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Scrambler: la Ducati scacciapensieri

LA PROVA -  Per le strade di Palm Springs: semplice, immediata, non cerca le prestazioni ma ispira libertà

Moto - Test: Scrambler: la Ducati scacciapensieri

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Il sole che fa capolino tra le montagne della California, il freddo tra le mani, il riflesso sulla propria visiera.

There's colors on the street. Red, White and blue cantava Neil Young dentro la tua testa mentre affronti la Silent Valley, curva dopo curva. Questo è lo spirito libero su due ruote.

Dove eravamo rimasti? Sono le 09.00 del mattino e a Palm Springs, nel mezzo del deserto californiano vicino Los Angeles sta piovendo, e tanto. Decidiamo di partire lo stesso: i media locali parlano di sole di li a poco.

Dopo tanto parlarne, dopo tutta la presentazione della Land of Joy, che ne ha decretato quasi uno status, ora arriva però la resa dei conti. Perchè ok la personalizzazione evidente, la possibilità di realizzare ogni esemplare quasi in maniera intima, l'abbigliamento apposito e quant'altro, ma alla fine stiamo parlando di un mezzo che ci viene descritto come una "premium entry level" e che dobbiamo mettere alla prova.

E allora saliamo su questa Scrambler: la triangolazione è giusta, si sta comodi e lo stesso vale per la sella che non risulta scavata, ma i cui dettagli non dovrebbero farmi scivolare in accelerazione. E' indubbio come questa sia una moto moderna, però certe sensazioni, con quel manubrio largo, la sella piatta ma larga, e l'altezza da terra, la rendono veramente una moto Seventies in cui giri la chiave, parti e vai senza pensieri. Ed a conti fatti, è questo l'obiettivo di questa moto. Se cercate prestazioni da riferimento, accelerazioni da cardiopalma e staccate da brivido, beh, avete sbagliato strada.

Cosi, mi allaccio il casco, ingrano la prima e parto per la Route 10. La guida è rilassata e, in questo primo lento trasferimento, mi accorgo delle sospensioni molto morbide in compressione, cosi come il mono singolo. E intendiamoci, non potrebbe essere tanto diversa la storia, visto che questa è una moto che qualche tratto di sterrato se lo può fare tranquillamente per sua natura.

Ogni tanto Giove Pluvio si nasconde e mi permette di apprezzare le doti di questa piccola Scrambler.

Devo ammettere che ero partito un pò prevenuto. Pensavo di ritrovarmi una motina da passeggio fin troppo scanzonata, ed invece, una volta presa la Silent Valley, è iniziato il divertimento.

Il motore è una vecchia conoscenza, ma l'upgrade ricevuto con la fasatura ad 11 gradi lo ha reso veramente più malleabile e pulito nell'erogazione. C'è ancora un piccolo on-off ai primissimi giri quando si punta leggermente il gas invero, ma una volta spalancato sale brioso e fluido. Nessuno strappo, non immaginatevi botte di potenza eccessive, ma un'erogazione che permette un controllo molto buono del mezzo per ogni situazione. Vibrazioni? Praticamente nulle!

Vedo davanti a me una serie di curve che salgono fino a circa 900 metri di altitudine. Il sole riflette sulla visiera, con l'asfalto che ancora brilla per la pioggia. Gas in mano, grazie anche agli pneumatici Pirelli che offrono un grip molto elevato e quasi inaspettato visto il disegno del battistrada, e cominciamo a pennellare le curve. Ecco, in quel momento ho capito la libertà della Scrambler: non importa se sto tirando spalancando con il gas a manetta o se sto tranquillamente passeggiando, questa moto ti offre quel senso di libertà, assecondandoti come un'amica fidata.

Entro in curva e lei è estremamente precisa, repentina a scendere in piega e ad andare dove io voglio, senza sussulti, inerzia, o pesantezza. Sospensioni morbide? Si ma in fase di scorrimento la moto è veramente ben piantata, salda, chiara, grazie anche ad un telaio in tubi che fa il suo e ad un baricentro decisamente basso della moto.

Davanti a me, in discesa, arriva un vero e proprio toboga: rallento deciso, anche se la leva del freno ha un primissimo momento di attacco non repentino. Difetto? Io direi più scelta voluta, anche perchè il disco da 330 anteriore fa il suo, ed una pompa più diretta da supersportiva sarebbe stata eccessiva, anche perchè la corsa della Kayaba da 41mm non è brevissima, e questo avrebbe comportato un trasferimento di carico eccessivo, scomponendo una moto che, per sua natura, non vuole proprio mettermi in difficoltà.

Senza troppi pensieri spalanco buttando sempre un occhio sul contachilometri. Ecco, forse avrei preferito un tachimetro più chiaro, e con una visibilità migliore. Bella la scelta di tenerlo digitale inglobato nel suo oblò vecchio stile, ma forse, un contagiri più visibile sarebbe stato più azzeccato.

La coppia - 68 Nm a circa 5000 giri - in uscita la avverto tutta, ed è quella che serve per questa moto, ne più ne meno.

Tengo la moto in tiro sempre sopra i 4000 giri e continuo a pennellare le curve. La Scrambler mi asseconda, mi permette anche di mirare il paesaggio e lasciare la mente libera, non mi mette mai in difficoltà e forse è questo il suo segreto. Non a caso, questa non è una Ducati tipica, nel senso più stretto del termine. No, la piccola Scrambler si distacca da quel mondo di prestazioni assolute e adrenaliniche.

