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SBK, Kawasaki, Rea: me la sono presa con calma

"Solo all'ultima uscita ho sfruttato la gomma nuova". Sykes: "La caduta? Mi ha messo a posto la schiena"

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L’equilibrio regna sovrano nei test della SBK a Phillip Island, e nelle zone alte della classifica ci sono come previsto le Kawasaki ufficiali di Jonathan Rea e Tom Sykes. I due piloti britannici sono separati da due decimi scarsi, in seconda e quarta posizione rispettivamente. Ma, se le prestazioni restano simili, lo stesso non può dirsi per i metodi di lavoro.

“È difficile giudicare il livello perché sono stato l’unico a fare un long-run – ha commentato ReaDovremmo fare delle comparazioni ‘giro per giro’, ma sono comunque contento perché abbiamo raccolto dei dati che ci aiuteranno a migliorare la mia performance”.

Il nuovo acquisto di Kawasaki si è detto soddisfatto dell’esito delle prove, anche se con qualche piccola riserva. “In questi due giorni ho fatto sempre fatica a sfruttare la gomma nuova. Sono sempre stato più veloce sul finale. Nell’ultima uscita oggi con gomma nuova invece sono stato in grado di spingere da subito. Ora so come sfruttare meglio la moto”.

“È una questione di approccio – ha aggiunto Rea - Ho avuto delle difficoltà a ‘svegliarmi’ e andare al massimo fin dal primo giro, perché Phillip Island non è una pista tradizionale. Forse l’ho trattata con troppo rispetto. Certo, se spingi troppo qui finisci per andare più piano. Forse però ho usato troppo ‘cruise control’ (ride)”.

Senza contare che restano altri quattro turni di prove ed uno di qualifiche per spostare la proverbiale asticella verso l’alto.

“Il passo di gara dello scorso anno era migliore. Laverty ha girato costantemente in 1’31, mentre io negli ultimi giri non ci sono riuscito. Dobbiamo ancora sistemare qualcosa, ma mi piacerebbe tantissimo cominciare la stagione con un podio e l’importante in questi test era progredire. Sulla mia piastra di sterzo c’è scritto step-by-step, ma lo cambieremo per la gara. Useremo ‘vamos!’”.

Sykes, dal canto suo, si è concentrato su uscite più brevi usando però poche gomme. “Mr. Superpole” non è ancora entrato in azione, ma il suo costume è pronto nel container che fanno da camerini dietro ai box.

“Phillip Island non è mai stata la mia pista, ma il rendimento sulla lunga distanza è abbastanza buono – ha analizzato Sykes – I rivali che mi aspettavo sono tutti lì, quindi non ci sono state sorprese. Ancora non ho provato il giro secco, ma quello che conta è sabato. Il bilancio fin qui è positivo”.

Per Sykes anche uno spavento in seguito ad un high-side alla curva 12. Il vice-campione non ha comunque riportato conseguenze fisiche di rilievo, tanto che ha commentato con il suo tipico humor: “Mi ha messo a posto un problema che avevo alla zona lombare (risate). Ho fatto un high-side e mi è rimasto il mignolo incastrato sotto la moto…è diventato ‘grasso’. Qui non vuoi mai cadere all’ultima curva, ma sfortunatamente ho perso trazione e sono stato catapultato in aria. Fortunatamente avevo delle ottime protezioni e la seconda moto pronta nei box, quindi non abbiamo perso molto tempo”.

La causa della caduta sembra da ricercare in un malfunzionamento dell’elettronica.

“È strano. Non penso sia stato un mio errore, perché stavo andando leggermente più piano del solito e non ho spinto troppo col gas. Non è stato nemmeno un problema meccanico, ma non posso entrare nei dettagli”.

Se non altro, l’atmosfera nei box dipinti di verde è nettamente più serena che lo scorso anno.

“Io mi sto prendendo cura dei miei problemi, e Johnny sta facendo un buon lavoro nel suo lato dei box. L’anno scorso le circostanze erano diverse, ma ora è tornato tutto alla normalità e stiamo tutti lavorando per Kawasaki. Comunque non mi dà fastidio l’idea di sgomitare…”

In tempi di pace, prepara la guerra…

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