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MotoGP, Marquez-Pedrosa: Honda d'urto al Sachsenring

GARA - Dominio del campione del mondo. Daniel batte Valentino Rossi nella sfida per il secodo posto


Sesta vittoria in carriera tra le montagne e le colline della Sassonia, una confermata fiducia e, sopratutto, un alloro arrivato alla vecchia maniera, alla Marc Marquez.

In una parola? Dominio.

Sui sali scendi del Sachsenring non ha volato il barone rosso, ma di certo un missile con le ali, guidato alla perfezione da Marc Marquez. Superiore fin dal venerdi, in gara ha saputo attendere e cogliere il momento decisivo, dopo una partenza fulminea di Jorge Lorenzo. Ha avuto la calma dei più forti oggi, attendendo il momento giusto per l'attacco.

Il ritorno al passato, con il telaio 2014, ha riportato la staccata ad esser un punto di forza. Come son lontani quei momenti come Barcellona. Da li in poi, Marquez ha gestito, conquistato, chiudendo in scioltezza sotto la bandiera a scacchi.

Una vittoria che lo stesso Marquez, si attendeva più combattuta. Per questo - lui come Pedrosa - avevano scelto l'anteriore duro e non l'asimmetrico: "Con la soft mi sentivo un pochino meglio, però ho utilizzato la 38 pollici. volevo mantenere la gomma per il finale. Sono contento in questo fine settimana siamo sempre stati primi, era tanto che non ci riuscivamo. Andiamo ora in vacanza ma continuiamo a lavorare per fare ancora meglio".

Il missile con le Ali riporta in vetta anche Daniel Pedrosa. Dopo un unizio di stagione da incubo, tanto da fargli pensare al ritiro, e la successiva operazione al braccio, Pedrosa è tornato quello dei tempi migliori.

Oggi Daniel chiudeva le traiettorie e sfruttava la sua Honda RCV in maniera eccellente. Ha aspettato per attaccare Valentino Rossi. Poi, una volta passato, ha gestito la situazione. Quando è servito poi, nel finale, ecco la zampata che gli ha dato il secondo posto in maniera certa e sicura:

"E' stata una gara molto difficile, sopratutto all'inizio, era tanto che non combattevo davanti con i migliori. Ho preso il ritmo. Mi sono ritrovato in quarta piazza. Ho avuto qualche problema con le regolazioni della moto. A serbatoio vuoto mi sono sentito meglio. Ho passato Jorge poi ho ripreso Valentino. La sua Yamaha usciva forte dalle curve. Poi il sorpasso e ho allungato. Un bel risultato, anche se arrivato tardi".

Terzo Valentino Rossi che avrebbe di che sorridere se si fermasse a guardare al bicchiere mezzo pieno: pista Honda, Jorge Lorenzo rimasto dietro, e lui in grado di battagliare fino all'ultimo. Certo è che con un ritorno cosi in auge di Marquez, nonostante i punti di vantaggio, i giochi si fanno comunque più complicati per il titolo mondiale: "Non era possibile tenere dani Pedrosa. Credo che avesse qualcosa in tasca. Volevo provare a battermi con lui ma era troppo veloce. In ogni caso sappiamo che in questa pista dobbiamo soffrire. Aspettiamo per piste migliori per noi".

Quarta piazza quindi per Jorge Lorenzo, autore di un inizio sfoglorante, ma poi non in grado di tenere il passo dei primi tre. Quinto e sempre più consistente e maturo Andrea Iannone con la Ducati ufficiale. Una Ducati che deve registrare l'ennesimo zero per Andrea Dovizioso. Se negli ultimi tre round la sfortuna lo aveva letteralmente bersagliato, oggi purtroppo, Andrea è incappato in una scivolata da classica perdita dell'anteriore.

Sesta piazza per Bradley Smith - oramai sempre più deciso e consistente, tanto da essere il miglior pilota privato in campionato - davanti a Cal Crutchlow, Pol Espargaro, Danilo Petrucci e la coppia Espargaro-Vinales in lotta fin sotto la bandiera a scacchi con le Suzuki.


CRONACA DI GARA

Allo start ottima partenza di Daniel Pedrosa, ma è Jorge Lorenzo che riesce a fare l'hole-shot passando esterno Pedrosa e Marquez. Un Marquez che cerca di ristabilire immediatamente le gerarchie passando il suo compagno di squadra entro il primo giro. Dietro, leggermente più bloccato è Valentino Rossi che solo al termine del primo giro riesce a passare Iannone.

I quattro protagonisti sono tutti allineati e staccati. Già perchè le Ducati non riescono a fare ritmo, anzi: Yonny Hernandez al secondo giro attacca e lotta con Andrea Iannone.

Al termine del secondo giro Valentino Rossi si ricongiunge con i primi tre girando in 1'21.810. I Fantastici quattro sono oramai quasi tutti a contatto, ma Rossi è vittima di un highside che gli fa perdere qualche decimo.

Lorenzo nel frattempo continua a tenere la testa dettando il ritmo. La tattica è chiara: se Marquez dovesse superare l'alfiere di Iwata, molto probabilmente potrebbe scappare senza troppi problemi. 28 giri al termine e Scott Redding saluta la compagnia: scivolata all'ultima curva.

26 giri al termine e sul rettilineo d'arrivo Lorenzo e Marquez sono sempre più vicini con Pedrosa sornione subito dietro. Ma ancora una volta è Rossi a stampare il giro più veloce in 1'21.641. Sono solo le prime fasi della gara e comunque non si sta girando con un ritmo velocissimo. Quarto giro e Rossi alla penultima curva supera Pedrosa e si porta in terza posizione.

