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MotoGP, Valencia: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Più che un biscotto una frittata, e di quelle che non si digeriscono in breve tempo

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Si parla tanto di biscotto, ma l’impressione è quella di essere davanti a una frittata. Un po’ indigesta a dire il vero e i suoi effetti difficilmente rimarranno circoscritti a Valencia. I cuochi questa volta hanno sbagliato ingredienti e tempi di cottura, dopo avere seguito attentamente la ricetta in tutti i suoi passaggi.

I commensali erano pronti, posate in mano e tovagliolo d’ordinanza per la grande abbuffata, invece si è iniziato a bisticciare sul menù e non è ancora chiaro chi pagherà il conto.

Inutile rimpiangere quello che è stato e non sarà, continuare a strepitare e scannarsi. Rimane un lento replay con le immagini sfocate e i colori troppo accessi. Rimane il ricordo, sperando che il futuro riesca a cancellarlo.

IL BELLO – E’ passato quasi in sordina fra le urla e gli strepiti, ma Lorenzo ha vinto il Mondiale. Se lo è meritato, come se lo sarebbe meritato anche Rossi. In questa stagione Jorge non ha avuto mezze misure, forse la sua guida non entusiasmerà ma ha una eleganza inarrivabile. Inarrivabile quando apre il gas, meno quando apre la bocca.

IL BRUTTO – Anche un ottimo libro può essere rovinato dal finale. I protagonisti della MotoGP ci hanno messo 16 gare per imbastire una trama avvincente, ne sono bastate due per cancellare ogni traccia di bellezza. Il rimpianto maggiore è non avere neppure un vincitore, ma solo tanti perdenti per tanti motivi che non vale più neppure la pena ricordare.

Jorge LorenzoIL CATTIVO – Dorna, FIM, Direzione Gara, l’ordine è casuale perché sono colpevoli in eguale modo. Il vuoto di potere nella MotoGP è innegabile e fragoroso. L’incapacità di controllo manifesta. Se sono le guide di questo campionato, sono cieche. Un pilota può sbagliare e anche chi comanda lo può fare. Non agire è invece imperdonabile.

LA DELUSIONE – Qualche mese fa avevamo sperato in qualche cosa in più per la Ducati. Il missile rosso ha acquistato le ali ma non gli sono bastate per spiccare il volo. La stagione di Iannone è finita con una planata nella ghiaia, quella di Dovizioso in mezzo alle nubi. I 9 podi in stagione però non si dimenticano, bisogna ricominciare da lì.

Jorge LorenzoLA CONFERMA  – Da un certo punto di vista è strano, perché nel motociclismo vince chi taglia per primo il traguardo con cronometri e telecamere a testimoniarlo. Invece i dubbi hanno sconvolto lo stato normale delle cose, le parole dipinto il quadro come più piaceva, da tutte le parti. Le domande sono rimaste, le risposte non sono arrivate. A questo punto, meglio dimenticare.

L’ERRORE – Non semplice lo strike di Antonelli in vista del traguardo. Niccolò l’ha fatta grossa coinvolgendo nella sua caduta Fenati e Vazquez. Non il miglior modo per concludere la stagione.

LA SORPRESA – Forse non ci credeva nemmeno lui, nonostante i 24 punti di vantaggio. Danny Kent ha riportato un alloro mondiale in Gran Bretagna dopo quasi 40 anni. La vera differenza il britannico l’ha fatta a inizio anno, con gli ultimi GP simili a un calvario. Chi vince ha sempre ragione e Danny ne ha da vendere.

IL SORPASSO – Non è servito a niente, ma 21 sorpassi in 12 giri non sono un brutto ruolino di marcia. Alcuni sono stati scontati, altri più complicati e Valentino Rossi ha fatto tutto quanto era in suo potere. Il più scontato? Quello su Petrucci, forse un po’ troppo emozionato dalla presenza del Dottore alle sue spalle.

Jack MillerLA CURIOSITA’ – Un paio di baffi per sensibilizzare sul tema della salute maschile, è la missione della Fondazione Movember. Jack Miller ha aderito all’iniziativa e la foto della spuntatina nei box la dimostrazione.

IO L’AVEVO DETTO – Il nostro Carlo Pernat lo ripeteva dal Qatar: “Valentino Rossi vincerà il titolo mondiale”. Scommessa persa.

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