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SBK, Assen: il Bello, il Brutto, il Cattivo

Rea inarrestabile, Davies ultimo baluardo, Sykes e Haslam in cerca di riscatto. E attenzione a Vd Mark...

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Gli olandesi, di dighe, se intendono. Forse la concorrenza dovrebbe rivolgersi a loro per una consulenza su come arginare Jonathan Rea. Il pilota con il numero 65 è un fiume in piena da quando è passato a Kawasaki, ed ha “straripato” di nuovo sul TT Circuit – pista dove ha percorso innumerevoli chilometri in sella alla Honda quando ancora correva con il team Ten Kate – con una doppietta (la seconda dell’anno).

Il nordirlandese è in stato di grazia. Mentalmente, fisicamente, tecnicamente. In poco più di cinque mesi, si è impadronito delle chiavi dei box Provec, relegando un pilota blasonato come Tom Sykes quasi al ruolo di ospite (102 i punti di differenza tra i due). In Olanda, Rea ha mostrato un controllo totale del mezzo e della gestione della gara, facendo gradualmente la selezione fino giocarsela soltanto con Chaz Davies, in grande crescita sulla Panigale ma costretto ad accontentarsi del secondo posto. I numerosi tifosi accorsi per le derivate di serie, che di Rea hanno fatto una sorta di figlio adottivo, si sono poi scatenati per incitare l’idolo di casa Michael Vd Mark, che ha mostrato una totale assenza di timori reverenziali togliendo punti preziosi a Leon Haslam in volata.

foto www.worldsbk.comIL BELLO – Forse non sarà più l’Università del Motociclismo, ma il TT Circuit di Assen è ancora in grado di regalare grandi emozioni. Sul circuito del Drenthe cuore, talento, e coraggio fanno ancora la differenza, forse anche più dei cavalli. La SBK ha regalato due gare spettacolari in una cornice d’altri tempi – fatta di pellegrinaggi in moto e fiumi di birra – mostrando il suo volto più bello tra passato, presente e futuro. In tutto questo, Rea ha centrato la sesta vittoria in otto gare, alla quale vanno aggiunti due secondi posti. “Non voglio pensare al titolo, non voglio distrazioni”, ha commentato Rea, a +50 in campionato, dopo Gara Due. Di questo passo, però, il nordirlandese potrebbe riscrivere diversi record…

IL BRUTTO – Sono tredici i giri percorsi da Randy De Puniet (su 42) nelle due gare di domenica. La Suzuki ha problemi con la nuova elettronica, si sa, ma l’atteggiamento del francese è ben diverso da quello mostrato dal compagno Alex Lowes. “Non ha senso girare così”, ha commentato dopo il ritiro nella seconda manche. Difficile dargli torto, anche dando un significato diverso alla sua frase.

IL CATTIVO – Kenan Sofuoglu non ha certo la fama di pilota tenero, ed ha cementato la propria reputazione con una manovra al limite – giudicata corretta dalla Direzione Gara – su Jules Cluzel all’ultima curva della Supersport. Le immagini ci sono, giudicate voi, come diceva un telecronista del calcio. I due si sono mandati elegantemente a quel paese nel giro d’onore, per poi ignorarsi completamente sul podio. Rivincita fissata tra tre settimane, ad Imola. Dove, guarda caso, l’ultima curva è di nuovo una chicane…

LA CONFERMA – Tra Davies e la Panigale forse non è stato amore a prima vista, ma il gallese dallo sguardo bonario e lineamenti pronunciati sta progressivamente conquistando l’affetto del popolo Ducati. I podi consecutivi sono quattro (compresa una storica vittoria ad Aragon) e, senza i punti lasciati per terra in Tailandia, anche la classifica lo incoronerebbe come primo antagonista di Rea. Secondo la pista, in ogni caso, lo è già.

LA DELUSIONE – Dopo essere tornato a vestire i panni di “Mr. Superpole”, Sykes si aspettava sicuramente di più dalle due gare. Il vice-campione, invece, è stato nuovamente surclassato dal compagno di squadra, cedendo a due terzi di gara in entrambe le manche con evidenti problemi di usura gomme. Un copione famigliare, che riporta la memoria al 2012.

LA SORPRESA – Difficilmente chiamarla tale dopo i titoli della Stk600 e WSS, ma Vd Mark ha lottato ad armi pari con i primi della classe tra le mura di casa. Il 22enne dal viso d’angelo – diverso il temperamento in pista, chiedere ad Haslam per conferme – ha guidato chiaramente al di sopra dei limiti del mezzo (basta fare un confronto con Guintoli, che fino a prova contraria è campione del mondo). In questo, ha ricordato il suo predecessore passato a Kawasaki. Chissà se questa volta “mamma” Honda deciderà di dargli fiducia ed aprirgli le porte della MotoGP (possibilità negata, almeno dal punto di vista “factory”, a Rea). Volendo, anche omologare un mezzo (che già esiste, peraltro) all’altezza del suo talento e tenerlo in SBK non sarebbe poi una cattiva idea…

IL SORPASSO – L’ultima chicane ne ha regalati diversi, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Secondo noi, la bagarre tra Davies, Rea e Vd Mark in Gara Due ha messo a dura prova il cuore di diversi tifosi, che comunque sembrano aver gradito: il boato probabilmente si è sentito fino a Groningen.

LA CURIOSITÀ – Vd Mark non ha solo il viso del tipico ragazzo della porta accanto. L’asso di Honda ha fatto parecchia gavetta, e non solo in pista. Per anni, tra una gara e l’altra, ha guidato i camion della ditta di trasporti di famiglia. Forse bisognerebbe far ripetere l’esperienza a vari sedicenti “fenomeni” ancora minorenni.

IO L’AVEVO DETTO – “Ho ritrovato la velocità sul giro secco, ora dobbiamo estenderla sulla distanza di gara”, disse Sykes dopo la 25ª pole position. Sfortunatamente per lui, i suoi dubbi erano fondati.

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