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SBK, Bayliss: 7 anni dopo, sono ancora un pilota

“Non ho perso l’attitudine alla gara, infatti sono stato più veloce che in qualifica”

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A sette anni dal ritiro e 45 primavere, Troy Bayliss non si è dimenticato come andare veloce in pista. Un tredicesimo ed un sedicesimo posto sono il bottino dell’australiano tre volte iridato della SBK da sostituto di Davide Giugliano dopo soltanto tre giorni in sella alla Panigale R. Mica male, sopratutto considerato il suo giro veloce in Gara Due – 1’32.117 – soltanto quattro decimi più lento di quanto fatto dal compagno di box Chaz Davies (1’31.725).

“Sono venuto qui per diversi motivi, ma volevo soprattutto dimostrare a me stesso che ero troppo vecchio per guidare perché mi avrebbero preso a calci in culo – ha dichiarato Bayliss – Ma non è successo, e penso di poter ancora andare veloce come gli altri ragazzi. Sono molto contento per com’è andata, a parte i problemi con la gomma in Gara Due, perché onestamente penso che avrei potuto stare con il gruppo dei primi”.

Dalle parole del numero 21 traspare un agonismo tutt’altro che intaccato dall’età, a dispetto da quanto dichiarato da lui stesso soltanto due giorni fa.

“Alla fine sono incazzato (ride) perché potevo fare ben di più, significa che mi sento ancora un pilota, ma a volte a Phillip Island va così. Ho avuto problemi con le gomme. Sono tornato in pista dopo il pit-stop per due ragioni: primo, fa parte del lavoro. Secondo, perché volevo dimostrare a tutti che non ero troppo stanco per fare un giro veloce. Chiaramente avevo ragione, ma dopo 9 giri ho avuto di nuovo problemi di blistering”.

Il contesto tecnico in cui era abituato a competere Bayliss era però ben diverso da quello attuale. Anche il modo di guidare, nel frattempo, è cambiato.

“Credo che i nostri problemi in gara abbiano a che vedere con una serie di fattori: il mio stile di guida e il poco tempo avuto a disposizione per sistemare la moto – ha aggiunto – Forse è ora che cambi il mio modo di guidare. Potrei risolvere il problema in un minuto, basterebbe diminuire la dimensione del cerchio posteriore, mi darebbe un po’ più di grip sulla spalla (ride). I piloti moderni si sporgono molto, ma io resto sulla spalla più a lungo di loro, e la stresso. Ma non si tratta soltanto di quello, perché senza il blistering avrei comunque chiuso ben più avanti in classifica”.

Con il tredicesimo posto in Gara Uno, Bayliss diventa il pilota più anziano ad andare a punti in SBK. Per come si stavano mettendo le cose, tuttavia, il ducatista avrebbe voluto ben di più.

“Non ho chiuso nella Top 10 ma avrei potuto farcela. Nei primi giri ho fatto 4/5 sorpassi. Vuol dire che non ho perso l’attitudine alle gare, anche perché quella è una questione mentale. Tutte le sensazioni erano le stesse di sette anni fa. Sono contento perché anche i tempi sul girano erano simili a quelli dei primi. Sono andato più veloce in gara che in qualifica, vuol dire che abbiamo fatto altri progressi domenica”.

A questo punto viene da chiedersi se Bayliss non voglia continuare a correre fino al rientro di Davide Giugliano.

“Non chiederò niente a Ducati, ma adoro guidare questa moto e non sai mai cosa possa succedere”, si è limitato a commentare sornione.

Quasi certamente al suo posto subentrerà Xavi Forés, pilota dell’IDM che conosce molto bene la Panigale e non deve dividersi, come Pirro, in collaudi con la GP15. Forse però ha ragione Ben Spies, quando suggerisce alla Casa di Borgo Panigale di schierare una terza moto…

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