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SBK, Stk1000: un Savadori tattico fa suo il titolo

GARA - "L'obiettivo oggi era conquistare la Coppa, di altro non mi importava"

Stk1000: un Savadori tattico fa suo il titolo

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Quando in ballo c'è il tuo nome scritto a chiare lettere sull'albo dei vincitori di un titolo (che sia Mondiale o Coppa del Mondo), e vedi l'agognata meta già sfuggita in passato per un errore, lì ad un passo, i pensieri scuotono anche il più aggressivo e coraggioso degli istinti. E di istinto, di coraggio, di sana e genuina follia un pilota ne ha da vendere. Men che meno mancano a uno come Lorenzo Savadori, che nell'ultima tappa di Magny Cours mette in bacheca quella Coppa FIM SuperStock1000 che già lo scorso hanno gli era sfuggita, all'ultima gara, e proprio sul tracciato francese. Fantasmi del passato che hanno preso evidentemente il sopravvento sul veloce pilota Aprilia, quando circa a metà gara, mentre era in lotta per la vittoria, ha deciso di tirare in remi in barca e fare gara pensando al risultato grosso, null'altro: "Forse qualcuno si sarà spaventato (dice sorridendo, nda), ma oggi era la cosa più importante. Il resto non aveva valore". Sono state le sue parole a fine gara con indosso la t-shirt che ne celebrava il traguardo appena conquistato nel round francese.

Un round che lo vedeva contrapposto al suo rivale stagionale, quel Roberto Tamburini che fino alla fine non ha mollato un centimetro. Ha tenuto duro, giocandosela con tutte la armi a sua disposizione. Un secondo posto nel campionato per il pilota BMW che non ha il sapore della beffa, me deve avere dentro l'orgoglio e la soddisfazione di chi ha dato tutto arrendendosi all'ultima bandiera a scacchi e contro un avversario di pari valore come Savadori.

LA GARA - Allo spegnersi del semaforo è Jezek sulla Ducati che  prova a staccare il gruppo e fare gara in solitaria, ma un errore dopo quattro tornate lo porta sulla ghiaia e dicendo addio ai sogni di vittoria. Dietro di lui un gruppo agguerrito di cinque piloti tra cui lo stesso Lorenzo Savadori, in quel momento nuovo leader della corsa, se la giocavano a suon di staccate e sorpassi decisi ma corretti. Una bagarre che probabilmente Lorenzo non cercava. Ecco perchè quando mancavano 8 giri al termine, ha deciso di fare sfilare il gruppo di testa ed accodarsi in zona tranquilla, dietro il suo compagno di squadra Alessandro Andreozzi. Il rivale per la Coppa, Roberto Tamburini in quel momento sesto, era matematicamente fuori dai giochi.

Davanti intanto sono i vari Guarnoni, De Rosa, Calia, Gines e Russo ad aggiungere emozioni alla gara, con una serie di sporpassi ad ogni staccata. Tutti in fila per un posto sul gradino più alto del podio. Situazione che vede una svolta quando a 2 tornate dal termine quando Riccardo Russo, secondo in quel momento, sbaglia l'uscita dall'ultima curva prima del traguardo, finendo a terra nella via di fuga. Davanti ne approfitta per allungare il compagno di marca Geremy Guarnoni, che tra le mura di casa vuole è deciso a regalare la vittoria alla Casa dei tre diapason. Sarà lui infatti a tagliare per primo il traguardo, davanti a Kevin Calia che sul finire ha la meglio sulla Ducati di Raffaele De Rosa. Entrambi, oltre a Savdori che agguanta il titolo con l'8avo posto, chiudono una gara trionfale per i colori italiani con sette piloti nei primi dieci posti. Tamburini finisce la gara in quinta posizione, dietro l'altro pilota transalpino Mathieu Gines, e davanti a Fabio Massei ed Alessandro Andreozzi. Federico D'Annunzio è 10imo.

Gli altri italiani al traguardo li troviamo al 19esimo posto con Riccardo Cecchini e a scalare dalla 21esima alla 23ima piazza con Alberto Butti, Federico Sanchioni e  Francesco Cavalli.

A seguire l'ordine di arrivo  



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