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Petrucci: in MotoGP l'istinto non serve

"Tutti i piloti hanno tanto talento e bisogna lavorare sui dettagli. Lo stile di guida di Iannone mi ha impressionato"

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Mi sembra di essere tornato indietro al primo giorno delle superiori”, la frase può apparire un po’ scontata ma Danilo Petrucci è sincero quando la pronuncia. Il ternano ha davanti a sé una grande occasione, correre per Ducati nel team Pramac, quello in cui crescono i giovani, e non vuole farsela scappare. Al liceo andava bene, “nell’ultima pagella avevo la media del 7,2, ero al quinto anno e a pochi mesi dagli esami mi sono ritirato per correre. Col senno di poi: ho fatto una cavolata”, la speranza è essere promossi sulla Desmosedici.

Mi sento eccitato, come nel 2012 quando debuttai in MotoGP e per me questo è un nuovo inizio. Allora non sapevo cosa aspettarmi, ora invece sì, anche se mi scontrerò con piloti con cui solitamente non lo facevo”.

Petrux – che sfoggerà motivi floreali e vagamente hawaiani su tuta e stivali – analizza la situazione con lucidità. “Sono in una zona calda della classifica, quella in cui per pochi decimi di differenza puoi finire 8° o 15°. Dovrò vedermela con piloti forti, gente che ha vinto dei Mondiali”.

Gli ultimi test a Losail non erano andati troppo bene.

“L’ho scazzato – fa il suo mea culpa – Avevo iniziato forte, ero nei primi dieci, sotto il secondo di distacco e sono andato sopra le righe. Stavo seguendo Iannone, ho provato a fare la sua traiettoria ma non mi è venuta bene e sono volato a oltre i 200 km/h. Come se non bastasse, a fine giornata, sono di nuovo andato in terra”.

Serviva un reset.

Ho preso il secondo giorno con calma, girando sempre con gomme usate e senza la pressione della prestazione – continua – Peccato per la pioggia nel terzo, non ho potuto provare né simulazione di gara né di qualifica”.

Inutile avere rimpianti, ora si inizia a fare sul serio.

“E allora dico che sono contento di come è andato questo inverno. Da quando corro è la prima volta che riesco a fare tutti i test pre-stagione – dice Danilo – La moto è competitiva e sono soddisfatto, forse mi sarei aspettato di essere qualche posizione più avanti in alcuni giorni ma anche più lento come tempo, quindi il bilancio è positivo”.

E c’è ancora tanto da lavorare.

Ho imparato una cosa importante: in MotoGP l’istinto non serve a niente. Non puoi basarti sul talento perché, chi più chi meno, tutti i piloti ne hanno davvero tanto – sottolinea – Devi lavorare tanto nel box, cosa a cui non ero abituato, fare confronti, concentrarti sui piccoli dettagli che alla fine sono quelli che possono fare la differenza”.

Un esempio?

Ho cambiato il mio stile di guida, ma non basta ancora. Apro ancora troppo presto il gas in uscita di curva, facendo derapare il posteriore e intervenire troppo l’elettronica, quindi consumo più gomma e carburante. È questo che intendo come dettagli, guardo molto i dati dei piloti ufficiali e soprattutto Iannone ha uno stile che mi ha impressionato. Usa molto il freno posteriore, cosa che fino a tre o quattro anni fa non si faceva, per me è difficile essendo molto alto per questo stiamo pensando di usare quello al manubrio. Lo avevo già provato in passato e mi sono trovato bene”.

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