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MotoGP, La rivincinta delle 'seconde guide'

Ducati, Suzuki, Pramac e Tech3: traditi i pronostici di inizio campionato e il gregario diventa capitano

MotoGP: La rivincinta delle 'seconde guide'

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La lotta fra compagni di squadra è un argomento quanto mai attuale considerata la coabitazione in testa alla classifica di Lorenzo e Rossi. Il motto che il primo rivale sia il pilota con cui si divide il box è tanto conosciuto quanto vero, perché a nessuno piace prendere la paga da chi ha l’identica moto. Questa volta non vogliamo però parlare della coppia Valentino-Lorenzo, ma di altre.

In MotoGP non si può dire che esista una ‘seconda guida’ all’interno delle squadre, ma a inizio campionato c’è sempre un pilota fra i due che parte con i favori dei pronostici. A volte perché è il pilota più esperto, o per i risultati che ha ottenuto in carriera. Le previsioni - è il bello del nostro sport - non è detto che vengono rispettate ed ecco che il gregario si trasforma in capitano.

IANNONE BATTE DOVIZIOSO - E’ il caso del team ufficiale Ducati, che per il 2015 ha scelto due piloti con lo stesso nome nome di battesimo ma dai caratteri opposti, l’analitico Dovizioso e l’istintivo Iannone. Nelle prime gare tutte è andato secondo i piani, con il forlivese che sfornava podi a ripetizione e l’abruzzese alle sue calcagna. Fino a Jerez, quando per la prima volta The Maniac è stato davanti al compagno di squadra, rallentato da un guasto tecnico.

A Le Mans si sono ristabiliti i ruoli, ma dal Mugello in poi l’abruzzese non ha sbagliato più un colpo. Il Dovi ha invece dovuto fare i conti con errori e qualche guaio tecnico. Si può dire che i ruoli si sono scambiati e Iannone è diventato un pilota costante che porta a casa sempre il massimo e i 38 punti in più in classifica lo dimostrano. In qualifica (i punti che vedete nella tabella a fianco sono quelli della classifica BMW Award) invece la situazione è maggiormente equilibrata. L’abruzzese è davanti ed entrambi vantano una pole position, però nelle ultime quattro gare il Dovi non è mai riuscito a stare davanti al suo omonimo.

Maverick Viñales e Aleix EspargaròSUZUKI: ATTENTI A MAVERICK - Per il ritorno in MotoGP, Davide Brivio era stato sul classico: un pilota esperto e un debuttante. Aleix Espargarò nei primi GP aveva avuto gioco facile su Maverick Viñales ma nelle ultime settimane le cose sono cambiate. Il debuttante ha avuto un approccio intelligente alla classe regina, non ha voluto strafare ma procedere passo dopo passo, e i risultati incominciano a vedersi.

Se Aleix ha regalato una pole position alla Casa giapponese, il miglior risultato in gara (6° posto a Barcellona) appartiene a Maverick. Il pilota di Figueres sorprende anche per un altro motivo, fino a Brno era sempre andato a punti, un risultato per niente scontato per un rookie (e infatti la classifica lo premia). In Suzuki il vento sta cambiando, Espargarò deve reagire se vorrà stare davanti alla ‘sua metà’.

Bradley Smith e Pol EspargaròSMITH, CONCRETEZZA BRITANNICA - Passiamo al box di Tech3 dove bisogna evidenziare una differenza rispetto ai due casi precedenti. Smith ed Espargarò non guidano una M1 identica, quella dello spagnolo ha ricevuto aggiornamenti durante questi mesi mentre quella dell’inglese è sostanzialmente la Yamaha ufficiale della metà della scorsa stagione. Pol  era quello su cui si riponevano più aspettative alla seconda stagione in MotoGP, invece Bradley ha giocato da outsider (e i risultati gli sono valsi il rinnovo di contratto).

Basta un dato: nelle prime 11 gare Smith è arrivato davanti a Espargarò per ben 9 volte ( e ha sempre tagliato il traguardo). Il britannico sta facendo un ottimo lavoro e mostrando una crescita un po’ tardiva ma interessante. Lo spagnolo invece sembra essersi perso e ha bisogno di ritrovare tranquillità per potere esprimersi al meglio.

I due sfatano la leggenda dei compagni di squadra nemici a tutti i costi. Non solo hanno vinto insieme la 8 Ore di Suzuka, ma vivono entrambi ad Andorra e praticamente si vedono 7 giorno su 7, fatto su cui non mancano di scherzare.

Danilo Petrucci e Yonny HernandezMETTI UN PETRUCCI DAVANTI A HERNANDEZ - Anche in Pramac le Desmosedici in dotazione ai due piloti sono diverse. Petrucci ha la GP14.1 (in sostanza la moto che Crutchlow ha usato a fine 2014), Hernandez la 14.2 (la versione più evoluta e più stretta di fianchi). Danilo era una vera e propria scommessa perché nessuno aveva certezze su quale fosse il suo potenziale non avendo guidato una moto competitiva in MotoGP. Per ora la puntata si è rivelata vincente e Petrux ha preso la paga dal compagno di squadra solo 3 volte in 11 gare (e ha 22 punti in più in classifica). In qualifica si registra un pareggio perfetto.

Bravo il ternano e deludente il colombiano che aveva fatto intuire di potere fare un ulteriore passo in avanti. La sua crescita invece si è arrestata e il suo posto in squadra è quanto mai traballante. Danilo invece ha sfruttato l’occasione buona, riuscendo a imparare velocemente e ad adattarsi a una moto per nulla facile da guidare. Nel 2016 vestirà gli stessi colori e riceverà anche la GP15, la giusta ricompensa.

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