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MotoGP, Vale: "Alex rimettiti, ti aspetto al Ranch"

Rossi, Dovi, Lorenzo e la sicurezza. Le conseguenze dell'incidente a De Angelis

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Mentre la MotoGP si appresta ad affrontare il terzultimo Gran Premio della stagione Alex De Angelis è ancora convalescente all'ospedale universitario di Dokkyo.

"Ho buone notizie su Alex perché un mio amico ci ha parlato direttamente - ha riportato Valentino Rossi - E’ Ok per quanto riguarda la testa. Ha ancora dei problemi perché la caduta è stata molto brutta. Parliamo di tempo, tempo di recupero e tempo per tornare al 100% Questa è la cosa più importante.

Naturalmente per Alex è dura, adesso deve affrontare un periodo difficile anche perché è in Giappone e sono sicuro che voglia tornare a casa, ma deve rimanere lì. Non è facile e forse ci vorrà molto tempo per riprendersi al 100% ma l’importante è che possa tornare anche a correre. Domani parleremo sicuramente di Motegi in Safety Commission perchè Alex è caduto in un posto dove è difficile che si cada, o dove aspettarsi una caduta dura, perchè è andato verso l’interno all’uscita di una curva. Di solito siamo sempre concentrati verso l’esterno della curva ma con questo tipo di moto, con questa potenza, a volte è difficile capire dove vuole andare la moto. Domani ne discuteremo, anche perchè Motegi ha i guardrail molto vicini alla pista nel rettilineo. Anche dove Pol Espargarò è caduto era molto pericoloso. Domani ne parleremo anche con gli altri piloti perchè, se le cose vanno in maniera normale, Motegi è abbastanza sicura, ma ci sono alcuni posti che possono essere pericolosi". Ad Alex dico, rimettiti presto, questo inverno ti aspettiamo al Ranch!

"E' impossibile avere un circuito totalmente sicuro - ha aggiunto Dovizioso, che poi ha precisato - questo non vuol dire che non ci siamo margini di miglioramento. Sono d’accordo con Valentino. Il lavoro che hanno fatto la Safety Commission e la Dorna, negli anni, è davvero buono ma per noi è difficile avere una pista completamente sicura al 100%    Avremmo bisogno di 4 volte lo spazio che usiamo ora per una pista. Dobbiamo parlare ogni settimana e provare sempre a migliorare la situazione perchè c’è sempre margine per farlo ma ci sono molti posti come quelli dove è caduto De Angelis in ogni pista. E’ molto difficile, specialmente con gli airfence. Ci spiegano che se gli vai addosso frontalmente è ok ma se arrivi sbieco non lavorano, o meglio lavorano peggio. E’ difficile, ne parleremo ma è impossibile avere una sicurezza al 100% in ogni curva. Noi proviamo a dare il nostro feedback da piloti per capire dove migliorare ma non si può fare ovunque per problemi di spazio o perchè il lavoro richiesto sarebbe troppo grande. Sfortunatamente per il nostro sport è impossibile avere una pista completamente sicura.".

Lorenzo dal canto suo ha parlato dell'importanza degli air-fence.

"Forse non sono utili con ogni angolo di impatto. Se ci arrivi con certi angoli sono meno efficaci, ma secondo me è sempre meglio che sbattere contro delle barriere rigide. Io ogni volta che arrivo in un circuito mi faccio un giro del tracciato con lo scooter per riesaminarlo, curva dopo curva. Motegi comunque non è l'unico circuito che ha qualche problema. Anche l'ultima curva di Misano mi suscita qualche perplessità".

C'è da aspettarsi, dunque, qualche conseguenza dal punto di vista pratico - magari un ulteriore innalzamento degli standard di sicurezza - dall'incidente di Motegi.

Bisogna comunque aggiungere che la maggior parte dei piloti della MotoGP sapeva poco o nulla della decisione di far disputare egualmente la gara senza la presenza dell'elicottero a causa delle avverse condizioni atmosferiche. Cosa che, in caso di incidente, avrebbe dilatato i tempi per raggiungere l'ospedale, via terra, da 20 a 50 minuti.

I più, interrogati, si sono detti sicuri che la squadra era stata avvertita, ma non loro direttamente.

La responsabilità della decisione, comunque, è stata presa sotto la diretta responsabilità di Michele Macchiagodena, medical director del campionato, dopo una attenta valutazione con il suo omologo giapponese.

"Ci siamo consultati e, visto il livello elevato delle strutture giapponesi, abbiamo deciso che non c'era rischio".

Peraltro Macchiagodena ha agito senza subire alcuna pressione: alla fine della stagione lascerà infatti la sua posizione vacante.


Nel frattempo il Dottor Michele Zasa della Clinica Mobile, che è al fianco di Alex De Angelis nell’Ospedale Universitario Dokkyo di Mibu, ha fatto il quadro della situazione clinica del pilota del Team Iodaracing al suo sesto giorno di ricovero in terapia intensiva.

Alex De Angelis, riferisce il Dott. Zasa, continua ad essere stabile, senza presentare al momento evoluzioni degne di nota nel suo quadro clinico.

A livello cerebrale De Angelis è cosciente. L’ematoma cerebrale, emerso un giorno dopo il ricovero presso L’Ospedale Universitario Dokkyo, al momento non preoccupa, verosimilmente si riassorbirà autonomamente, salvo complicazioni.

La situazione della colonna vertebrale è anche questa stabile, al momento Alex De Angelis non può fare altro che riposarsi. Secondo il Dott. Zasa, una volta arrivato a casa, il pilota del Team e-motion Iodaracing potrà alzarsi, con un busto rigido che dovrà tenere comunque per diverse settimane.

La situazione che riguarda la contusione polmonare, è quella più delicata. Nonostante Alex abbia sempre avuto buoni scambi respiratori,una radiografia fatta ieri, mostra che i polmoni ventilano relativamente bene ma presentano delle atelectasie che sono tenute sotto stretto controllo (L'atelectasia di un organo è la sua mancata distensione. In particolare si parla di atelectasia polmonare, cioè una zona di polmone priva d'aria, che non si espande N.d.R.). I prossimi 2 o 3 giorni saranno importanti per verificare la stabilità degli scambi respiratori, e per valutare la situazione polmonare in base alle terapie in atto.

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