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MotoGP, Indianapolis: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Marquez l'americano batte Lorenzo, Rossi si difende. Ducati ancora opache, Suzuki in caduta libera

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Indianapolis è famosa per la 500 Miglia, per avere dato i natali al comico David Letterman e al criminale John Dillinger e per avere un pista su cui Marquez vincerebbe anche con un triciclo. Lorenzo ce l’ha messa tutta per fare rimanere a bocca asciutta il piccolo diavolo, ma lo champagne è andato a Marc.

Se l’è cavata anche Rossi, che ha dato il peggio di sé in prova e il meglio di sé in gara. Per fortuna i punti si assegnano solo nella seconda. Sempre sugli stessi livelli – bassi – invece la Ducati, che non ha ritrovato la bussola neppure nel Midwest.

In Moto2 Rins e Morbidelli hanno dimostrato di potere essere il futuro (molto prossimo) della categoria, mentre in Moto3 Livio Loi ha vinto più con la furbizia che con la velocità. Ma a volte serve anche quella.

IL BELLO – Il dio dei motociclisti non va in vacanza e ha preparato un agosto da ricordare. Stagioni come queste capitano una volta ogni tanto: ci sono Rossi e Lorenzo ai ferri corti e Marquez a tentare l’impossibile. Neanche il tifoso più becero può negare i meriti dei tre ragazzi terribili. L’esperienza di Valentino, la maniacalità di Jorge, la pazzia di Marc, tutte  miscelate all’impazzata con una grossa dose di talento. Un consiglio, sia che siate in spiaggia o sui monti non dimenticatevi delle prossime gare.

Andrea DoviziosoIL BRUTTO – Ci risiamo, le Rosse hanno perso il loro splendore e una patina opaca si è incollata alla GP15. Iannone cerca di tirarla a lucido ma più di tanto non può fare, Dovizioso ha steccato in qualifica e in gara non ha rinunciato a un pizzico di iella, compagna fedele nelle ultime gare. Non siamo ai livelli dello scorso anno, per carità, ma il podio è diventato un ricordo più che un obiettivo. San Dall’Igna, pensaci tu.

IL CATTIVO – Il mercato estivo non è dei più entusiasmanti con tutti i posti che contano già bloccati. Due piloti in predicato per la MotoGP sono Zarco (attuale leader della classifica Moto2) e Rabat (campione in carica della stessa classe). Peccato che, chiacchierando nel paddock, l’interesse per loro sia pari a quello di una cioccolata calda a ferragosto. La Moto2 sarà una buona scuola, ma solo per qualcuno.

Maverick Viñales e Aleix EspargaròLA DELUSIONE –  E’ la Suzuki a occupare questa casella per la seconda volta consecutiva, non un buon primato. La GSX-RR sta facendo il gambero e Aleix Espargarò con lei. Onore al merito a Maverick Viñales, debuttante che ci mette una pezza.

LA CONFERMA  – Sono due bei nomi e hanno molti occhi addosso. Alex Rins e Franco Morbidelli erano attesi alla prova decisiva e tutto è andato per il verso giusto. Per lo spagnolo la prima vittoria, per l’italiano il primo podio. Bene così.

L’ERRORE – A volte serve il coraggio e anche un pizzico di follia, quelli che hanno avuto Loi, McPhee e Oettl (e i loro team) per azzardare le slick. Quello che non si capisce è perché tanti altri piloti non di classifica non abbiano fatto lo stesso. Tutti a lezione di strategia.

Danilo PetrucciLA SORPRESA – Una Ducati in seconda fila non fa notizia, a meno che non sia la vecchia GP14. Danilo Petrucci si è preso una bella soddisfazione il sabato e anche in gara non ha sprecato nulla. Fino allo scorso anno sembrava un pilota in cerca d’autore, l’ha trovato.

IL SORPASSO – Studiato, temuto,  preparato, annunciato, decisivo. Se avete altri aggettivi abbondate pure perché Marquez ha annientato nello spazio di una frenata Lorenzo. Jorge è stato perfetto per tutta la gara ma non è bastato. C’è da riflettere.

LA CURIOSITA’ – Fino al Sachsenring il Belgio non festeggiava una vittoria nel motomondiale da più di 30 anni. Simeon aveva rotto il ghiaccio e all’occasione seguente Loi lo ha copiato. I casi della vita.

IO L’AVEVO DETTO – Dani Pedrosa era sicuro dopo la prima fila: “aiutare Marquez? Io voglio lottare per la vittoria”. Non ha fatto né l’uno né l’altro.

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