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SBK, Scassa: Ducati, motore portante un limite

"...ma la moto è cresciuta molto. Molte modifiche di ciclistica, e c'è ancora margine"

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“Mi sento un po’ legnoso, devo ancora riprenderci la mano”, ha detto con un sorriso Luca Scassa al termine della FP1 che ha coinciso con il suo ritorno alle corse (da wild-card) in sella ad una terza Panigale schierata dal team factory a Misano. Il 31enne aretino, a poco più di un anno dal brutto infortunio a Misano in prova con la ART (nel quale ha riportato la frattura del femore ed aggravato un precedente problema al bacino) ha vissuto una sorta di primo giorno di scuola sul circuito intitolato a Marco Simoncelli, dove ha guidato per la prima volta una moto ufficiale. Non è mai troppo tardi per tornare sui banchi.

“Assolutamente, è la moto più ufficiale che abbia provato in vita mia. Manca lo scarico nuovo, ma ho tutti gli aggiornamenti che Ducati ha portato fino a Donington”.

Come hai preparato questo appuntamento?

“Ho fatto solo tre giorni di test al Mugello, anche perché ho tolto le viti dal femore da poco, e prima non potevo correre rischi. Qui a Misano avevo provato la stradale ad aprile, ma senza forzare, era più che altro per rifare conoscenza con la pista. Il nuovo asfalto ha più grip ed è più regolare. Prima, dopo la Quercia, cambiava e la moto si muoveva molto”.

Da pilota a collaudatore, e vice-versa, come stai vivendo questa esperienza?

“Ho fatto un lavoro simile con MV Agusta, ma era mirato alla produzione. Qui invece parliamo di una SBK pura. È una novità e non ho riferimenti, non avendola guidata lo scorso anno. Ma il lavoro con la squadra è intenso e procede bene”.

Che cambiamenti hai potuto osservare fin qui?

“La ciclistica è cambiata tanto. Quest’anno la moto è generalmente stata abbassata e l’interasse allungato, con buoni risultati. Io però sono alto e più pesante della media, ho ancora qualche problema in staccata”.

Ducati ha portato molti aggiornamenti tecnici, ma raccolto soltanto una vittoria con questa moto. È una coperta corta o si può ancora migliorare?

“C’è ancora margine, ma già quest’anno abbiamo fatto un bel salto in avanti, grazie anche al regolamento più vicino alla serie. La Panigale è una moto molto performante, già appena uscita da un concessionario”.

Il progetto Panigale SBK però è giunto al quarto anno, senza regalare particolari soddisfazioni, soprattutto se paragonata alle “vecchie” supersportive di Borgo Panigale. Qual è il problema principale?

“Non sono un ingegnere, ma da profano penso che il motore portante abbia un po’ limitato lo sviluppo. Ma Ducati sa come fare le cose, e sono sicuro che i risultati continueranno a migliorare”.

Anche con il tuo aiuto. Che progetti hai per il futuro?

“Aruba ha un contratto di tre anni, e penso che il mio impegno sia della stessa durata, ma non abbiamo ancora parlato del futuro. Potrei fare il pilota, il collaudatore, o tutti e due come quest’anno”.

Hai altre wild-card in programma?

“Jerez e Magny Cours, ma ancora non c’è niente di ufficiale”.

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