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MotoGP, Addio Juan Garriga, campione fragile

Vicecampione del mondo della 250 nel 1988. Vittima di un incidente stradale

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Se ne è andato all'inizio della settimana in un incidente motociclistico Juan Garriga, vicecampione del mondo della 250 nel 1988.

Si sa poco o nulla di come sia andata, come del resto è stato per Andrea De Cesaris, ex pilota di F.1 scomparso alla fine dell'anno passato sul raccordo anulare di Roma.

Due piloti, espertissimi, il che dimostra che l'abilità su strada non è una garanzia di incolumità. Una cosa che dovrebbe far riflettere.

Il grande momento di Garriga concise con la sua rivalità con Sito Pons. Yamaha contro Honda. Ma non solo. Due stili di vita a confronto. Sito perfettino, Juan più istintivo, scapestrato.

Aveva iniziato a correre nel mondiale nel 1984 e dopo appena due stagioni pur senza aver raggiunto traguardi importanti fu scelto dalla Cagiva che lo fece debuttare in 500.

Non era uno che si tirava indietro, Juan, ma la mezzo litro varesina non era ancora arrivata alla competitività così lo spagnolo tornò alla quarto di litro dove appunto nel 1988 ottenne tre vittorie (Portogallo, Olanda e Cecoslovacchia), tre secondi posti (Spagna, Jugoslavia e Svezia) e quattro terzi posti (Nazioni, Germania Ovest, Austria e Gran Bretagna) e una pole position in Gran Bretagna.

Fu il picco della sua carriera perché nelle stagioni successive - dopo esser tornato in 500 nel 1990 con la Yamaha - le sue stagioni furono altalenanti ed il migliore risultato che raccolse fu un terzo posto nel 1992 in Gran Bretagna.

Era un bel pilota, ma di quelli che si capisce ottengono risultati solo grazie al loro talento. Non per la dedizione allo sport.

Forse fin da allora - non possiamo giurarlo - Juan aveva problemi più grandi da risolvere. Quel che certo è che li ebbe a carriera conclusa. Fu arrestato due volte, nel 98 e nel 2015 per lo stesso dannato vizio, la droga.

Recentemente era tornato a farsi vedere nei circuiti, una vittoria per lui e per noi. Era segnato fisicamente, appariva più vecchio dei suoi 52 anni, ma era tornato in moto tanto da prendere parte a Jerez alla 'World GP Bike Legends', una esibizione assieme ai campioni dell'epoca. Gardner, Spencer, Sarron, De Radigues, Schwantz, Crosby, Cardus.

L'adrenalina era la cura di cui aveva bisogno, così come della vicinanza dei vecchi avversari.

Correndo aveva lasciato indietro i suoi fantasmi e conoscendolo se li sarebbe lasciati dietro.

E' l'unica cosa che, in questa triste occasione, ha consolato il paddock del motomondiale. E soprattutto i piloti suoi connazionali per cui Garriga era uno degli eroi del passato.

"Su di lui ho ascoltato molte storie da mio padre, Chico, che era un suo tifoso", ha ricordato Jorge Lorenzo.

"Conoscevo il figlio, che corre nelle categorie minori", ha spiegato Marc Marquez.

Nessuno dei due lo aveva mai incontrato personalmente.

"Risalire sulla mia 500, a Jerez, è stato fantastico e vedere Spencer, Schwantz, Gardner in azione mi ha dato l'impressione di essere tornato indietro nel tempo", aveva detto Garriga dopo la sua apparizione a Jerez.

A noi basterebbe che le lancette camminassero al contrario sino a lunedì scorso.

 

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