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Yamaha MT-09 Tracer: la tourer da "sparo"

Nata per macinare chilometri, ma che all'occorrenza può diventare una lama assetata di curve e tornanti

Moto - Test: Yamaha MT-09 Tracer: la tourer da "sparo"

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Quante volte abbiamo sentito o ripetuto la frase "non è tanto importante la meta, quanto come si fa il viaggio". Dai, ammettiamolo, da buoni e cari motociclisti è una massima che spesso utilizziamo non solo per dare maggiore spessore alla nostra passione, quanto anche nella vita di tutti i giorni. Guidare una moto è un connubio di tanti momenti, tutti volti a soddisfare quell'insita voglia di libertà, sogno, allegria che ti nasce dentro, da quando muovi i primi passi con il "cinquantino", e che cresce, matura, fino a diventare quasi l'unico modo per far uscire il tuo vero "io", la tua anima, che arriva a fondersi con quella del mezzo che stai cavalcando e dal quale trai energia, forza, carica positiva.

Una moto come la nuova Yamaha MT-09 Tracer ha in questo una sua grande dote. Una moto di quelle che ti fa capire subito, lei, da che parte sta. E tu in quel momento ti fondi con il suo spirito, con il suo "Lato Oscuro". E capisci subito cosa puoi attenderti, quello che saprà regalarti. E ti rendi conto che poi, alla fin fine, di oscuro c'è solo forse la meta che verrà. Ed è questo il bello, no...!?

FILOSOFIA VINCENTE - MT è più di una sigla. E' un nuovo concetto, un nuovo punto di vista, un nuovo approccio. "The Dark Side Of Japan", un refrain che si sente da più di un anno, da quando è stata introdotta la fortunata serie MT. Una famiglia di moto che quasi sembra voler spingere verso nuovi orizzonti il concetto di divertimento su due ruote, ma senza nulla togliere a qualità, sicurezza, il tutto abbinato ad una politica dei prezzi decisamente interessante.

L'ultima nata è una crossover comoda, confortevole, ma che punta dritta al cuore di quanti sentono talvolta il prurito di volersi semplicemente divertire guidando a spasso tra i tornanti. La Tracer, non a caso, trae linfa vitale da una fun-bike come la naked MT-09. E da lei assorbe elementi come telaio e motore a cui abbina sovrastrutture che ne fanno una moto pronta a conquistare il mondo, ma anche lanciarsi tra gomitoli di asfalto, magari per arrivare lassù, in cima al passo, e gustarsi una calda serata tra amici.

Il design è tagliente, essenziale, che mixa carattere a funzionalità. Ad una ciclistica agile e compatta come quella della MT-09, si abbinano elementi quali serbatoio da 18L (che consente un'autonomia di oltre 300Km), manubrio alto e regolabile in posizione più e meno arretrata, paramani, selleria divisa e maggiorata (regolabile anche essa), oltre ad un ampio plexiglass e due occhi dallo sguardo malizioso, aggressivo, quasi a voler mettere le cose in chiaro. Con lei conta il viaggio comodo, ma senza nulla togliere quando ci si lascia andare.

IN SELLA: NUOVA TDM? NO, E' QUALCOSA DI PIU' - Quello della Tracer è un concetto che svincola da quanti pensano che sia l'erede della gloriosa crossover di Iwata che prese vita nei primi anni '90. Appena sali in sella una netta sensazione di aggressività ti pervade. Giri la chiave e ascolti le note rauche del tre cilindri crossplane da 115 CV che in questa versione ha subito solo aggiustamenti nel software di gestione, con l'obiettivo, centrato, di rendere più dolce l'erogazione; tante caratteristiche che ne fanno un progetto a sè, senza legami con il passato di casa Yamaha. Valorizzando il confort di guida, i tecnici sono riusciti in gran parte a eliminare l'effetto on-off che si percepisce con la sorella naked. Buono il livello di finiture, seppur avremmo preferito un po' più di ordine dietro le due appendici che circondano i fari, magari un paio di piccole cover avrebbero reso maggiore giustizia.

Muoviamo i primi passi e, mentre ancora si attende il via dell' apripista, ne approfittiamo per un po' di handling. La maneggevolezza impressiona, agilità e scioltezza nello stretto sono ad un livello che ha pochi riscontri su moto della stessa categoria.

INIZIA LA DANZA - Il percorso si snoda tra le montagne dell'Andalusia, nel sud della Spagna. Si parte da Antequera e, dopo un breve tratto veloce di autostrada, si arriva tra le splendide strade ed i panorami della Sierra Nevada. Sul veloce tratto iniziale ci accorgiamo che il cupolino, regolato sulla posizione più bassa, fatica a proteggere oltre i 90 km/h per chi, come noi, è alto 1,83. In posizione massima sale di 30mm, e le cose vanno decisamente meglio. Il confort globale è buono, merito anche di un triangolo di seduta efficace e di una sella comoda e ben accordata con il serbatoio. Il busto lo si sente un pelo caricato in avanti, ma anche qui si può intervenire modificando la posizione dei riser. In questo caso però, lasciamo tutto così com'è...ci piace la senzazione di controllo che ne percepiamo.

