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SBK, Kawasaki, Rea: "come una gara di ciclismo"

"Nessuno voleva tirare il gruppo". Haslam: "Ispirato da Stoner alla curva 3". Davies: "Ora siamo ad armi pari"


Dopo la prima pole position al primo tentativo, Jonathan Rea ha anche raccolto la sua prima vittoria con Kawasaki in Gara 1 della Superbike a Phillip Island. Dopo sei anni con Honda, il nordirlandese sembra un uomo in missione con la ZX-10R, moto con la quale può ragionevolmente puntare al titolo per la prima volta nella sua carriera.

“Non avevo fretta, ho lavorato metodicamente con la squadra per avere una moto con la quale potessi vincere – ha commentato Rea a caldo – Sono sorpreso onestamente, ma questa mattina ho scommesso con Guim (il team manager). Lui era stato più cauto nei pronostici, ma sentivo di poter fare onore alla squadra”.

Rea ha guidato il gruppo di testa dalla partenza all’arrivo, cedendo la testa della gara solo a Leon Haslam in una manciata di occasioni, quasi tutte nel corso della bagarre dell’ultimo giro.

“Volevo impostarla come una tappa di ciclismo per risparmiare le gomme, ma nessun voleva mettersi a tirare il gruppo, quindi ho dovuto cercare consciamente di andare il più piano possibile per risparmiare gli pneumatici ed allo stesso tempo restare al vertice – ha spiegato – Quando Leon mi ha passato sapevo di avere abbastanza gomma rimasta per lottare con lui. È stata una bella battaglia. Non mi aspettavo 4 piloti a giocarsi la vittoria, credevo che l’avrebbero fatto solo le Aprilia”.

A chi gli chiede se sia contento di aver cambiato casacca, il nordirlandese risponde con la solita correttezza politica: “Non voglio rispondere a questa domanda. Lascio che siano i risultati a parlare…”

Soddisfatto anche il suo ex-compagno di squadra Leon Haslam, battuto sul traguardo per soli 39 millesimi al debutto su Aprilia.

“Nei primi 12 giri ho giocato d’attesa, studiando Jonathan – ha commentato il figlio di “Rocket” Ron – Ero molto rilassato ma dopo l’errore ho dovuto spingere ben di più. Ho sbagliato io, stavo seguendo Chaz ed ha frenato un pelo prima di quanto pensassi, quindi sono finito largo per non andargli addosso. Fortunatamente sono riuscito a tenere la moto in piedi e non ho perso molto tempo”.

Il britannico sembra essere comunque tornato quello di alcuni anni fa. Ha guidato senza remore, con manovre funamboliche alla curva 3, due anni fa intitolata a Casey Stoner.

“Ho sempre guardato cosa faceva Casey lì, era davvero impressionante – ha dichiarato – È una curva nella quale sono andato forte per tutto il fine settimana, e l’Aprilia è particolarmente veloce nel T2, un settore chiave per i sorpassi”.

La British Invasion sul podio è completata da Chaz Davies, per la prima volta sui rostri di Phillip Island.

“Ci ho messo solo cinque anni a togliermi di dosso la sfortuna qui a Phillip Island, probabilmente non ho finito l’80% delle gare che ho fatto – ha spiegato il gallese su Ducati – Credo di essermi meritato un podio, anche se avrei preferito due gradini più su. Quando ho provato a dare qualcosa in più, però, non avevo altre carte da giocarmi. Mi mancava grip sulla gomma, l’avevo conservata ma non potevo fare di più”.

La stagione 2015 inizia dunque su una nota positiva per la Panigale, da molti indicata come favorita dai nuovi regolamenti durante l’inverno. Aprilia e Kawasaki restano probabilmente le moto da battere, ma ora la bi-cilindrica può giocarsela fino alla fine.

“Questo podio conferma che partiamo ad un altro livello rispetto al 2014, è un risultato fondamentale. In gara ero a mio agio, finalmente corriamo ad armi pari”.

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