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Moto3, Top e Flop: Marquez, Miller e Fenati

Il fratello di Marc vince ai punti, l'australiano incanta. Provaci ancora, Romano

Con gare giocate sul filo dei millesimi, il confine tra estasi ed agonia sportiva non è mai stato sottile come in Moto3. Dove non vince sempre il più forte ma contano anche costanza, sangue freddo, sale in zucca, ed il proverbiale fattore c… Al termine di una stagione spettacolare, ricca di colpi di scena e con un finale rocambolesco, ci sentiamo di dividere gli onori tra il campione Alex Marquez ed il “cavallo pazzo” Jack Miller, ora in MotoGP con Cecchinello e Gabarrini (ex Stoner).

Occasione mancata invece, soprattutto per le innegabili qualità dimostrate, per Romano Fenati. L’ascolano, a nostro parere, non ha nulla da invidiare alla coppia di cui sopra, ma ha pagato a caro prezzo la discontinuità.

IL TOP – Baby Marquez ha fatto la storia a Valencia, sigillando la prima dinastia della storia delle due ruote e unendosi all’illustre fratello maggiore nella lista degli iridati nel 2014. Il confronto con Marc, però, non sembra azzeccato. Alex è diverso nella corporatura, nello stile, nei modi. La storia dietro al suo titolo non è quella del ragazzo prodigio baciato dagli Dei della velocità, quanto quella dell’allievo diligente che, in silenzio, perfeziona la propria arte. Ha ottenuto “solo” 3 vittorie (la metà rispetto a Miller), alle quali si aggiungono sette podi al fronte di due ritiri.

Il punto di svolta, col senno di poi, è stato ad Aragon. Marquez e Miller si stavano giocando la testa della corsa quando, all’ultima curva nel quarto giro, un contatto (non penalizzato dalla Direzione Gara) ha mandato l’australiano (all’esterno nella manovra) per le terre. Per la prima volta, Marquez si è trovato così in testa al campionato (da -9 a +11), e da allora è sceso dal podio solo a Sepang (quinto). A nulla sono servite le vittorie di Miller in Australia e a Valencia, ma a fine anno i due sono separati da soli due punti.

A fare da ago della bilancia è stata la continuità: le vittorie di Miller sono sei, alle quali si aggiungono quattro podi. Come Marquez, Miller è salito sul podio dieci volte in totale su diciotto appuntamenti, ma ha chiuso senza punti una volta in più, proprio ad Aragon. Il talento del coccodrillo è comunque fuori discussione, tanto che Honda ha voluto assicurarsene i servigi facendogli saltare la Moto2 per approdare direttamente su una RCV1000R. Pur senza fregiarsi del titolo, Miller è riuscito comunque nell’intento di fare la storia…

IL FLOP – Al terzo anno in Moto3 e passato a KTM sotto la tutela di niente meno che Valentino Rossi, Romano Fenati si presentava al via tra i favoriti d’obbligo. Il dodicesimo posto in Qatar, alla luce del dominio nelle libere, era stato etichettato come un semplice imprevisto. Anche perché, nelle gare successive, Fenati chiude secondo in Texas per poi vincere in Argentina e a Jerez.

A Le Mans è costretto al ritiro per un problema tecnico che vanifica una caparbia rimonta (partiva dalla decima posizione), ma si riprende con gli interessi al Mugello, dove compie il suo capolavoro fin qui: all’ultimo giro, Fenati sbaraglia gli avversari alle due Arrabbiate con tanto di sorpasso all’esterno nella seconda curva, per poi gestire al meglio le scie e vincere in volata. Suggestivo anche il siparietto in pit-lane, dove lo stesso Rossi gli fa l’inchino tra le urla del pubblico in delirio. Purtroppo per Fenati, però, l’apice della sua stagione è questo.

Al quinto posto a Barcellona segue il diciottesimo ad Assen, al secondo ad Indianapolis l’undicesimo a Brno. Il tutto condito da atavici problemi in qualifica: nel 2014, l’ascolano è partito fuori dalla Top 10 in sette occasioni. Ad Aragon Fenati torna alla vittoria con una rimonta da cineteca (tredicesimo in griglia) ma il bottino del trittico oltreoceano sono soltanto nove punti ottenuti con un settimo posto a Motegi. In Australia cade dopo un contatto con Vazquez, a Sepang è costretto al ritiro per problemi tecnici. A fine anno, i ritiri sono quattro in tutto, ai quali si aggiungono cinque gare chiuse fuori dai primi dieci.

Un vero peccato, per il potenziale mostrato da quello che è indiscutibilmente tra i piloti di punta delle nuove generazioni. Parlare di flop vero e proprio, comunque, non farebbe giustizia ai miglioramenti comunque mostrati dal giovane italiano. Fenati avrà un’altra occasione nel 2015, dove conterà molto anche l’amalgama della squadra. Quest’anno, nonostante i successi, prima Vittoriano Guareschi e poi Rossano Brazzi sono stati allontanati. Ai loro successori il compito di trovare la continuità necessaria. Le armi per vincere ci sono tutte, ma è vietato sparare a salve.



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