La faccenda si fa decisamente più interessante quando si sale tra i monti. Si inizia a spingere (nei limiti di un asfalto che spesso non era al massimo della forma) e la moto svela un animo da felino. La bella "botta" del motore si sente ad ogni apertura e varcata quota 6.500 giri, con le barre del display che arrivano in zona 11.000 il sound si fa gasante. Le curve le divori in un niente e riesce a spalancare tranquillamente in uscita, con un TC che sorveglia bene ed il cui intervento è sempre discreto e mai invasivo.

La danza con la Tracer ci prende, si spinge di più, e notiamo che le sospensioni sarebbero da limare. Irrigidiamo di due click in estensione ed un paio di tacche di precarico la forcella e la sentiamo andare meglio. Il mono avremmo preferito invece un pelo più scarico (anche se di base non è che sia rigido) per avere un po' di trazione in più, per via delle condizioni che mostrava l'asfalto in alcuni tratti. In questo caso l'intervento non è immediato per la mancanza di comando remoto e decidiamo quindi di calare la pressione della ruota posteriore.

Dopo le modifiche, si riparte. Curve davanti a noi e asfalto che migliora. Il ritmo cresce e la moto la sentiamo balzare agile da una piega all'altra. Decidiamo di guidarla quasi fosse una sportiva e lei non ci delude. Sound che sale, ingressi veloci e gas spalancato. Un breve tratto di rettilineo, con curva a destra. Si arriva in 4a marcia, si buttano giù due rapporti . Lei si accuccia sotto l'azione del freno motore e delle pinze ad attacco radiale, per poi scattare fuori dal tornante non appena dai gas, con l'urlo del tre cilindri che accompagna il sorriso che spunta da sotto al casco. Ancora qualche Km e passiamo ad una guida più in surplace. Manteniamo sempre la 6a marcia inserita. Il modo migliore per saggiare la grande erogazione che sin dai 2000 giri non mostra il fianco a nessuna critica. Tre i 2000 ed i 6000 si guida quasi come uno scooter digerendo anche il gas aperto sin dai bassi.

DEBRIEFING - E' tempo di rientrare. La moto torna in garage, ed a noi restano le ultime considerazioni da fare. Chi vuole un mezzo adatto ai lunghi viaggi, ma allo stesso tempo desidera qualcosa di frizzante divertente e dal carattere deciso la Tracer è quello che ci vuole. Una moto che senza troppi fronzoli mira dritta a regalare efficacia in ogni condizione. Immediata nel feeling, con il gas che sa rispondere a dovere, la senti sempre tua. Le tre mappe D-Mode (A più aggressiva, B per fondi viscidi, e STD), il TCS, l'ABS (non disinseribile) ed il peso di 210kg con il pieno ne fanno un'alleata in ogni situazione. Dalla sua anche il favorevole rapporto qualità/prezzo. Una moto che, come lascia intendere il suo nome, punta a tracciare una nuova strada tra le sport-tourer

Disponibile da Marzo al prezzo di 9.590 euro f.c. in tre varianti di colore: Matt Grey, Red Lava e Race Blu. Due gli allestimenti dal catologo accessori: Sport e Touring.

SCHEDA TECNICA


Motore

3 cilindri, 4 tempi, Raffreddato a liquido, DOHC, 4 valvole

Cilindrata

847 cm³

Alesaggio x corsa

78,0 mm x 59,1 mm

Rapporto di compressione

11,5 : 1

Potenza massima

84,6 kW (115CV) @ 10.000 giri/min

Coppia massima

87,5 Nm (8,9 kg-m) @ 8.500 giri/min

Lubrificazione

Carter umido

Frizione

in bagno d'olio, Dischi multipli

Alimentazione

Iniezione







Telaio

A diamante

Sospensione anteriore

Forcella telescopica

Escursione anteriore

137 mm

Inclinazione canotto sterzo

24º

Avancorsa

100 mm

Sospensione posteriore

Forcellone oscillante, (leveraggi progressivi)

Escursione posteriore

130 mm

Freno anteriore

Doppio disco idraulico, Ø 298 mm

Freno posteriore

Disco idraulico, Ø 245 mm

Pneumatico anteriore

120/70ZR17M/C (58W) (Tubeless)

Pneumatico posteriore

180/55ZR17M/C (73W) (Tubeless)

Lunghezza

2.160 mm

Larghezza

950 mm

Altezza

1.345 mm max 1,375 mm

Altezza sella

845 mm max 860 mm

Interasse

1.440 mm

Altezza minima da terra

135 mm

Peso in ordine di marcia (compresi serbatoi olio e carburante pieni)

210 kg

Capacità serbatoio carburante

18 L

 

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