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MotoGP, Ducati: 'scongelare' i motori? Non nel 2016

Honda vorrebbe reintrodurre lo sviluppo. Dall'Igna: "già proposta l'idea ma sempre bocciata"

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Il congelamento dei propulsori sembrava essere fino a pochi anni fa la soluzione perfetta per ridurre i costi, ma non sempre tutto va secondo i piani. Se ne è accorta Honda che nel 2015 ha pagato scelte sbagliate al momento di deliberare il motore. I piloti si sono lamentati del carattere troppo aggressivo, ma non si poteva correre ai ripari.

Nel 2016, i propulsori a disposizione di ogni pilota saranno 7 (erano 5 per i Factory quest’anno) ma il meccanismo non cambierà. Le unità verranno punzonate a inizio stagione e - a meno di problemi che compromettano la sicurezza - non si potrà toccarle fino al termine della stagione.

Questo quello che prevede il regolamento, anche se le Case su questo punto hanno cambiato idea. A partire da Honda, che tramite il team principal Livio Suppo dichiara: “per il futuro proporrei la possibilità di uno o due sviluppi al motore durante la stagione, sarebbe meglio per il campionato e lo spettacolo”.

I giapponesi spingono quindi per lo ‘scongelamento’, che sarebbe, come dice Gigi Dall’Igna, una proposta già spalleggiata da Ducati in passato, ma sempre rispedita al mittente.

Ho sempre cercato di portare avanti questa idea, ma era stata bocciata dai costruttori giapponesi - spiega il direttore generale della Rossa - Da tempo propongo uno o due step evolutivi per i motori durante la stagione, ma ormai il campionato 2016 è partito e non si possono cambiare le regole”.

Borgo Panigale sarebbe quindi d’accordo con Tokyo, ma a patto che non si cambino le carte in tavola quando la partita è già iniziata.

Mi sembrerebbe molto strano e anche poco piacevole modificare le regole a stagione già iniziata - continua Dall’Igna - Però sono disponibile a discutere con gli altri costruttori sull’argomento in vista del 2017”.

Senza andare a scomodate la Formula 1 e il suo cervellotico sistema a gettoni, non si farebbe nient’altro di quanto è già previsto nella Moto3, dove le Case possono apportare modifiche al motore con certi limiti dettati dal regolamento.

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