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MotoGP, Rossi e Lorenzo: il grande freddo

A Barcellona in scena il primo atto, con una recitazione ben poco convincente

Rossi e Lorenzo: il grande freddo

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Il primo atto è andato in scena sull’asettico palco della torre Movistar a Barcellona. Nel ruolo di protagonisti, con una recitazione ben poco convinta, Rossi e Lorenzo. Il copione ha comunque funzionato, per fare scorrere senza grossi intoppi - ma senza neppure grandi sorprese - la prima reunion della coppia.

La stretta di mano non è stata la scena principe, anzi è stata così veloce da essere difficilmente intercettata anche dai fotografi. Una toccata e fuga, figlia del protocollo e della poca convinzione. Le fiamme fra i due si sono spente, ma il fuoco arde ancora sotto le ceneri.

C’è poco da stupirsi, l’amicizia fra piloti è rara, fra rivali diretti semplicemente una chimera, fra due campioni una follia. Valentino e Lorenzo non si sono mai amati, ma a tenere a bada gli istinti c’era il rispetto. Quello invocato da Lin Jarvis, il boss della squadra, che sa bene quanto sia difficile gestire una situazione di tensione permanente.

Difficile e sconveniente, perfino controproducente e il recente titolo del maiorchino - conquistato ma non festeggiato da Yamaha - ne è la prova più lampante.

Non è più tempo di muri, che non farebbero che far parlare ancora, ma le barriere sono ben alte. La freddezza che si è respirata nelle due ore dell’evento non era ignorabile.

I due hanno scelto approcci diversi. Valentino non ha nascosto il suo pensiero: “rispetto? Mi sembra che Marquez e Lorenzo non l’abbiano avuto nei miei confronti l’anno scorso, io sì, ma è un sentimento che dev’essere ricambiato”. Jorge ha invece dato una sua personale versione dei fatti: “con Rossi non ho avuto nessuno scontro, è stata una questione tra lui e Marc, ma se ha dei risentimenti nei miei confronti sono pronto a tendergli la mano”.

Sicuramente li ha, perché Lorenzo in quello scontro si è intromesso (come nel ricorso al TAS) e il Dottore se l’è logicamente legata al dito.

Difficile pensare a quali contromisure in Yamaha potrebbero ricorrere se i due piloti si trovassero nuovamente a lottare per il mondiale. A quel punto basterebbe un qualsiasi pretesto per abbattere quel sottile  e poco credibile velo di normalità che è stato innalzato.

Entrambi sono troppo importanti per correre il rischio di schierarsi, ma la neutralità potrebbe non essere una posizione così facile da mantenere.

Il tempo può fare da medico, ma ne è passato troppo poco per credere che in questo caso funzioni. “A un certo punto bisogna essere abbastanza forti da fermarsi, non lasciare che i rapporti personali entrino in pista”, rifletteva Valentino. Era sincero, ma di buone intenzioni è lastricata la strada per l’inferno, figurarsi un circuito.

Il momento di un riavvicinamento non è ancora arrivato e forse non arriverà mai, in Yamaha si accontenterebbero di un chiarimento. Anche se nessuna spugna può cancellare in un colpo quello che è inciso nella memoria.

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