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MotoGP, Meregalli: a Yamaha non servono rivoluzioni

Il team manager: "dai test in Qatar mi aspettavo di più. Ducati con la gomma morbida sarà sempre in prima fila"

Ora Yamaha è presa tra due fuochi. Da una parte c’è Honda che cerca di scappare, dall’altra Ducati spinge da dietro. I test del Qatar avrebbero dovuto – sulla pista amica di Losail – dare delle risposte, ma così non è stato. Sotto le luci della ribalta si è piazzata la Rossa, con Marquez a curarle da vicino. Lorenzo e Rossi, invece, hanno trovato più difficoltà di quanto immaginavano.

Mi aspettavo molto meglio qui in Qatar perché questa pista si adatta bene alle caratteristiche della nostra moto – non si nasconde il team manager Massimo Meregalli - però sappiamo che quando non c’è grip noi soffriamo più degli avversari. Questo non toglie la mia delusione. Purtroppo la pioggia nell’ultimo giorno ci ha impedito di fare altre prove, per la gara ripartiremo da questi assetti sperando che quello che gli ingegneri giapponesi prepareranno seguendo le indicazioni date funzioni”.

Cosa non ha funzionato?

Sinceramente non ce lo spieghiamo. Abbiamo iniziato il test con il setting di Sepang che solitamente funziona anche qui per Valentino, mentre Jorge aveva anche una moto con un assetto simile a quello dello scorso anno. Non sappiamo cosa non ha funzionato, si lamentavano di cose diverse: Lorenzo poco grip sul posteriore, Rossi dei movimenti sempre al posteriore”.

Il nuovo seamless funziona già alla perfezione?

 

Ha bisogno di essere ancora migliorato, dobbiamo ancora fare esperienza perché è una novità. Ci vorrà tempo per trovare le giuste regolazioni elettroniche ma ce lo aspettavamo. Però non c’entra con i problemi che abbiamo avuto, la M1 per essere veloce devi poterla fare scorrere in curva e questo non è possibile quando manca grip”.

Yamaha non è stata troppo conservativa per il progetto della moto 2015?

Hanno portato poco materiale e non troppo diverso da quello passato, è vero, sia a Valencia che Sepang, non per mancanza di idee ma perché era più importante capire quale direzione prendere. Quando ci sono troppe cose da provare è un attimo perdere la strada. È anche vero che le nuovi parti hanno sì dato dei miglioramenti ma non sostanziali”.

Honda invece ha usato un’altra strategia. Durante la stagione sarebbe utile spingere per avere qualcosa di radicalmente diverso?

Sicuramente sì ma bisogna notare quello che abbiamo fatto lo scorso anno: dalla prima all’ultima gara abbiamo migliorato parecchio e posso garantire che di roba nuova ne è arrivata poca. Abbiamo solo messo a punto quello che avevamo”.

Valentino RossiLa M1 sono anni che rimane ‘simile a se stessa’, quanto lunga può essere ancora la sua vita?

Se mai Yamaha decidesse di partire con un progetto completamente nuovo, potrebbe rivelarsi anche un’arma a doppio taglio. Questo è il mio quinto anno della squadra e vedo la moto progredire, ma sempre passo dopo passo. A fine 2014, ripeto, la M1 per prestazioni sembrava una moto completamente diversa ma non lo era. In passato i nostri rivali rivoluzionavano tutto ogni anno, ma non mi sembra che questa strategia abbia pagato”.

Fra due settimane ci sarà il primo GP.

Abbiamo un solo obiettivo: iniziare il campionato vincendo la gara. Non vogliamo più dare a Marquez quel vantaggio che ha avuto lo scorso anno. Faremo il possibile per rendergli la vita difficile. Non nascondo che la Ducati mi ha molto impressionato, sia a Sepang che qui. Sarà sicuramente un campionato interessante e avremo molto spettacolo”.

A proposito di Ducati: sia Rossi che Lorenzo si sono lamentati dei suoi vantaggi regolamentari.

Se prima Ducati aveva bisogno di questi vantaggi, adesso non lo ha più. Non mi spaventano tanto i 24 litri di carburante perché non li utilizzano, ma la gomma morbida gli darà modo, per come stanno andando adesso le cose, di partire sempre in prima fila. Questo è un vantaggio di cui non dovrebbero più disporre, ma il regolamento è scritto e dobbiamo accettarlo”.


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