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SBK, EBR, Pegram: 72 ore per decidere

"Più probabile che il team continui, lunedì più certezze". Canepa sconsolato: "Non ne sapevo nulla"

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La notizia della chiusura di EBR per bancarotta si è abbattuta sul paddock della SBK come il più classico dei fulmini a ciel sereno. La Casa americana, con il 49% delle quote in mano al colosso Hero MotoCorp, aveva confermato l’impegno in SBK subito dopo la fine del campionato 2014, addirittura incrementando le risorse ad esso dedicate con l’ingaggio di Niccolò Canepa a fianco del pilota/manager Larry Pegram. Come riportato, l’azienda nata dalle ceneri della Buell ha però contratto debiti per 20 milioni di dollari, avviando le procedure di fallimento. Il “sogno” di Erik Buell si è così trasformato in incubo, ma il futuro del team SBK è ancora incerto.

“Stiamo parlando di due cose separate, non so cosa stia succedendo in azienda ma confido molto nel supporto del nostro sponsor Hero – ha detto Pegram ad Assen – Ho un contatto diretto con loro, ma dobbiamo aspettare che vengano sciolti alcuni nodi tra i soci aziendali prima di fare una dichiarazione”.

In altre parole, del doman non v’è certezza. Su una cosa però, Pegram è stato chiaro: EBR ha prodotto il numero minimo di esemplari della 1190 RX necessari per l’omologazione FIM (250 entro il primo anno, 1000 entro il secondo). “Su questo non abbiamo mai avuto problemi, ed ogni scadenza è stata rispettata”.

“È successo all’improvviso, ci sono parecchie cose da risolvere. Se avessi saputo cosa stava per succedere, sarei più preparato a rispondere alle vostre domande – si è poi scusato l’americano – Negli USA, le banche chiudono tutto solitamente per una settimana e poi si riprende l’attività. È nell’interesse di tutti, perché altrimenti le banche perderebbero molto denaro. Ma non so cosa succederà. Dalle indicazioni che ho raccolto, sembra più probabile che la squadra continuerà a correre”.

Meno ottimista Niccolò Canepa, che tra l’altro è arrivato ad Assen con l’influenza. “Non ne sapevo nulla, anzi, forse ne sapete più voi di me – ha commentato sconsolato il genovese – Se avessi saputo che c’era questo rischio, forse avrei scelto altre opzioni”.

Una brutta tegola, alla vigilia del weekend di Assen, per tutta la squadra, che vivrà 72 ore di passione prima di scoprire il proprio destino.

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