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Dainese e Alpinestars: la guerra degli Airbag

Tra le due case è in atto un contenzioso riguardo ai brevetti di tale tecnologia

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Parlare di Airbag e moto significa addentrarsi all'interno di una questione per alcuni tratti rivoluzionaria per la sicurezza delle due ruote.

La tecnologia Airbag delle tute da pista, ma anche nelle giacche da strada hanno aperto un mondo, una via fondamentale nell'ambito della sicurezza. Era un tassello mancante, un primo pezzo del pazzle che si sta compilando in tema di sicurezza. Perchè la moto è un oggetto bello quanto pericoloso.

Basti pensare a quante fratture (o peggio) si possono prevenire in caso di caduta, tanto che la Grand Prix Commission sta cercando di spingere affinchè le tute dotate di air-bag diventino obbligatorie in MotoGP, Moto2 e Moto3

Chiaro, l'esborso in termini di ricerca e sviluppo negli anni è stato gravoso, ma finalmente i risultati sono arrivati: l'airbag in moto non è più una terra promessa da tempo, quanto una realtà. Una realtà che ha visto ideare, sperimentare, creare e brevettare le proprie idee e sviluppi da un lato la Dainese e dall'altro l'Alpinestars.

Sorprende poco quindi come tra le due aziende vi sia un contenzioso arrivato in tribunale per i rispettivi marchi: D-Air da un lato e Tech-Air dall'altro.

La questione sembrerebbe - secondo quanto riportato anche dai colleghi di Asphalt and Rubber - esser cominciata con Alpinestars che avrebbe mandato una lettera di diffida alla Dainese riguardo l'utilizzo della tecnologia insita dentro i prodotti D-Air.

Al contempo, la stessa Dainese avrebbe risposto, facendo causa all'azienda concorrente in Germania ed in Italia, sottolineando come la tuta Tech Air Alpinestars utilizzerebbe il loro algoritmo. Dainese infatti, sostiene dalla sua di avere il brevetto di controllo sull'uso dell' airbag a controllo elettronico tanto che, la stessa azienda aveva messo a disposizione, con un annuncio in occasione del passato round del Mugello Motogp, la disponibilità allo sfruttamento dell'armor D-Air all'interno di tute con marchio differente, quindi tutto il sistema di pressione e gonfiaggio, la parte elettronica, lo stesso 'cuscino protettivo' ed il GPS.

Chiariamo un punto: per sfruttamento si intende un concetto assimilabile all'acquisto di un prodotto in licenza, come per i sistemi operativi dei computer per intenderci. Ecco, proprio sull'algoritmo sviluppato ci sarebbe il motivo del contendere, il casus belli.

La vicenda ha avuto vita breve in Germania, con il Giurì tedesco che ha dato ragione alla Dainese, tanto che Alpinestars si è ritrovata a dover ritirare i propri prodotti Tech Air dal mercato locale. In Italia invece la faccenda risulterebbe più lunga in termini di tempo.

Come andrà a finire è difficile dirlo. Sicuramente quando si parla di licenze, di sviluppo e di brevetti di un qualcosa di totalmente nuovo e, come in questo caso, di rivoluzionario, ci si muove in un campo minato. Non resta che attendere ulteriori sviluppi.

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