Lo spazio di una curva e Marquez passa Lorenzo. Ora si vedrà se Marquez riuscirà a scappare imponendo il suo ritmo, e se Lorenzo o al più Rossi o Pedrosa sapranno rimanere incollati.

Per il momento il maiorchino non sembra in grado di tenere il ritmo di Marquez. Rossi d'altro canto, sta braccando il suo compagno di squadra. 24 tornate al termine e Marquez in un solo passaggio riesce a prendere mezzo secondo su Lorenzo. Nel frattempo, nelle retrovie, si ritira Aoyama per una scivolata. Stessa sorte per Di Meglio. Marquez scappa? Rossi risponde e passa alla penultima curva Lorenzo, ma il maiorchino non ci sta e all'ultima curva incrocia la traiettoria e si riporta in seconda poszione. 1'21.610 per l'alfiere Honda e vantaggio che aumenta, complice anche la lotta tra i due portacolori di Iwata.

La gara è ancora lunga però: mancano 23 passaggi alla bandiera a scacchi. Rossi ritenta l'attacco. Stesso punto del giro precedente, stavolta manovra riuscita. Ora a 22 passaggi dal termine si vedrà se l'italiano avrà il passo per riprendere Marc Marquez, altrimenti lo spagnolo vivrà di corsa solitaria. In mezzo giro però, Rossi distanzia Lorenzo di 4 decimi, girando praticamente uguale a Marquez. 1.7 secondi però non sono pochi. Lorenzo sembra non avere il ritmo degli altri tre. così, anche Daniel Pedrosa, dopo un paio di giri, prende la terza piazza.

Al contempo, Marquez continua a tirare indisturbato girando in 1'21.530. Attenzione però perchè anche Pedrosa è molto veloce. Una volta liberatosi di Lorenzo, si è rifatto sotto immediatamente a Rossi. Un Rossi a cui viene chiesto di cambiare mappatura a livello freno motore. La gomma comincia a consumarsi, serve più dolcezza e meno intervento? Pedrosa intanto ha girato 4 decmi più forte. La Yamaha scorre troppo, la Honda gira più stretta.

Nel frattempo, dopo i primi quattro, uno sguardo alla classifica parla di un Andrea Iannone consistente in quinta piazza, ma attenzione a Smith che sembrerebbe poter prendere il Ducatista. Sta risalendo la china anche Dovizioso, alle spalle di Crutchlow. Nona piazza per Yonny Hernandez, decimo invece è Petrucci che si è appena messo dietro le Suzuki ufficiali e la Yamaha di Poncharal.

Mancano 16 giri al termine e Andrea Dovizioso saluta la compagnia. Purtroppo il Ducatista è caduto alla curva 6. Il quadro della gara vede frattanto Marquez oramai scappato, con Rossi che sta oramai difendendo la posizione nei confronti di Pedrosa, mentre Lorenzo è oramai staccato ad 1.3 secondi. Mancano 14 giri al termine: Daniel Pedrosa attacca Rossi alla penultima curva e si prende la seconda posizione. Subito dopo alla prima staccata l'italiano prova la risposta ma senza successo. La Honda gira più stretta, spigola meglio. Pedrosa arrivati a metà gara, gira sul passo del 1'21 alto, Rossi dell'1'22 basso.

Undici tornate al termine. Le parole di Galbusera sembrano profetiche: "le Honda scappano, non c'è storia. Bisogna vedere quanto resisterà la gomma di Valentino fino a fine gara, e se rientra Lorenzo". Marquez e Pedrosa girano sull'1'21.9-8, Valentino Riesce a tenere comunque la scia di Pedrosa, rimanendo a 3 decimi. Lorenzo di contro non riesce a guadagnare o tenere, perdendo altri tre decimi. Mancano nove tornate alla bandiera a scacchi e se la lotta per la vittoria è oramai una faccenda chiusa e sigillata visto il vantaggio di Marquez, per il secondo posto Pedrosa dovrà guardarsi comunque le spalle da Rossi. Un Rossi che bracca ancora il pilota Honda.  In vista di un duello nel finale?

Frattanto, guardando nelle retrovie, Claudio Corti rientra ai box, per poi rientrare in pista. Fieno in cascina verrebbe da dire.

Sempre analizzando le posizioni di centro classifica, da sottolineare come Petrucci si trovi davanti ad Herandenz, e lo stesso Maverick Vinales davanti ad Aleix Espargaro. Mancano cinque tornate e Valentino Rossi sembra perdere nel T1 e T2 rispetto a Pedrosa, per poi riprendere il terreno perduto negli ultimi settori dove vi sono staccate decise. Praticamente però, sia Daniel che Valentino finora hanno girato sugli stessi tempi. Quattro tornate al termine e Pedrosa prova a staccare Rossi, dando uno strattone: in due settore prende 7 decimi all'italiano.

Si ritira definitivamente Claudio Corti. Tre giri alla bandiera a scacchi ed oramai i giochi sembrano fatti e compiuti. Marc Marquez viaggia solitario, mentre Pedrosa è risucito a staccare Rossi, tenendolo ad un secondo di distacco.

Ultimo passaggio e Marquez ha 2.8 secondi di vantaggio su Honda. E' dominio dell'ala Dorata. Marc Marquez vince il gran premio di Germania davanti a Daniel Pedrosa, Valentino Rossi, poi Lorenzo, Iannone, Smith, Crutchlow, Pol Espargaro, Petrucci, Aleix Espargaro in volata su Maverick Vinales dopo un bel duello casalingo. Per Marquez è la sesta vittoria consecutiva al Sachsenring tra le varie classi. Per Rossi è il 13esimo podio consecutivo.

La classifica: Rossi 179 punti, Lorenzo 166, Iannone 118, Marquez 114

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