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MotoGP, Lorenzo: Marquez ci ha bastonato tutti

"Ma non è imbattibile. Pensate alla carriera di Spencer. Posso batterlo, e anche Rossi che ha imitato la mia guida"

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Metti una sera a cena, fra Jorge Lorenzo e Jaime Alguersuari. Sì proprio lui: ex pilota ai tempi di Angel Nieto e papà del pilota di F.1. Un grande appassionato a cui i tifosi spagnoli devono la nascita del periodico 'Solo Moto' di cui è editore e da cui questa riduzione di una lunga intervista, apparsa anche sul 'Corriere dello Sport' nella versione da quotidiano, è tratta.

Ringraziamo l'amico Jaime e Jorge che la hanno voluto condividere con noi di GPOne.com.

Per Jorge l'anno che sta per finire è stato, probabilmente, il peggiore della sua carriera. E non per colpa della sfortuna o di 'qualcun altro' che risponde al nome di Marc Marquez, ma per un insieme di errori e problemi di cui Lorenzo si prende la piena responsabilità e che gli fanno dire "Marquez quest'anno non ci ha battutti: ci ha pestato tutti".

"Sì, è andata così. Io durante l'inverno scorso mi sono sottoposto a tre operazioni. Una al pollice della mano destra, una alla clavicola e la terza ai muscoli lombari che mi avevano crerato diversi problemi in gara. Per il recupero sono state necessarie sei settimane, così ho iniziato ad allenarmi seriamente solo un mese prima dell'inizio del mondiale pensando che mi sarebbero bastati quindici giorni per tornare in forma, ed invece alla prima gara, in Qatar, ero ancora cinque chili in sovrappeso. E' stato un errore mio, beninteso. Ho anche cambiato due volte allenatore per cercare di migliorare. Ho sbagliato totalmente pianificazione".

Anche la gara in notturna. Partenza a razzo, caduta, fine dei giochi.

"E' stato un disastro. Dopo le prove mi ero reso conto di essere il peggiore dei quattro piloti Yamaha. Più lento di Pol Espargarò, Bradley Smith e Valentino Rossi. Dopo tre giri ero stanco, finito e per di più non riuscivo ad adattarmi ai nuovi pneumatici Bridgestone, più duri, che mi impedivano di mantenere alta la velocità in curva con un grande angolo di piega. Il mio stile. Come se non bastasse il motore era più nervoso a causa della nuova carburazione necessaria per risparmiare il litro di benzina voluto dal nuovo regolamento...".

Per questo la tattica tutto o niente.

"Esattamente: non avevo altra arma che tentare la fuga. Non ho calcolato però che di notte la temperatura cala rapidamente e che le gomme erano più dure del 2013. Se avessimo corso nelle condizioni dell'anno prima non sarei caduto, ma non avrei vinto lo stesso. Probabilmente sarei salito sul podio dietro a Marquez e Rossi".

E' iniziato così l'anno orribile.

"Non ci ho perso il sonno, comunque. Io non sono uno di quelli che non dorme la notte. Durante il giorno però pensavo ad una cosa sola: come tornare ad essere competitivo".

E la risposta non è arrivata certo nelle prime gare.

"No, perché in America, in Texas la situazione era la stessa. E' una pista molto fisica, così sono arrivato alla partenza nervoso perché sapevo di non potermi esprimere, di non poter correre per vincere e quando, casualmente, mi sono distratto per quel problema alla visiera (gli era entrata una mosca N.d.R.)  improvvisamente ho perso la concentrazione ed ho fatto falsa partenza, con relativo ride trough. Ero ansioso, ed insicuro perché sapevo di non poter vincere ed è in quelle condizioni che accadono cose che altrimenti non succederebbero. Togliendomi il tear-off dalla visiera ho perso la routine e sono entrato in confusione e mi è parso di vedere il rosso. Allora ho mollato la frizione ed è andata così. Ho concluso 10°. Sei punti in tutto in due gare".

Una stagione in salita, che non vale la pena ripercorrere.

"Alla Yamaha è successo ciò che è accaduto alla Red Bull in F.1. Improvvisamente sono cambiate le regole e si è trovata indietro. La riduzione del consumo di carburante e delle gomme ci hanno penalizzato, mentre contemporaneamente la Honda ha fatto passi in avanti. Né io né Valentino abbiamo vinto a sufficienza per pensare di poter vincere il mondiale. E' vero: anche nel 2013 siamo stati battuti dalla Honda, ma non abbiamo vinto per miei errori. Sono caduto due volte, in Olanda ed in Germania, infortunandomi in entrambe. Senza questi incidenti avrei vinto io il mondiale. E' vero: anche Marquez ha sbagliato in Australia entrando con un giro in ritardo ma senza la frattura della clavicola ad Assen avrei vinto io. La differenza fra noi due, nel 2013, è stata la Provvidenza: lui è caduto quindici volte senza farsi nulla, io solo due rompendomi entrambe le volte. Nel 2013 sono stato il piilota più completo, ero in forma e Marquez aveva meno esperienza".

Quest'anno invece è andata diversamente.

"Non c'è bisogno di nascondersi: però non bisogna equivocare: Marquez non MI ha pestato, CI ha pestato, perché era in forma, perché era più veloce, perché era più concentrato".

Verrebbe da dire: anche Dani Pedrosa, però, aveva una Honda...

"Vero. Dani è un gran pilota e senza Marquez in HRC sarebbe in numero uno, ma Marquez è meglio di lui, più completo, mentalmente e fisicamente. Se Marc non esistesse tutti direbbero che Honda e Yamaha si equivalgono, è un pilota eccezionale".

