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MotoGP, Pernat: Misano? La saga della sfiducia

"Hanno obbedito ai cartelli solo le seconde linee. Lorenzo si è giocato mezzo titolo, e anche Rossi ha sbagliato"


Il GP di Misano ha coinciso con la gara più pazza dell’anno. Anzi, forse delle ultime cinque stagioni. Come se il meteo mutevole non avesse creato abbastanza scompiglio, la gestione del flag-to-flag con non uno ma ben due cambi di moto per la maggioranza dei piloti si è rivelata tutt’altro che scontata. Una roulette dove il confine tra azzardi vincenti e clamorosi sprechi non è mai apparso così sottile.

“Nella mia vita non ho mai visto un Gran Premio allucinante come questo – ha commentato il manager di lungo corso Carlo Pernat – Parliamo di una gara dove un pilota cade, rialza la moto, perde 45 secondi e arriva terzo. Significa che qualcosa non ha funzionato. Per questo credo che ‘allucinante’ sia la parola più adatta”.

Ma a sorprendere, più che la fine, è stato lo svolgimento.

“È stata la saga della sfiducia tra team e piloti – è il sunto di Pernat – È una cosa mai vista. In una situazione francamente molto difficile, per la prima ho visto squadre esporre cartelli e piloti non seguire le indicazioni. È accaduto con Lorenzo, con Rossi, con le Ducati ufficiali, che si sono giocate il GP. Mi fa pensare che i piloti più forti, i campioni, non abbiano una relazione di fiducia col team”.

Sul banco degli imputati, secondo il genovese, i primi a dover salire sono i piloti stessi.

“Non siamo in Formula Uno dove nei box si vede la telemetria che gestisce tutto, ma si vedono i monitor, si sa chi gira forte. Se ti scrivono ‘box’, devi rientrare. Se il team ha segnalato male, allora poi gli metti la moto per cappello, ma se disobbedisci agli ordini e ti capita quello che è accaduto a Lorenzo o alle due Ducati oggi ti danno dell’asino, e hanno ragione”.

Secondo Pernat, “bisogna che i piloti, che sono poi quelli che rischiano e danno spettacolo, si chiariscano le idee. Ho visto Lorenzo giocarsi una buona parte di mondiale per questo motivo, e anche Valentino ha sbagliato completamente. Le Ducati hanno gettato un GP regalato che gli avevano servito su un vassoio d'argento”.

Gli unici promossi, in questo caso, sono “quelli delle seconde e terze linee. I soli che hanno fatto bene, perché sono rientrati quando glielo hanno detto. Punto. Bisogna ragionare sui rapporti tra squadre e piloti di un certo livello, altrimenti significa che le squadre non contano nulla o hanno poca voce in capitolo”.


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