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MotoGP, Pernat: hanno sbagliato tutti, ha perso lo sport

"Soprattutto la direzione gara, che ha fatto scoppiare i problemi. Il vincitore vero è il pubblico"

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Il gran finale della MotoGP a Valencia, sfortunatamente, ha tenuto banco più per le polemiche (destinate a continuare a lungo) che per quanto successo in pista. In una gara contraddistinta da una tensione senza precedenti – dopotutto, c’era un titolo mondiale in gioco – la grande rimonta di Rossi e l’assolo di Jorge Lorenzo sono passati in secondo piano, oscurati da un botta-e-risposta mediatico senza filtri. A provare a fare un po’ di luce sull’accaduto ci ha pensato, come sempre, Carlo Pernat.

“Innanzitutto bravo Jorge Lorenzo, perché un pilota che vince 7 gare si merita il titolo – le parole del manager genovese – E bisogna aggiungere una cosa per togliere qualsiasi falsa indicazione: Lorenzo è un pilota corretto sul campo di gara. Sportivamente non ha mai fatto trucchi, corre pulito sia nel corpo a corpo che quando prende e va via, che è la sua specialità. Quindi onore a lui, che ha vinto un titolo meritato”.

Pur nell’impossibilità di provare le intenzioni di un pilota, resta invece qualche dubbio sulla correttezza di Marquez.

“Devo dire che comincio a dare un po’ di ragione a Valentino Rossi. Visto quello che ha fatto Marquez dopo la Malesia, sembra che abbia finito lo ‘sporco lavoro’, termine anche un po’ colorito. Ho assistito ad una gara che non saprei come definire. Un pilota come Marquez, in 30 giri non ha tentato un attacco a Lorenzo. In Malesia, con Valentino, lo avrà attaccato 27 volte in sei giri”.

In altre parole, Pernat propende per la tesi avanzata da Rossi già a Sepang e ribadita con decisione dopo la gara.

“Forse Lorenzo ne aveva di più, ma non credo. Perché Marquez ha fatto l’unico sorpasso col compagno di squadra quando, se Pedrosa fosse passato, probabilmente avrebbe vinto perché le sue gomme erano meno usurate di quelle degli altri e aveva 3/4 decimi in tasca”.

In questo modo, Marquez avrebbe “fatto un po’ il santo protettore di Lorenzo, secondo me, e dal punto di vista sportivo non va bene. Mi dispiace per Marquez, perché è un fenomeno. Vincerà ancora molti mondiali, senza problemi, ma ha perso molto in termini di immagine e lo stimo meno. Fare certe cose, o come le ho viste io, non è corretto”.

Detto questo, è difficile tracciare una netta linea di divisione tra colpevoli e innocenti.

“Tutti hanno fatto degli errori. Valentino in conferenza stampa al giovedì in Malesia, Marquez con quello che ha fatto in Malesia e oggi, Lorenzo con le dichiarazioni dopo il podio in Malesia, di cui poteva fare a meno. Ma soprattutto la direzione gara, che ha fatto scoppiare tutti i problemi. Un ride-through avrebbe messo a posto tutto. A Valencia sarebbero partiti a pari punti, e Lorenzo probabilmente avrebbe battuto Rossi, che non aveva il ritmo di gara dei primi”.

In tutto questo bailamme, c’è comunque una nota positiva.

“Il vincitore vero è il pubblico. Vedere 110mila persone, con magliette gialle in maggioranza, poi rosse e infine nere, abbracciarsi e bere birra è una grande vittoria. Lo sport deve ricominciare dal pubblico, che a volte è anche sopra ai protagonisti, ovvero i piloti”.

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