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SBK, Portimão, Rea: vincere non è noioso

"La sconfitta di Donington mi ha dato una motivazione in più. Non cambierò il mio approccio alle gare"

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Quattordici manche, 330 punti, 124 di vantaggio in campionato, 10 vittorie e quattro secondi posti. Se questi numeri non bastassero a descrivere le prestazioni – inavvicinabili dagli avversari – di Jonathan Rea in Superbike, lasciamo che sia il diretto interessato a parlare.

“Il titolo è un pensiero fisso, ovviamente, ma non per questo voglio cambiare il mio modo di affrontare le gare – ha spiegato il cannibale di Kawasaki dopo la quarta doppietta stagionale a Portimão – Non voglio portare la moto al traguardo, voglio continuare a vincere. La gara di Donington mi è servita come una motivazione addizionale. Non so se la gente si annoia. Di sicuro non mi annoio io dietro al cupolino. Non è facile come sembra. Non sono mica sdraiato sulla spiaggia (ride)”.

Sarà anche così ma, di questo passo, Rea potrebbe chiudere i conti già a Sepang. D’altronde, dopo sette anni passati a lottare con mezzi tecnici non di prim’ordine, è normale che al nordirlandese (25 vittorie in carriera) sia rimasto un certo appetito.

“Ovviamente sto guidando forte, ma servono i mezzi giusti per farlo. Devo dare credito ai miei meccanici, hanno sempre lavorato duramente per continuare a sviluppare il pacchetto. Abbiamo anche imparato da qualche errore commesso a Donington per migliorare la gestione delle gomme, e qui eravamo sicuramente più competitivi. Domani proveremo degli altri aggiornamenti. Mi sento privilegiato a guidare per una Casa così competitiva”.

Nemmeno il primo errore della stagione – una caduta all’inizio della Superpole 2 che lo ha costretto a chiudere anzitempo la sessione e partire dall’ottava posizione – ha incrinato la fiducia di Rea, capace di andare in fuga in Gara Due dopo aver mostrato notevole sangue freddo in una prima manche scompaginata dall’arrivo improvviso della pioggia.

“Non ne ho parlato molto per non dare un vantaggio psicologico agli avversari, ma la caduta di ieri ha lasciato i suoi segni – ha confessato – Ho preso una bella botta al gomito ed al ginocchio. La Clinica mi ha dato una grande mano, tra massaggi e anti-infiammatori. Mi sono svegliato sentendomi meglio, trovando un buon ritmo nel WUP, e ho fatto due belle gare”.

Anche la caduta, in ogni caso, può essere archiviata tra i “file” di sviluppo della ZX-10R, che domani tornerà in pista con Rea e Sykes (ed il resto della concorrenza) per una sessione di test post-gara.

“Ero molto arrabbiato con me stesso. Ho commesso un errore, forse ho esagerato perché mi stavo divertendo sempre di più, avevo molta fiducia e subito dopo sono stato colto di sorpresa. Ora sappiamo dov’è il limite”.

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