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MotoGP, Austin: il Bello, il Brutto e il Cattivo

In Texas Marquez ritorna il solito cannibale ma Rossi e Dovizioso non mollano la presa

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Nel paddock di Austin c’erano Keanu Reeves e Tommy Lee Jones, due attori che di fantascienza se ne intendono, una qualità importante quando in pista c’è il marziano Marc Marquez. In Texas il piccolo diavolo è tornato al suo solito livello: la perfezione. Rossi e Dovizioso non hanno però mollato la presa e hanno ribadito che nella lotta per il titolo ci sono anche loro, in attesa che Lorenzo si svegli da letargo e si curi a bronchite.

In Moto3 abbiamo contato ancora su Bastianini, anche se gli è sfuggito il podio, mentre Antonelli e Bagnaia hanno pagato la troppa foga. Bisogna rimboccarsi le maniche nella classe cadetta, lì il pericolo arriva dalla Francia.

IL BELLO – Un giornalista americano, sull’onda dell’entusiasmo o forse di qualche birra, ha parlato addirittura di Rinascimento italiano. Senza bisogno di scomodare Leonardo & C., Rossi e Dovizioso sono due piloti che divertono e si divertono. Per entrambi si può parlare di una nuova fase della propria carriera e seppure non siano piloti di primo pelo hanno la freschezza di due ragazzini. Per adesso è un duetto, ma Iannone potrebbe allargare presto la formazione.

IL BRUTTO – Aoyama è simpatico e pure un bravo ragazzo, sorride sempre, saluta e porta in giro la RC213V senza fare danni. Arriva anche quasi 50 secondi dopo Marquez, ma questo è un particolare ininfluente. O no? Perché a noi quella cosa di Stoner che voleva correre, mica dispiaceva. Anzi un po’ ci abbiamo anche creduto, o forse sperato, come a una nevicata fuori stagione. Magari Casey ce la farà questa sorpresa, magari no, ma è stato brutto non averlo in pista.

IL CATTIVO – Si dice che gli statunitensi siano esempio di efficienza e professionalità. Può anche darsi, ma non al CotA di Austin. Il primo giorno un ritardo perché i commissari non erano ben posizionati sul tracciato (al 3° anno che si corre il GP). Poco dopo un cane – nel senso del quadrupede – in pista. Domenica, infine, rinvio della partenza della MotoGp per rivolo d’acqua che sgorga da un ponte all’entrata di una curva. Per fare peggio occorreva impegnarsi.

Jorge LorenzoLA DELUSIONE – Diamogli giustamente l’attenuante delle condizioni fisiche, ma Jorge Lorenzo ad Austin non è mai stato in partita. Dei favoriti per il campionato è l’unico a non essere ancora riuscito a salire sul podio, oltre ad apparire il meno brillante. In Qatar il casco, in Texas la bronchite, c’è sempre qualcosa che gli impedisce di esprimersi al meglio. Per la rivincita basterà aspettare pochi giorni.

L’ERRORE – Questa volta Scott Redding l’ha fatta grossa. Dopo qualche curva in modalità pallina da flipper, ha centrato l’incolpevole Pol Espargarò, che ha rimediato delle belle botte a spalla e polso. L’inglese, dopo il fattaccio, non è neanche andato a scusarsi con lo spagnolo. Un comportamento davvero poco british.

Marc MarquezLA CONFERMA – C’era qualcuno che dubitava della superiorità di Marquez ad Austin? Se la risposta è positiva, si vada a rivedere fino a lezione assimilata il giro della pole di sabato. Dopo quello, la gara è stata semplice routine, anche un po’ noiosetta. Marc ha detto di non essersi divertito troppo nonostante la vittoria, avrà occasione di rimediare.

LA SORPRESA – Danilo Petrucci da Terni questa volta di merita un ‘bravo’. In prova è riuscito a ottenere l’accesso diretto in Q2 mettendosi dietro Iannone, in gara è riuscito a rimanere nella Top Ten. Un buon punto di partenza per continuare a crescere.

Seconda gara e primo podio per Fabio Quartararo. Il francese non ha ancora l’età ‘ufficiale’ per correre ne Mondiale ma il talento non gli manca.

IL SORPASSO – In verità non è un sorpasso, però la manovra più emozionante della gara di MotoGP è stata la staccata al limite con Dovi che quasi tamponava Rossi. Valentino l’ha definita: “la frenata più bella, più forte di così era impossibile farla. Mi sono divertito”. Perché non sa cosa ha rischiato…

LA CURIOSITA’ – Notato niente di strano in corsia box? Mancavano le ombrelline, per motivi di sicurezza dicono. A memoria non hanno mai causato nessun guaio che non fosse qualche palpitazione. In compenso gli sponsor ringraziano per l’iniziativa che toglie loro visibilità.

IO L’AVEVO DETTO – Come un mantra in tutto il paddock dal giovedì si ripeteva: “domenica sarà sicuramente una gara bagnata”. C’erano 27° e un sole che spaccava le pietre.

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