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MotoGP, Rossi e Lorenzo nel luogo dell'ultimo 'scontro'

A Motegi nel 2010 furono scintille. Le statistiche ammiccano allo spagnolo (3 vittorie), ma...

Con l’arrivo della MotoGP a Motegi per l’inizio del lungo trittico d’oltreoceano, c’è grande fermento nel paddock per l’ennesimo atto della lunga sfida tra Valentino Rossi e Jorge Lorenzo. Il titolo iridato è un affare tra due ufficiali Yamaha e, come in “Highlander”, ne rimarrà soltanto uno (sul tetto del mondo) a duello concluso.

Il quindicesimo round inizia comunque con l’inerzia leggermente a favore di Lorenzo, vincitore ad Aragon, dove ha messo in scena il suo copione preferito: dettare il ritmo con pista libera, al comando dalla prima all’ultima curva. Per lui, si è trattato del successo numero 39 nella top class (che peraltro lo consegna al secondo posto a pari merito con Phil Read nell’albo d’oro Yamaha). Numero importante, che lo ha proiettato al quarto posto ogni epoca dietro a Rossi, Agostini e Doohan. Per affiancare l’australiano, tuttavia, ne mancano quindici. E Lorenzo farà di tutto per avvicinarsi ancora a partire da domenica. La sua mente, ci immaginiamo, non è comunque puntata sui record quanto sui punti di distacco da Rossi (14).

La pista giapponese, statistiche alla mano, ammicca al maiorchino, che vi ha ottenuto tre successi in MotoGP (2009, 2013 e 2014) ed è in striscia aperta da quattro podi consecutivi (l'ultima esclusione risale al 2010). Per contro, l’unica vittoria di Rossi al Twin Ring risale al 2008, ma i podi in classe regina sono cinque.

La speranza di molti è quella di vedere un corpo a corpo, forse l’unico elemento mancante di una stagione tra le più “tirate” di sempre tra i due compagni di squadra. E a Motegi, c’è un precedente memorabile. Nel 2010, con Lorenzo avviato verso il titolo, Rossi (in partenza verso Ducati) ingaggiò una battaglia carena contro carena che culminò con sei sorpassi negli ultimi due giri. Lorenzo, controvoglia, adottò un approccio più conservativo e, dopo alcuni contatti, chiuse al quarto posto rimandando la festa al GP successivo.

Fu l'ultimo grande braccio di ferro tra i due. La tensione nelle interviste post-gara era comunque evidente, con tanto di lamentele formali espresse dallo spagnolo nei confronti di Yamaha per una condotta di gara, quella di Rossi, giudicata da lui inutilmente aggressiva. Il resto è storia, e quest’anno non ci saranno ordini di scuderia e, nonostante i piccoli inconvenienti fisici sofferti da entrambi la scorsa settimana, c'è da scommettere che nessuno dei due si tirerà indietro. Chi la spunterà?


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