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SBK, Qatar: il Bello, il Brutto, il Cattivo

Aprilia si riscatta ma il suo futuro resta incerto. Davies vice-campione. Rea-Sykes: giù la maschera

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Il circuito di Losail, con i suoi suggestivi chiaroscuri, ha fatto da palcoscenico per il gran finale della SBK. Dopo essere stata progressivamente offuscata da Kawasaki e Ducati nella lotta per le posizioni di maggior prestigio, Aprilia è tornata a brillare proprio laddove lo scorso anno aveva conquistato il titolo in rimonta. La concorrenza ha fatto scintille soprattutto con Chaz Davies e Jonathan Rea; non è stato sufficiente per offuscare la stella di Naole, che però sembra pronta a orbitare esclusivamente sopra la MotoGP…

IL BELLO – La RSV4 non arrivava prima al traguardo da Gara Due a Phillip Island. Sono stati necessari altri 11 round per riportarla al centro del parco chiuso – non senza la mano (più o meno) invisibile di Max Biaggi – ma la speranza è che tale risultato convinca qualcuno ai piani di alti di Noale – o Pontedera – a non voltare le spalle alla SBK. Dopotutto, Aprilia è la Casa più vincente dell’ultimo lustro…

IL BRUTTO – L'eventualità che Aprilia lasci il campionato dopo una doppietta rappresenterebbe una scelta senza precedenti. Il regolamento tecnico rimarrà pressoché invariato nel 2016, minimizzando i costi relativi allo sviluppo (peraltro già portato avanti e verificato). Basterebbe trovare un accordo con una struttura esterna di livello, ma per questo serve anche una certa volontà di negoziare. Invece, a tre settimane dai primi test, tutto ancora tace.

IL CATTIVO – Il sorpasso subito dal compagno Rea in Gara Uno non è piaciuto affatto a Sykes. A poco è valso il gesto di scusa del nordirlandese, che si è visto rifiutare la classica stretta di mano. I due non si sono mai amati, era solo questione di tempo prima che gettassero le maschere.

LA DELUSIONE – Otto ritiri e due settimi posti come miglior risultato. Randy De Puniet non avrà certo trovato la moto più competitiva del paddock ad attenderlo per il suo rientro alle competizioni dopo il lavoro di collaudatore per Suzuki in MotoGP, ma raramente le responsabilità sono da imputare ad un solo fattore. Il francese difficilmente proseguirà la sua carriera tra le derivate di serie.

LA CONFERMA – La crescita di Davies e Ducati è stata sotto gli occhi di tutti. Il gallese ha coronato la migliore stagione della sua carriera con 5 vittorie e 18 podi complessivi. In Qatar ha remato controcorrente per quasi tutto il fine settimana, per poi tirare fuori il proverbiale coniglio dal cilindro in gara, soprattutto nella seconda manche. Il vice-campione è, meritatamente, lui.

L’ERRORE – Dopo aver sbaragliato la concorrenza in Gara Uno, Torres voleva a tutti i costi fare il bis. Peccato che l’anteriore della sua Aprilia avesse altri progetti. Eppure la condotta dello spagnolo, in confronto a quella dimessa vista in altre occasioni, ci è piaciuta così.

LA SORPRESA – Il suo nome raramente echeggia nel paddockk, ma Leandro “Tati” Mercado ha dimostrato di meritarsi la top class. Ottavo nella classifica generale (grazie anche alla sfortuna che ha colpito Matteo Baiocco), l’argentino in Qatar si è tolto la soddisfazione di piegare Guintoli nella Superpole 2 e chiudere due volte nella top ten (9º e 6º) a Losail nella sua stagione d'esordio. In crescita.

IL SORPASSO – Difficile sceglierne uno tra quelli che si sono scambiati Haslam e Davies per quasi tutta la seconda manche. A voi la scelta!

LA CURIOSITÀ – Xavi Forés si è presentato a Losail con un casco celebrativo in onore di Dani Rivas, il pilota deceduto insieme a Bernat Martinez lo scorso luglio nella gara di MotoAmerica a Laguna Seca. Lo spagnolo, terzo a sorpresa in qualifica, era pronto ad onorare l'amico anche in gara ma un virus glielo ha impedito.

IO L’AVEVO DETTO – “Torres sarà il pilota da battere”, la profezia del neo-campione alla vigilia. NostREAdamus?

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