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MotoGP, Smith-Espargaró: compagni veri per la 8 Ore

La coppia sulla R1 ufficiale. Pol: "In MotoGP pensi solo a te stesso, a Suzuka devi essere altruista"

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Il compagno di squadra è il primo degli avversari, ma c’è sempre qualche eccezione alla regola numero uno delle corse. Per esempio, una gara di endurance a squadre come la 8 Ore di Suzuka. Ne sanno qualcosa Bradley Smith e Pol Espargaró, rivali tra le mure del box del team Yamaha Tech3, ma complici in sella alla R1 del team ufficiale Yamaha a fianco dello storico pilota e collaudatore di Iwata, Katsuyuki Nakasuga.

“In Giappone è andata bene – ha commentato Smith riguardo ai test effettuati recentemente insieme al compagno – Ha piovuto tutto il tempo, sia io che Pol abbiamo fatto solo cinque giri sull’asciutto, ma la nuova R1 sembra comportarsi molto bene. È molto simile alla M1, ma dobbiamo continuare a svilupparla. Nakasuga ha fatto grandi risultati ed ottimi tempi. E poi conosce la MotoGP, sa che cosa vogliamo in termini di assetto. Sia io che Pol gli abbiamo detto che ha fatto un ottimo lavoro”.

“L’elettronica è esattamente la stessa che usiamo in MotoGP, e la moto si comporta in modo molto simile alla M1 – gli ha fatto eco EspargaróMi aspettavo che la moto si muovesse molto, una costante nelle gare SBK, invece è molto stabile ed ha tanta aderenza. Come guida, è molto simile ad una MotoGP”.

Le dinamiche all’interno del box, invece, sono diametralmente opposte a quelle tipiche di Smith ed Espargaró nel motomondiale.

“Devi essere meno egoista – ha osservato lo spagnolo – In MotoGP ti concentri solo su te stesso, sui tuoi dati, sul tuo assetto. A Suzuka devi pensare anche ai problemi dei tuoi compagni di squadra, adattarti. Con Bradley abbiamo avuto qualche problema con la pioggia ed abbiamo seguito percorsi separati con i rispettivi meccanici, ma a fine giornata siamo arrivati alle stesse conclusioni dopo una bella chiacchierata”.

“Qui non parliamo praticamente mai nel weekend, se non un paio di minuti nei debrief pomeridiani – ha poi aggiunto EspargaróCambia la relazione, è più amichevole. Siamo chiamati compagni di squadra, ma dividiamo il box e basta, in realtà siamo ciascuno il primo avversario per l’altro”.

Su una cosa, comunque, i due sono perfettamente d’accordo. “Suzuka è una pista divertentissima quanto pericolosa – hanno detto praticamente all’unisono – È un peccato che non sia stata modernizzata per continuare ad ospitare il mondiale”.

Per chi, come i due alfieri di Tech3, non vi ha mai corso, prenderne i riferimenti è tutt’altro che facile. “Fare le traiettorie è davvero complesso, ti servono diversi giri per capirle – ha confermato EspargaróNakasuga mi ha dato due secondi in due chicane, non volevo crederci (ride). Dobbiamo fare altri test, sistemare l’assetto e rifinire il nostro stile di guida, e poi capire il limite. Prima di allora, non posso dire chi sarà il nostro rivale principale, ma immagino che si tratterà della Honda con Stoner e Vd Mark”.

Se è vero che l’unione fa la forza, i due piloti faranno veramente i “compagni” di squadra. Solo per una volta però: al Sachsenring, ciascuno tornerà a concentrarsi soltanto su sé stesso.

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