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Ducati, il rilancio comincia dalla SBK

Mentre verrà presentata la GP15, Giugliano e Davies saranno in pista per rompere un digiuno lungo due anni


Il 16 febbraio, a Borgo Panigale, sarà presentata la tanto attesa GP15 firmata dalla “penna” di Gigi Dall’Igna. Contemporaneamente, la 1199 sarà in pista nei test pre-campionato a Phillip Island con il team ufficiale (oltre ad Althea e Barni) rappresentato in pista da Davide Giugliano e Chaz Davies e recentemente presentato nella sede del nuovo partner Aruba. Ed è proprio dalle derivate di serie che Ducati vuole dare inizio al rilancio agonistico.

Il 2015 è ricco di aspettative per gli appassionati della Casa emiliana, che è da tempo a secco di vittorie. L’ultimo successo in MotoGP risale al 2010 (Casey Stoner a Phillip Island), mentre in Superbike l’ultimo a trionfare con la bi-cilindrica fu Sylvain Guintoli a Magny Cours nel 2012. Un digiuno che, complice un regolamento sulla carta favorevole, sembra infine destinato ad essere rotto.

“Ducati ha la SBK nel cuore, Abbiamo vinto 14 mondiali Piloti e 17 Costruttori, più di chiunque altro”, aveva ricordato l’AD Claudio Domenicali alla presentazione della squadra. Dai primi trionfi di Roche e Polen, passando per la dinastia di Fogarty costruita con moto iconiche come la 916 e la 996, fino ai titoli di Bayliss e Checa, le bi-cilindriche emiliane hanno fatto della SBK il proprio terreno di caccia.

La Panigale non ha invece avuto la stessa fortuna. Problemi tecnici (scarsa potenza e minor coppia ai bassi e medi regimi rispetto ai modelli del passato) e tensioni tra lo staff Ducati e quello di Alstare hanno impedito all’ultima supersportiva di raccogliere risultati all’altezza del blasone della Casa. Un terzo posto di Ayrton Badovini a Mosca fu l’unico podio nel 2013.

Lo scorso anno, grazie ad uno sviluppo ingente sia di motore che di elettronica, il numero di podi è salito a sei (2 con Giugliano, 4 con Davies) ma il gradino più alto è rimasto un tabù. A pochi giorni dall’inizio di una nuova stagione, il successo tanto atteso sembra a portata di mano…pola. Innanzitutto, perché le minori elaborazioni consentite dal nuovo regolamento sul fronte motore (bielle e pistoni di serie) premiano le moto che sono più performanti già dal concessionario. La Panigale, a questo proposito, è notoriamente un prodotto “premium”, dai costi e prestazioni elevate. Sempre restando sul rulebook, la possibilità di utilizzare un solo set di rapportature penalizza maggiormente le quattro-cilindri (in particolare Aprilia, che ha il cambio estraibile di serie).

“I regolamenti metteranno più in crisi chi ha moto da corsa lontane dalla moto di serie”, ha confermato recentemente il responsabile del progetto Ducati Superbike, Ernesto Marinelli. In altre parole, chi ha schierato fin una moto che era solamente lontana parente di quella di produzione faticherà di più.

In realtà, la competizione resta agguerrita. Negli ultimi test a Jerez, Kawasaki ha dimostrato di non aver perso lo smalto ed essere particolarmente in forma per quanto riguarda la nuova elettronica (libera, a patto che il costo del kit – da mettere a disposizione anche dei team privati – non superi gli 8.000 euro). Anche Aprilia ha lavorato sodo per mantenere la potenza che negli ultimi anni è stato il suo marchio di fabbrica. Per Ducati non sarà certamente una passeggiata, ma nemmeno una scalata a mani nude verso la vetta con la concorrenza in elicottero. Il rilancio di Borgo Panigale comincia da qui.

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