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SBK vs. MotoGP: sorelle diverse

Ad Aragon, per la prima volta con lo stesso layout, il gap è di quasi 3''. Ma il confronto è più complesso...

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Nonostante sia la quinta volta che la SBK corre ad Aragon, soltanto quest’anno le derivate di serie utilizzano lo stesso layout della MotoGP. In passato, la SBK utilizzava il rettilineo precedente il traguardo nella sua interezza, con un tornantino a sinistra seguito da una rapida “esse” in salita prima del traguardo. Ora invece la configurazione prevede semplicemente, come nel caso del motomondiale, un curvone a sinistra in salita, con un accorciamento totale della distanza sul giro di circa 300 metri.

Insieme a Phillip Island, Assen, Misano, Sepang, Jerez, e Losail, quello di Aragon è dunque il settimo circuito condiviso in entrambi i calendari attualmente. Le comparazioni tra le due categorie, viste anche le differenze tecniche marcate, restano più che altro un esercizio di stile, ma non per questo sono meno stimolanti. Utilizzando come riferimento i tempi nelle prove libere dello scorso anno (ad eccezione della SBK ad Aragon questo fine settimana, e della MotoGP a Losail, dove ha già corso nel 2015), sono emersi alcuni dettagli interessanti. Uno su tutti: numeri alla mano, il circuito spagnolo è il terzo in termini di gap tra MotoGP e SBK, con 2.811 secondi di differenza tra il miglior tempo in prova di Marquez nel 2014 (1'48.123) e quello di Davies (1’50.934) nella FP3 di questa mattina.

Il gap minore, lo scorso anno, venne riscontrato ad Assen, con 0.746 secondi tra il miglior tempo in prova rispettivamente di Valentino Rossi e Davide Giugliano. Il divario più marcato è invece stato evidenziato a Sepang, con la MotoGP ben 3.467 più veloce della SBK. Le derivate di serie, tuttavia, non avevano alcun riferimento sul tracciato malese, dove correvano per la prima volta. Discorso simile per Losail, secondo in termini di distacchi, dove la SBK non correva dal 2009. Ad Aragon, invece, ad eccezione dell’ultima curva, i dati non mancano di certo. Da quando però entrambi i campionati sono passati sotto l’egida del medesimo organizzatore, la linea politica volta ad abbattere i costi e, contemporaneamente, avvicinare i valori in campo (tramite regolamenti più rigidi) per aumentare lo spettacolo, ha per forza di cose rallentato la “corsa agli armamenti”, anche perché i costi di sviluppo sono a volte sfuggiti di mano in passato.

Il confronto tra le due classi, in altre parole, è e resta impari. Per fare un esempio, ad Aragon, Bradl registrò nel 2014 una top speed di 337.8 km/h. Quest’anno, il più veloce fin qui con la SBK è stato Jordi Torres su Aprilia, quasi 30 chilometri all’ora più lento, con 311,2 km/h. Anche su una pista tortuosa come il Motorland, si tratta di una variabile tutt'altro che trascurabile. Difficile quindi rivedere le prestazioni a tratti ravvicinate che hanno scaldato più di una volta gli animi dei tifosi in passato quando i due campionati erano in libera (per non dire spietata) concorrenza. Pensiamo per esempio al record di Troy Corser a Donington sul finire degli anni ’90, per diverse stagioni il best lap assoluto del circuito, meglio anche delle pur velocissime 500 di allora. Ma anche, in tempi più recenti, ai sette decimi rifilati da Eugene Laverty (con gomma da qualifica) a Nicky Hayden nei test a Jerez nel 2012. Ora sembra invece evidente una volontà di tenere i due campionati separati, almeno dal punto di vista tecnico e, di conseguenza, delle prestazioni. Ciononostante, su altri fronti (per esempio, se c’è da spostare qualche pilota), le frontiere sono state più di una volta aperte…

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