livelli praticamente di sublimazione, e ad oggi, con il nuovo software, "sembra di essere tornati al 2008" come detto da Rossi, dall'altro lato la filosofia del fornitore unico di gomme aveva comportato uno sviluppo delle moto verso una strada di adattamento ad una filosofia dello pneumatico di casa Bridgestone. Quest'ultimo aveva un range di utilizzo ristretto, elevatissimo, e con una durata praticamente illimitata.

Detto in parole semplici, si parlava di 'gomme di pietra', tanto che la stessa casa aveva provveduto a realizzare una gomma strutturalmente più facile da mandare in temperatura e che, conseguentemente, non perdesse immediatamente grip. L'adattamento agli pneumatici è praticamente la base fondamentale dello sfruttamento di una moto.

Un prototipo per andare forte, deve far lavorare bene gli pneumatici. Quando Valentino Rossi passò a Bridgestone nel 2008, il telaio venne praticamente fatto traslare indietro di 8 millimetri rispetto alle ruote. Si lavorò sul forcellone accorciandolo e su una nuova piastra di sterzo per far avanzare gli steli della forcella. Passano gli anni, ma l'adattamento risulta fondamentale. E la cartina di tornasole arrivò già dai test di Misano estivi.

Moto con un interasse corto, sfruttando l'anteriore Bridgestone che aveva un grandissimo grip meccanico, mal si conciliavano con le calzature francesi. Ecco perchè, potendo intervenire relativamente, si lavorò addirittura sul tiro catena per allungare quanto più possibile la moto e cercare quella stabilità perduta. Non era e non è solo una questione di misura - con la Michelin anteriore da 17 pollici - ma proprio di struttura. "Le Bridgestone avevano bisogno di molto carico in curva e non si deformavano, mantenendo la stessa impronta a terra. Sembra che le Michelin, invece, quando si alleggerisce il gas, dopo essersi schiacciate, tendano a modificare proprio l'impronta. E' questa l'origine della mancanza di fiducia perché la sensazione di appoggio cambia" aveva spiegato Lorenzo.

Il risultato è che ad oggi si naviga ancora a vista. Yamaha già nel 2015 aveva mostrato un prototipo con il serbatoio arretrato fino al codone e, notizia di pochi giorni fa, addirittura in Malesia porterà due distinti prototipi con due filosofie differenti con ogni probabilità. Un primo prototipo più lungo e basso - per offrire più stabilità e meno spostamento di carico - e una alta e corta, che avrebbe l'effetto contrario e che si avvicinerebbe alla filosofia della rivale di casa Honda.

Per Iwata inoltre, considerando come il tempo cominci a stringere, è arrivato Colin Edwards come collaudatore, ai tempi, anche uomo sviluppo per Michelin quando era ufficiale insieme a Rossi. Il discorso non è dissimile per Honda, che sta cercando anch'essa la quadra in questo scenario da rivoluzione copernicana. Come avevamo scritto precedentemente infatti, La casa di Tokio era preoccupata da elettronica e gomme, tanto da aver mandato due collaudatori quali Aoyama e Takahashi a Jerez.

La situazione insomma è in alto mare, tanto che, al termine delle ultime prove, Marquez prestò il fianco ad una dichiarazione evidente, chiara, quasi disarmante: "E' inutile fare una scelta così importante come quella di un motore se l'elettronica non è a posto. Così è impossibile dare un giudizio".

Ecco perchè i test di Sepang saranno fondamentali. D'altro canto, per ogni rivoluzione tecnica del genere il periodo di sviluppo ed affinamento, sopratutto per le scuderie che l'anno precedente hanno lottato per il vertice, è sempre stato caratterizzato da dubbi e problemi del genere. Basti pensare al mondo della Formula Uno, con la prima grande rivoluzione del 2009 che vide inizialmente Ferrari e McLaren arrancare salvo poi tornare solite protagoniste affermate (tralasciando l'introduzione dell'era del Turbo, che potrebbe essere assimilata all'avvento stesso della Motogp nel 2002).

In questo quadro prospettico potrebbe dettare le proprie carte la Ducati che sembra aver mosso bene le sue pedine, come in una partita a scacchi. Si è assicurata le prestazioni del team Avintia per avere una moto Open da Aragon 2014. Durante gli ultimi test con le Michelin Pirro si mostrò in buona forma, e lo stesso Iannone si mostrò positivo al termine dei test di Valencia. In più, l'ingaggio di Stoner come tester che desta e genera ovvia curiosità e interesse. Il piano di battaglia di Borgo Panigale è già in atto con Michele Pirro già in azione a Sepang con una GP16 che il generale Dall'Igna ha voluto far intendere molto simile da fuori alla GP15, ma con numerose novità all'interno evidentemente. Sarà interessante vedere la ripartizione dei pesi (attenzione quindi anche alla forma del Serbatoio) della nuova Rossa.

Stesso discorso per Suzuki, le cui doti telaistiche durante l'anno d'esordio sono state ben evidenziate Potrebbe essere un outisider in vista della stagione 2016. Non c'è da dimenticarsi come - ad eccezione della stagione iridata con Kenny Robers jr in 500cc - la miglior stagione di Hamamatsu arrivò in un anno di profondi cambiamenti come il 2007, con una moto sviluppata già dalla stagione precedente, e riuscendo a sfruttare al meglio le Bridgestone che, in quell'anno, con le nuove 800cc, sbaragliarono la concorrenza.

Sarà assente la nuova Aprilia. Nessun allarmismo però, considerando come anche lo scorso anno la Ducati fece debuttare la sua nuova creatura nei test di Sepang 2. A Noale evidentemente vogliono fare le cose con calma, e non vi è motivo di credere diversamente, anche perchè la situazione risulta essere radicalmente differente rispetto ad un anno fa, quando il nuovo prototipo venne bocciato da Bautista e Melandri. Primo, perchè il tempo per lo studio e lo sviluppo del nuovo progetto è andato avanti con più 'calma' e tempo rispetto all'ingresso del 2015 (il motore gira al banco oramai da tempo), secondo perchè Noale ha una tradizione sportiva degna di nota. Basti pensare allo sviluppo - magari non proprio sotto la luce dei riflettori - efficace che ha portato l'Aprilia lo scorso anno a conquistare punti con Bradl e Bautista, partendo dalla base aRT.

A Sepang parte ufficialmente l'Anno Zero della Motogp. Dopo averne assaporato gli antipasti durante le prove dello scorso anno, ora è il momento di mostrare le carte in tavola e vedere chi è riuscito a trovare la quadratura del cerchio.

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