Un fenomeno inarrivabile? Imbattibile? Lorenzo ha una sua filosofia.

"Pensate al Barça dell'era Rijkaard, con Ronaldinho ha vinto la Champions. Sembrava impossibile superare quel periodo, anni dopo però è arrivato Guardiola e ha vinto 5 titoli. Lo stesso può accadere in moto. Ma ciò non vuol dire essere imbattibile. Pensate a Manuel Poggiali: ha vinto prima in 125 e poi in 250. Poi è scomparso. Oppure al grande Freddie Spencer: nel 1983 costrinse Kenny Roberts al ritiro, nel 1985 vinse i titoli della 250 e della 500 contemporaneamente. Poi è sparito. Non voglio dire che accadrà lo stesso con Marquez, ma le cose cambiano e non possiamo prevederle. I due titoli consecutivi vinti da Marquez in MotoGP non garantiscono che possa vincerne altri cinque".

Nonostante abbia detto che la Yamaha deve migliorare Jorge però ha rifirmato.

"A metà stagione eravamo entrambi insoddisfatti, così abbiamo firmato un contratto biennale che però ci salvaguarda entrambi, in caso lo si voglia sciogliere. Sono completamente soddisfatto dell'accordo, anche economicamente. Io non desidero cambiare marca e andare alla Honda, voglio terminare la mia carriera sportiva con la Yamaha, ma non è sicuro che ciò accada. Potrebbero non volermi loro a causa dei risultati. Ovviamente io penso che nel 2015 andrò meglio, ma non posso esserne sicuro ed è per questo che quando mi si chiede quanto gareggerò ancora dico due anni: il termine del mio contratto".

Un termine così vicino non ha nulla a che vedere, però con la supposta paura di Lorenzo alle corse sotto la pioggia, cosa di cui quest'anno si è parlato a lungo.

"In realtà io non ho paura del bagnato e non vado affatto piano con la pioggia. Nelle libere in Malesia avevo dato un secondo a Marc e l'anno prima a Motegi, feci la pole con la pioggia con sette decimi di vantaggio. Ho vinto anche tre o quattro Gran Premi in queste condizioni. Con le gomme da pioggia non ho alcun problema, ma è vero che mi sono fatto male ad Assen nel 2013 e quest'anno non volevo ripetere quella brutta esperienza. Quel che non mi piace sono le condizioni incerte".

C'è chi dice che il segreto di Marquez è l'allenamento nel dirt track. Far scivolare la moto di traverso sulla terra battuta. Recentemente a Barcellona ha battuto il campione americano della specialità Jared Mees. Peraltro anche Rossi si allena così. Per Jorge però non è fondamentale.

"Nicky Hayden ha iniziato la carriera nel dirt track, ma ha vinto un solo titolo. Inoltre è un allenamento rischio: ti puoi fare male, come in effetti è accaduto proprio a Marquez...".

Però sembra che lo stesso Rossi abbia copiato lo stile di guida di Marc.

"Semmai ha copiato il mio. Marquez si sporge tantissimo dalla moto, mette giù completamente il culo, come Toni Elias. Io invece lo tengo saldamente sulla sella, come fa Valentino.. Rossi sta pilotando più come guido io".

Lorenzo è a quota quattro: due in 250 e due in MotoGP. E non ha dubbi su quale sarà il suo obiettivo nel 2015.

"Io non voglio solo battere Marquez o Valentino Rossi. Io voglio battere tutti i miei avversari. Lo ho detto più di una volta, se non vinco non riesco ad essere felice".

Marquez apparentemente sì, ed anche suo fratello, Alex. Ed anche Rossi è sempre sorridente.

"Io non dissimulo. Valentino è sempre sorridente? Io dico che c'è molta ipocrisia sul podio della MotoGP. Ovviamente Rossi non è contento quando non vince ma dà sempre l'impressione di esserlo, ma ditemi, esiste qualcuno felice ventiquattro ore al giorno come sembra esserlo Vale? Io non credo. Certo, salire sul podio è sempre un bel risultato, il 99% dei piloti sogna di salire sul podio senza riuscirci".

Fare secondo o terzo non sembra però un buon risultato con solo quattro moto vincenti in pista.

"La realtà è che non è così. Anche Pol Espargarò con la sua Yamaha potrebbe vincere. Se non ci riesce è perché ci sono quattro piloti più veloci ed esperti di lui. La M1 di Tech 3 è al massimo 2/3 decimi più lenta. Sono convinto che avrei poruto vincere qualche gara con quella moto ed anche avrei lottato per il podio".

Rossi nel 2015 partirà esattamente con lo stesso obiettivo di Jorge: vincere il titolo.

"Avrà 36 anni ma potrebbe anche farcela. Chris Horner ha vinto il Giro di Spagna a 41. Perché no?".

Una risposta secca che lascia intendere che aver perso la seconda posizione ai danni del compagno di squadra abbia lasciato Jorge con l'amaro in bocca.

"Certo che è così. Perche dovrebbe essere diverso?"

Alla fine di ogni stagione, però, c'è sempre un unico vincitore.

"Nel 2015 voglio essere io a vincere il mondiale, ma se non ci riuscirò non sarà un dramma. Non sarà la fine del mondo. Sono quattro volte campione del mondo e darò il mio meglio per esserlo di nuovo campione del mondo, ma se non riuscissi, so per certo che non mi deprimerò o il mondo finirà. Inoltre, anche se ho sempre voglia di essere davanti a Rossi e questo è uno dei miei obiettivi, non  stiamo parlando di un compagno di squadra qualsiasi ... Anche se è molto importante per me, la vita non è solo una corsa in moto".

 

 

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