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SBK, Giugliano: vicini nonostante le difficoltà

"La caduta? Sono finito largo per evitare Rea". Davies: "Dobbiamo tenere l'anteriore a terra"

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Come tra l’incudine e il martello, Davide Giugliano ha chiuso la prima giornata di prove cronometrate sul tracciato di Donington – con un programma atipico, con tutte e tre le FP valevoli per l’accesso alla Superpole disputate al venerdì – in seconda posizione, tra le Kawasaki di Tom Sykes e Jonathan Rea.

Il 25enne romano, al secondo GP dopo il grave infortunio nel precampionato seguito da 86 giorni di inattività forzata, ha fin qui confermato la grinta e la fame mostrate ad Imola. Mancano solo, semmai, un po’ di muscoli, ma il 34 ci sta lavorando. Tanto da essere stato il più veloce nei primi due settori, i più “guidati” dell’ottovolante delle East Midlands, fermandosi a 0.111 dal miglior tempo.

“Nella parte guidata, dalla 1 alla 8, sono velocissimo. Dopo ci resta qualche problema. Penso la prima fila sia possibile, ma domani è un altro giorno”, ha commentato a caldo Giugliano, pur lamentando qualche problema di assetto.

“Non siamo particolarmente a posto – ha aggiunto – Dobbiamo migliorare tanto per quanto riguarda il grip sul posteriore. D’altro canto, se va così quando non siamo a posto possiamo puntare in alto”.

Brevi attimi di paura sul finale del turno conclusivo, quando il romano è scivolato alla prima curva alzando una nuvola di polvere nella via di fuga prima di rialzarsi immediatamente.

“Sto bene – ha rassicurato il pilota Ducati – Ho preso solo una botta al collo quando sono rotolato nella ghiaia. Alla fine sapevo che poteva capitare, fa parte delle corse anche se non siamo qui per questo. Ormai la caduta più brutta è parte del passato, non ci ho pensato oggi”.

Ad innescare il capitombolo, un'incomprensione con il compagno di tante battaglie Jonathan Rea.

“Ho incontrato Johnny in pista quando ero leggermente più veloce – ha commentato Giugliano – Avevo tre decimi di vantaggio prima dell’ultimo split e lui mi ha un po’ rallentato, ovviamente senza farlo apposta. Ho cercato di prendere un po’ di spazio per tentare un altro giro lanciato e credevo di starci alla prima curva. Lui forse ha sbagliato un po’ la frenata, io arrivavo veloce, sono dovuto andare largo e riprendere in mano il freno, tutto qui”.

Normale amministrazione tra due ossi duri che hanno più volte sottolineato una grande stima reciproca. Leggermente più attardato il compagno di squadra Chaz Davies, quinto (+0.370) nella classifica più corta di sempre nelle cronometrate, con tredici piloti in nove decimi.

“Abbiamo fatto qualche modifica rilevante durante la FP2, continuando a fare piccoli esperimenti durante il turno conclusivo, dove però non abbiamo fatto grandi passi avanti”, ha commentato il gallese, reduce da un doppio zero ad Imola a causa di problemi tecnici ed ansioso di recuperare terreno.

“Dobbiamo tenere l’anteriore a terra – ha aggiunto Davies – Abbiamo abbassato un po’ la moto per limitare i trasferimenti di carico, ma qui a Donington la moto si alleggerisce spesso sul davanti con tutti i cambi di pendenza”.

Nonostante qualche difficoltà, il ducatista non fa drammi.

“Il nostro passo non è lontano da quello di Rea, ma ci serve ancora qualcosa. In Superpole se la giocheranno i soliti sospetti, ma anche Camier e Badovini possono fare bene”.

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