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MotoGP, Texas: Lorenzo e Marquez vs. Rossi e Ducati

Rivincita dopo il Qatar: 10 vittorie di fila per Honda in suolo americano dall'ultimo trionfo di Lorenzo a Indy

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La gara di apertura del campionato MotoGP 2015 è passata alla storia per diversi motivi. Innanzitutto, era dal 2006 che tre italiani non monopolizzavano il podio della classe regina (per un po’ di storia, cliccate QUI), mentre, per la prima volta dal 2005, nessun pilota spagnolo è salito sul podio in alcuna delle categorie. L’ultima volta che non c’era uno spagnolo in testa ad almeno una delle tre classifiche risale al lontano 2009 al termine del GP di Jerez. È prematuro parlare di cambio della guardia, ma in Texas ci aspettiamo una vero duello Italia-Spagna: da una parte, Rossi e le Ducati di Dovizioso e Iannone, dall’altra Marquez e Lorenzo (in attesa del rientro di Pedrosa).

L’ITALIA S’È DESTA – La tripletta messa a segno dai nostri in Qatar ha interrotto una striscia (aperta dal 2003) di 12 anni con almeno un pilota iberico sul podio della classe regina al termine della gara di apertura. Rossi, invece, si ritrova al comando della classifica iridata per la prima volta dal 2010. Il Dottore, a 36 anni di età, è anche il più vecchio pilota a comandare il mondiale dal 1977, quando l’allora 42enne Jack Findlay si trovò primo a pari merito con Barry Sheene dopo la seconda gara della stagione. Come dire, correre mantiene giovani.

Anche Ducati ha di che gioire. Era dal 2010 – con Stoner vincitore e Hayden terzo ad Aragon – che due Desmosedici non arrivavano insieme al podio. Però, in questo caso, il fatto che entrambe siano guidate da piloti italiani dà un valore aggiunto. Era dal 1972 che una doppia coppia tricolore non saliva sul rostro della massima categoria, con Agostini primo a Imatra davanti a Pagani, entrambi su MV Agusta.

MARQUEZ STELLA SOLITARIA IN TEXAS – In due GP fin qui disputati ad Austin, gli ufficiali Honda sono sempre finiti primo e secondo al traguardo. Il re indiscusso del CotA è però Marquez. Lo scorso anno, il pilota di Cervera ha chiuso al primo posto ogni sessione, centrando la pole position e guidando la gara dall’inizio alla fine, con tanto di nuovo record del circuito. Il suo margine su Pedrosa alla bandiera a scacchi, 4.124 secondi, è il più ampio della carriera di Marquez in MotoGP in condizioni di asciutto. Il dominio Honda, poi, è abbastanza netto negli Stati Uniti: le vittorie di fila, con quella di Marquez del 2014, sono dieci. L’ultimo pilota senza i vessilli di Tokyo a vincere una gara sul suolo americano è stato Jorge Lorenzo, a Laguna Seca nel 2010. Chissà se per una volta, lui e Marquez, non decidano di fare fronte comune contro la pattuglia italiana...

Voi che ne pensate? Scriveteci QUI!

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