La Federazione Internazionale ha reso pubblica oggi la lista dei piloti iscritti alla stagione 2015 del motomondiale nelle tre classi. Non ci sono colpi di scena ma è comunque sempre interessanti analizzare la lista dei piloti iscritti.
Iniziamo dalla MotoGP, che vedrà al via 25 piloti, di cui 16 guideranno una moto Factory e 9 una Open. Per quanto riguarda le nazioni coinvolte, la MotoGP è senza dubbio eurocentrica. Gli spagnoli dominano con 8 piloti, seguiti dall’Italia con 5 (6 se ci mettiamo anche il sammarinese De Angelis). Vengono sempre dalla vecchia Europa tre britannici, due francesi, un irlandese, un ceco, un francese, un tedesco. A tenere alta la bandiera a stelle e strisce c’è solo Hayden, mentre il Sud America e l’Australia potranno contare su un rappresentante a testa.
Passiamo alla Moto3, che oltre a essere la classe con maggiori partecipanti (34) è quella che delinea le prospettive futuro. Anche qui è battaglia, sui numeri, fra Italia e Spagna con i nostri portacolori ad avere la meglio per 9 piloti a 7. Numerose anche la rappresentanze di altri paesi europei, dal Portogallo alla Finlandia. Non mancano inoltre due partecipanti giapponesi, per rinverdire una tradizione che stava per scomparire. Dai paesi cosiddetti emergenti: una males e un argentino.
Soffermandosi sui marchi presenti, KTM (con la gemella Husqvarna) ha 13 moto schierate, segue Honda da vicino con 12 mentre 9 sono le Mahindra.
Sembra un monomarca anche per quanto riguarda i telai invece la Moto2: su 31 partecipanti 24 useranno una Kalex, 3 la Speed Up, lo stesso numero la Tech3 e solo uno la Suter, fino a poco tempo fa il rifermento della categoria.
La classe intermedia è quella in cui l’Italia è meno rappresentata, con soli 3 piloti al via. Sette invece gli spagnoli e cinque gli svizzeri, sempre numerosi in Moto2. Da segnalare anche i tre piloti malesi e un tailandese.
A conti fatti, il motomondiale pensa sempre più a internazionalizzarsi e a entrare in nuovi mercati, ma è difficile fare breccia senza avere piloti locali. Per il momento, i numeri degli iscritti dicono che l’Europa è ancora il centro delle due ruote, economia permettendo.