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SBK, Portimão: il Bello, il Brutto, il Cattivo

Rea insaziabile, Sykes sfortunato. Ducati e Aprilia sul podio ma sempre più distanti


Reduce dal suo “peggiore” (ma per il quale altri farebbero carte false) weekend dell’anno a Donington, dove è stato preceduto per due volte sul traguardo dal compagno-rivale Tom Sykes, Jonathan Rea ha subito ristabilito le gerarchie a Portimão. Con 10 centri in 14 manche e quattro doppiette (Tailandia, Olanda, Italia e Portogallo), la SBK ha trovato in lui un capocannoniere incontrastato – si è anche messo la maglia del Barcellona nei festeggiamenti, per restare in tema calcistico – mentre coloro che sulla carta dovrebbero contrastarlo continuano a perdere la marcatura. Per quanto generosi, gli scatti d’orgoglio dei vari Sykes, Haslam, Davies e Giugliano continuano a rivelarsi vani. Sulla lunga distanza, il numero 65 fa ancora un altro sport. Ci consola l’ennesimo “triplete” nella Stock 1000 con Tamburini, Savadori e De Rosa.

IL BELLO – Dopo Donington, dove ha battuto Rea ad armi pari, Sykes era convinto di aver cambiato l’inerzia del campionato. Le velleità del vice-campione sono state però ridimensionate (complice anche una buona dose di sfortuna) dall’orgoglio del compagno di squadra. Semplicemente, Rea non sbaglia mai, o quasi. Nemmeno una caduta durante la Superpole ed una partenza dall’ottava casella ne hanno interrotto la corsa (sempre più solitaria) verso il titolo. In gara, il nordirlandese ha nascosto abilmente i guai fisici per non dare vantaggi psicologici alla concorrenza, partendo come un fulmine e premendo un immaginario pulsante “fuga” quando lo ha ritenuto più opportuno. Chi non gli ha dato fiducia in MotoGP, forse, sta rimuginando.

IL BRUTTO – Quasi certamente il duello sarebbe stato appannaggio di Rea – questo dicono i cronologici – ma la sfortuna di Sykes (malfunzionamento elettronico estemporaneo in Gara Uno e gomma forata in Gara Due) hanno spento sul nascere un duello che avrebbe potuto infiammare il pubblico e ridare linfa ad un campionato ancora alla ricerca di un’identità precisa dopo il ritiro dei suoi Eroi. Sarà per la prossima volta? Tra Portimão e Misano, consigliamo a Sykes di fare una gita a Lourdes.

IL CATTIVO – Il tracciato di Portimão, così ricco di cambi di pendenza e curve cieche, è tra i più fisici ed entusiasmanti in calendario. Peccato che, anno dopo anno, le condizioni del tarmac si avvicinino a quelle di un lastricato da centro storico, con buche sempre più vistose. Un peccato, perché le piste “vere” come quella dell’Algarve sono ormai una specie in estinzione.

LA CONFERMA – Giugliano è tornato, e non è più quello di una volta. Il Bandito 2.0 appare più maturo (0 cadute in gara, una sola in prova dovuta ad un’incomprensione con Rea) mentalmente. Agonisticamente, con questo Rea, serve ancora un po’ di tempo per raccogliere i frutti ma, dopo una caduta che ha rischiato di porre fine alla sua carriera, il romano sta dimostrando di aver seminato nuovi campi.

L’ERRORE – Con la caduta alla 5 sul bagnato in Gara Uno, Haslam ha definitivamente abbandonato ogni speranza di infastidire Rea nel campionato. Il britannico, sempre più acciaccato alle costole, ha risposto con grinta e coraggio chiudendo Gara Due al terzo posto, ma i punti di svantaggio sono ora 131, ed Aprilia ha pensato bene di cominciare a muoversi anzitempo sul mercato.

LA DELUSIONE – 1'45.448, è il miglior tempo in gara di Nico Terol, oltre mezzo secondo più lento del compagno di box Raffaele De Rosa, che ha girato in 1'44.998 con la Panigale Stock. Numeri che parlano da soli. Lo spagnolo, così come Randy De Puniet, non si è ancora adattato alla SBK. Più di metà del campionato è però in archivio, e di questo passo difficilmente si potrà andare avanti. Anche perché Baiocco, che si è diviso negli anni passati tra le mansioni di collaudatore Ducati e pilota nel CIV, ha fatto ben di più.

LA SORPRESA – È un peccato considerarla tale, ma il quinto e sesto posto di Sylvain Guintoli con la Honda lo è. Il francese campione in carica sta vivendo con la solita professionalità e signorilità una situazione tutt’altro che facile, ma difficilmente la filiale europea (lasciata sostanzialmente sola da HRC) riuscirà a trattenerlo, nonostante l’impegno profuso. C’è poco da fare, quando si lotta contro moto di diversi anni più giovani…

IL SORPASSO – Cluzel è riuscito finalmente a battere Sofuoglu nell’ennesimo corpo a corpo in Supersport. Un duello duro e pulito, vinto dal francese con una staccata chirurgica alla curva 5. Bella anche la sincera e forte stretta di mano tra i due – tutt’altro che amici – in parco chiuso. La strada resta in salita, ma MV Agusta ed il suo piccolo francese hanno giocato un brutto scherzetto a Golia.

LA CURIOSITÀ – PJ Jacobsen ha chiuso il podio della Supersport, ma in molti sono accorti che l’americano ha cambiato squadra e moto, passando a Honda da Kawasaki. Il team Intermoto non si è infatti presentato in Portogallo. Il motivo? Il proprietario Josef Kubicek è scomparso da diversi giorni – pare lasciando diverse pendenze aperte – e la polizia ha messo tutto il materiale sotto sequestro. Un giallo di cui si sarebbe fatto volentieri a meno…

IO L’AVEVO DETTO –  “Qui ho preferito non rischiare, ma a Portimão posso fare una doppietta”, le parole di Rea dopo la duplice “sconfitta” di Donington. Il 65 è uno di parola.


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