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SBK, Laguna Seca: il Bello, il Brutto, il Cattivo

Davies diventa Capitan America, anche le Kawasaki perdono i superpoteri


Serviva un supereroe per riportare Ducati ad una doppietta in SBK – l’ultima risaliva al lontano 2012 con Carlos Checa ad Imola – e, a Laguna Seca, Chaz Davies ha risposto all’appello. Il gallese, che in abiti civili sembra quasi dimesso, ha sfoggiato dei superpoteri una volta indossata la sua tuta rossa, annientando i “Goblin” verdi delle Kawasaki ufficiali, e tutti gli altri, con due galoppate solitarie dalla pole position. Quanto basta, con giochi per il titolo ormai chiusi da tempo, per dare una scossa ad un campionato che pareva assopito.

IL BELLO – Davies ha grinta e muscoli da vendere, ma preferisce mostrarli soltanto in sella. Dopo la doppietta, qualcuno gli ha immediatamente affibbiato il soprannome di Capitan America, ma a noi è parso più simile a Superman. Non solo per i modi pacati e senza effetti speciali. Su una pista che, a detta sua, “nasconde i limiti della Panigale”, sembrava di un altro pianeta. La sua riconferma per il 2016 è scontata. Ora tocca a Ducati affilare le sue armi per avvicinarsi ancora di più a Kawasaki.

IL BRUTTO – La tragedia che ha colpito Martinez e Rivas nella seconda manche della massima cilindrata nel campionato MotoAmerica ha oscurato in un istante ogni gioia e festività. La gara è stata poi ripresa, ed è stata (a detta dei colleghi americani) la più bella dell'anno, anche se non ha senso parlare di vincitori e vinti. Il fato opera spesso in modi misteriosi.

IL CATTIVO – Laguna Seca è una delle piste più spettacolari in calendario, ma più per le sue caratteristiche uniche che per i sorpassi. Di questi, se ne sono visti con contagocce. Qualche schermaglia casalinga in Kawasaki e Aprilia – segno che forse il regolamento non è equilibrato come si sostiene – e poco più. Non fosse stato per la bellezza del palcoscenico, c’era il rischio di farsi un sonnellino.

LA CONFERMA – Su 18 manche fin qui disputate, 12 si sono concluse con un podio interamente britannico. Senza incolpare i cugini d’oltremanica per una superiorità meritata, va sottolineato come una maggior varietà geografica sia nell’interesse di tutte le parti coinvolte in un campionato che, fino a prova contraria, è mondiale.

L’ERRORE – Due brutte partenze dal secondo posto in griglia hanno tolto Davide Giugliano dal cast dei possibili protagonisti. In Gara Uno, il romano ha saputo pazientare, limitando i danni con un quarto posto. In Gara Due, con qualche goccia di pioggia, sua storica alleata, no. Il risultato: una centrifuga nella via di fuga, conclusasi solo con qualche livido e un brutto spavento. Ne aveva già preso un altro in Australia, basta così.

LA DELUSIONE – Forse è colpa del cibo ipercalorico americano, ma il cannibale Rea sembrava non avere appetito in gara. Ha provato a passare Sykes più volte, ma senza la solita convinzione. Secondo lui mancava qualcosa in frenata, ma forse anche un pizzico di cattiveria in più non avrebbe guastato. Ci aveva abituato bene!

LA SORPRESA – Dopo gli exploit di Canepa in prova, il sesto posto di Badovini in Gara Due conferma le doti delle nostre seconde linee. Senza moto ufficiali è difficile fare di più, ma c’è chi si arrende per molto meno. Applausi anche per Vizziello, a punti in entrambe le gare nonostante una moto non esattamente aggiornata.

IL SORPASSO – In carenza di materiale in SBK, guardiamo a MotoAmerica. La mossa all’esterno di Beaubier su Roger Hayden al Cavatappi prima del cambio di direzione contiene dosi eguali di estro e coraggio. Il fratello di Nicky ha tentato di restituirgli il favore con un ingresso da flat-track all’ultima curva, ma il giovane pupillo Yamaha lo aveva previsto e si è tenuto lontano dai guai. Bravi tutti.

LA CURIOSITÀ – A Laguna Seca non piove mai, o quasi. La domenica all’alba è arrivato il diluvio. “Non vedevo una pioggia simile dal 2000”, ci ha raccontato un simpatico veterano addetto al trasporto di cortesia. Resta Seca, ma ieri mattina era più che altro Laguna…

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