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SBK, Donington, la Superbike torna alle origini

Amarcord: qui le prime gare nel 1988, con Tardozzi e Lucchinelli a rubare la scena


Correva l’anno 1988, quando ad inizio aprile la Superbike ha corso le sue prime gare a Donington. Davide Tardozzi e Marco Lucchinelli si divisero  le vittorie di manche, il primo sulla Bimota YB4 ed il secondo su Ducati 851, con il ligure a trionfare per sommatoria di tempi (un sistema di punteggio utilizzato soltanto in quell’occasione). Ventisette anni dopo, la SBK torna alle origini su uno dei tracciati più rappresentativi della cultura delle derivate di serie.

Sicuramente molto è cambiato da allora, ma in circuito aleggia ancora un’atmosfera "vintage", con tanti appassionati che raggiungono il circuito in moto, protetti da tute che hanno vissuto più primavere degli stessi possessori. E poi prati fangosi ricoperti di tende variopinte, dai quali si innalzano odori pungenti di salsicce e birra. Nonostante l'incessante progresso tecnologico, qui il tempo sembra essersi, per molti versi, fermato.

“Il calore che si respira a Donington è incredibile – ha raccontato lo stesso Tardozzi Credo che l’atmosfera e l’atteggiamento del pubblico siano rimasti quelli di una volta. Un motociclismo bellissimo, seguito da appassionati e competenti. Una volta si andava al pub dopo le gare insieme ai fan, e mi sono state fatte domande raramente così azzeccate”.

Per il coordinatore organizzativo e logistico del team Ducati MotoGP, che ha vissuto pagine memorabili della storia delle derivate di serie, prima come pilota e poi come team manager, la pista britannica evoca ricordi dolciamari.

“Per me Donington è stato un crocevia di mille situazioni, belle e brutte – ha detto Tardozzi – Vincere nella prima gara della Superbike è stato fantastico, cadere nella seconda manche un disastro, perché ho perso il mondiale dal momento che solo lì assegnarono i punti per somma dei tempi. Ora non mi infastidisce più, però è stata dura da digerire. Poi, sempre a Donington, c’è stato l’incidente di Bayliss nel 2007, che gli fece perdere il mondiale. È uno dei circuiti più belli al mondo, ma non mi ha dato le soddisfazioni che mi aspettavo”.

foto www.worldsbk.comL’immagine più bella di quel fine settimana di 27 anni fa resta probabilmente il passaggio offerto da Lucchinelli a Tardozzi durante il giro d’onore in Gara Due. Scene che, purtroppo, si vedono sempre più raramente.

“Sono sempre stato un tifoso di Marco – ha ricordato Tardozzi - Andai addirittura in Svezia in autostop con degli amici per vederlo quando si giocò il mondiale nel 1981 (vincendolo, nda) a Imatra… Correre contro di lui era un sogno”.

Un po’ di storia: a Donington, Ducati è il Costruttore più vincente di sempre con 17 successi. Allo spettro opposto dell’albo d’oro c’è invece Aprilia, ancora a secco di vittorie. Entrambe le Case ed i rispettivi piloti hanno come obiettivo principale quello di fermare la cavalcata trionfale che ha portato Jonathan Rea a raccogliere 240 punti su 250 nelle prime dieci manche della stagione. Un’impresa tutt’altro che facile, secondo le statistiche.

Le ultime cinque gare a Donington sono infatti state appannaggio di piloti britannici: lo stesso Rea ha trionfato in Gara Due nel 2012 (una vittoria controversa, ottenuta dopo un contatto con la BMW di Marco Melandri, che ha poi trascinato con sé l’allora compagno di squadra Haslam, all’ultima curva), mentre sia nel 2013 che nel 2014 Tom Sykes ha fatto doppietta. La lotta all’interno dei box Kawasaki, tuttavia, è stata fin qui cancellata dallo strapotere del nordirlandese, che ha chiuso ogni gara davanti al compagno di squadra vice-campione del mondo. Per Sykes, Donington è l’ultimo avamposto. Un’altra sconfitta, sulla pista più amata, rappresenterebbe una resa silenziosa. Riprendendo le parole di Tardozzi, il tracciato delle East Midlands è tuttora un crocevia, tra passato, presente e futuro.


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