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SBK, La sfida in Australia: Aprilia contro tutti

Squadra rivoluzionata, nuovi regolamenti. Ducati, Kawasaki e Honda vogliono il (vero) numero 1

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Il lungo inverno del motociclismo, perlomeno per quanto riguarda la Superbike, è finito. Fra poche ore il mondiale delle derivate di serie riaprirà ufficialmente i battenti con i test che come consuetudine precedono l'appuntamento di Phillip Island.

Il campionato riparte con l'Aprilia campione del mondo in carica che si presenta però con una squadra rivoluzionata.

Sylvain Guintoli è fuggito alla Honda (che non vince da 7 anni) e Marco Melandri è tornato in MotoGP. Così il pilota di punta della RSV-4 è ora Leon Haslam, che non è protagonista dal lontano 2010, quando finì alle spalle di Max Biaggi.

Non è l'unica incognita, questa, per la casa di Noale. La Super-competitiva quattro cilindri veneta si è vista infatti penalizzare dal nuovo regolamento che riporta le moto più vicine alla serie. Dunque addio al cambio estraibile (anche se ce l'ha di produzione) e a pistoni e bielle speciali. Il peso è aumentato di 3 Kg, arrivando a 168 Kg ed anche se è rimasta l'elettronica libera, ora il prezzo calmierato (e imposto) è di 8mila Euro. E c'è anche un limite al numero di motori utilizzabili, sono sette e chi sforerà sarà costretto alla partenza di box.

Sulla carta dovrebbe essere la Ducati ed il suo bicilindrico ad avvantaggiarsi di alcune di queste nuove regole ed i recenti test sembrerebbero confermarlo.

Per questo motivo, ed anche perché la squadra non è cambiata rispetto al 2014 con la coppia Giugliano-Davies la casa di Borgo Panigale si presenta in Australia, su di una pista a lei storicamente favorevole con grandi ambizioni. Anche se il bandito Giugliano dovrà dimostrare di essere costante, oltreché veloce.

Avversaria di entrambe le case italiane sarà la Kawasaki, che ha ancora l'amaro in bocca per l'esito dell'ultimo mondiale. La verdona schiera infatti i due piloti che sulla carta sono i più temibili del campionato, Tom Sykes e Jonathan Rea. Come convivranno nello stesso team i due galli britannici non è ancora chiaro, quel che è certo è che la ZX10R è una moto da titolo.

Pare non esserlo, da anni, invece la Honda che però sarà al via del campionato con il numero 1 sulla carenatura. Peccato che Sylvain Guintoli che glielo ha portato parta con l'handicap di una spalla ancora dolorante per la caduta di Jerez. Se il francese non se la sentirà di rischiare, perlomeno da subito, con l'anziana CBR il 22enne olandese Michael van der Mark, iridato della Supersport, pensiamo che non si farà tanti scrupoli per gettarsi nella mischia.

Aprilia, Ducati, Kawasaki ed Honda sono le case sotto la lente, ma ce ne saranno ben altre quattro al via del campionato: la Suzuki (con Randy De Puniet), la MV Agusta, la BMW e l'americana  EBR-Buell, anche se non ambizioni diverse.

Uno schieramento di tutto rispetto (e l'anno prossimo rientrerà anche la Yamaha) che purtroppo come al solito dovrà fare i conti con un calendario estremamente penalizzante. Fra la prima gara, in Australia e la seconda, sul nuovo circuito di Chang, in Tailandia, il 22 marzo, passerà infatti un mese e la successiva, ad Aragon, sarà il 12 aprile.

Una partenza al rallentatore, incomprensibile se si pensa che in TV, in chiaro sui canali di Mediaset, la Superbike attualmente fa il doppio della MotoGP su Sky: 1,2 milioni contro 600.000 spettatori.

Sky e Italia 1 quest'anno si sfideranno anche dalle cabine di commento: Guido Meda infatti è passato all'emittente satellitare, mentre il suo ex compagno di telecronaca, Max Biaggi, proseguirà il suo lavoro di voce tecnica al fianco della new entry Rangheri.

Chissà se domenica il pilota romano, impegnato nel duplice ruolo di commentatore tecnico e super-tester Aprilia, gli farà gli auguri.

 

 

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