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SBK, Kawasaki, Rea: non penso al campionato

"In Gara Due ho guidato senza preoccuparmi della classifica. Se continuo così, il resto verrà da sé"


Sette vittorie ad Assen con la doppietta di oggi, sei in campionato su otto gare: a Jonathan Rea potrebbero consegnare ad honorem le chiavi dello storico TT Circuit e, visto il cospicuo vantaggio in campionato (+50 su Haslam), forse anche qualcosa di più. Il nordirlandese, dopo anni passati a cercare il nirvana con Honda, sembra averlo trovato con Kawasaki. Nemmeno un problema alla visiera sul finale di Gara Due ha distolto la sua concentrazione. Un brutto segno per gli avversari, che però non abbassano la guardia.

“Mi sento in gran forma, anche se non voglio pensare troppo al campionato, non voglio distrarmi – ha commentato Rea dopo Gara Due – Ho guidato senza pensare alla classifica, volevo semplicemente vincere. Alla fine penso che, se faccio il mio lavoro ogni fine settimana, il resto verrà da solo”.

Cos’è successo con la visiera?

“Ho colpito un grosso insetto con la parte sinistra, ma avevo già tolto le due delle pellicole tear-off. È successo a tre giri dalla fine, e non è stato facile mantenere la concentrazione perché, con la velocità, il liquido si è sparso un po’ dappertutto. Non ho nemmeno provato a pulirla, perché probabilmente avrei peggiorato la situazione”.

Avresti potuto di più, quindi?

“No. Mi ha distratto ma non penso che abbia influenzato i miei tempi sul giro”.

La prossima tappa è Imola, un altro circuito che storicamente ti ha portato bene.

“La Kawasaki è molto competitiva, è una moto da titolo. Non devo certo dimostrarlo io, lo ha già fatto chi l’ha guidata prima di me. Lo scorso anno me la sono giocata con Davies, e mi aspetto un’altra battaglia, ma non dimentichiamo Sykes, che ha fatto doppietta due anni fa”.

Perché, secondo te, Sykes è così in difficoltà rispetto a te?

“Non so, dovreste fare questa domanda a lui. Guardando come guida in gara, forse non adatta abbastanza il proprio stile sull’intera distanza da percorrere. Quando le gomme calano, continua a provare a fare traiettorie molto strette. È difficile sorpassarlo a inizio gara, e forse ho esitato troppo, ma sul finale non credo sia ideale guidare come fa lui”.

Su quali piste pensi di poter soffrire di più?

“Forse a Sepang, con i lunghi rettilinei, perché non siamo sempre veloci come Aprilia o Ducati come velocità di punta. Con questo non voglio dire che non potremo giocarcela, semplicemente potremmo avere qualche difficoltà in più”.

Tu intanto fai sembrare tutto facile…

“(pausa) Ho una moto fantastica. Non lo so, faccio semplicemente quello che so fare. Riesco a guidare pensando solo al punto di staccata, di corda, e di uscita. La moto è molto stabile, dal primo all’ultimo giro. Quando sono in testa, riesco a concentrarmi meglio. In Gara Due, nel traffico, non è stato altrettanto facile”.

Ti ha sorpreso la riscossa Ducati nelle ultime due gare?

“No, fin dal primo giorno di prove credevo che la Panigale fosse tra le moto più forti. Sono un team ufficiale, è naturale che arrivassero a questo livello. Ora poi hanno praticamente la stessa velocità di punta delle quattro cilindri, e più coppia”.

Hai mai pensato di aver perso tempo in Honda in questi anni?

“Assolutamente no, perché la squadra mi ha insegnato tanto. Ho imparato a tirare fuori il meglio dalla moto e da me stesso, non cambierei nulla”.

Forse, visti i risultati, è difficile dargli torto…

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