Finalmente poi, troviamo un tratto sterrato. Niente di impegnativo per carità, ma comunque probante per vedere come se la cava sulla terra questa moto. Anche qui, la sua bellezza è la facilità di utilizzo: spalanco in piedi sulle pedane a contrastare e indirizzare i movimenti in maniera fluida e naturale. In questo caso la Scrambler diviene un vero e proprio giocattolo tra le proprie gambe.

La cambiata mi aveva inizialmente lasciato perplesso. Sarà stato che questi esemplari americani avevano poco meno di 200 miglia sulle spalle, ma ogni tanto gli innesti risultavano leggermente duri. Dopo un pò di chilometri però, il cambio si è decisamente slegato: inoltre, cambiando a regimi più elevati, sia a salire che a scalare, l'innesto diventava praticamente di burro, tanto che si potevano snocciolare tranquillamente le marce senza usare la frizione.

Avrei preferito una maggior regolazione dell'ABS, comunque mai troppo invasivo. Sulla Scrambler infatti, questi può essere acceso o spento, inserito o disinserito, ma non regolabile solo sull'anteriore o solo sul posteriore. Una scelta dettata dalla volontà di Ducati di offrire una moto semplice, immediata, senza troppo innesto di tecnologia. E non a caso, anche l'acceleratore è a filo

Keep on Rockin in the free world cantava Neil Young.

Ecco, la Scrambler è questo: ci sali, metti in moto, ti lasci alle spalle tutti i pensieri ed i problemi del mondo, e vivi quel senso di pura e semplice libertà, assaporando le curve, il panorama, il suono vigoroso del bicilindrico, creando le proprie strade anche dove strade non ve ne sono.

Può piacere o meno esteticamente, così come può esserci qualcuno che potrà storcere il naso per alcune soluzioni tecnicamente semplici, ma comunque efficaci. Inoltre, è indubbio che, all'aumentare della velocità vi arriverà tanta aria addosso considerando la protezione nulla.

Sappiate una cosa: se siete alla ricerca di una moto che vi dia un certo tipo di vibrazioni, di adrenalina pura, di brividi, beh, forse questa non è la moto per voi.

Se però cercate un mezzo equilibrato, semplice, divertente e immediato, se siete persone che vivono la moto con quel senso di libertà interiore a prescindere da velocità, angoli di piega, cavalli e quant'altro, beh, mettetevi le cuffie, ascoltate qualche pezzo dei Byrds, di Neil Young, dei Beach Boys, ma anche dei Guns 'n' Roses o degli Incubus, assaporate qualche riff di chitarra, prendete il casco e assaporate la libertà delle due ruote.

Abbiamo cavalcato lo Scrambler per le strade di Palm Springs con i seguenti capi Dainese:

Casco AGV AX8 Evo Naked

L’AX-8 Evo Naked è un casco stradale dall'aspetto aggressivo adatto a una vasta gamma di motocilette che comprende le moderne Streetfighter, le Supermoto ma anche le Naked entry level. Si rivolge ad una nuova generazione di road riders dalla forte personalità, alla costante ricerca di un look distintivo e di emozioni forti. Linee tese e moderne, peso contenuto, grande aerazione sono caratteristiche che lo rendono adatto anche ai motociclisti più evoluti. La calotta in fibra tricomposita vetro-aramidica-carbonio garantisce sicurezza e leggerezza (1500 g nella taglia M, versione ECE 2205). La finestra visiera di grandi dimensioni offre una visuale ampia anche nelle condizioni più difficili. La visiera è antigraffio e antifog. Il CX da primato (0,55) ne fa un casco ideale per moto poco protettive aerodinamicamente. La calotta esterna è in 3 taglie con stratificazione SSL (Fibra di vetro, aramidica, Carbonio). L’interno offre la ventilazione IVS (Integrated Ventilation System) con ampie canalizzazioni ricavate direttamente nella calotta per un flusso d’aria più efficace all’interno del casco e migliori prestazioni aerodinamiche, e sulla calotta ci sono 3 prese d’aria anteriori e 2 estrattori posteriori. In più una presa aria sulla mentoniera con posizione aperto/chiuso facilmente removibile e sostituibile senza attrezzi e intercambiabile con quella dell’AX-8 EVO. La visiera è in policarbonato antigraffio ed antifog, e il meccanismo ha la possibilità di personalizzazione apertura. Interni completamente removibili e lavabili, cinturino con regolazione a doppia D. 8 taglie (fino alla XXXL).

ARCHIVIO PELLE

Il borbottio dei cilindri al minimo, le luci che si riflettono sul serbatoio lucido e sulla cromatura degli scarichi, l’odore dell’olio bruciato. Il fascino del mondo degli anni ’60 e’70 è celebrato in questo giubbotto dalla grande personalità e dai dettagli curati, che prende il nome dall’archivio Dainese, dal quale trae ispirazione.
Archivio Pelle è confezionato in pelle bovina tinta in capo per donargli un look vissuto e vintage, che maschera soluzioni tecniche moderne come le protezioni morbide Pro-Shape e la predisposizione per il paraschiena. I richiami alle leggende del motociclismo che lo caratterizzano, rendono questo giubbotto un must buy per tutti gli amanti della storia del motociclismo.

P. D1 DENIM

Pantaloni in tessuto denim, rinforzi interni con maglina in fibra di marca. Kevlar® ; Pro-Shape: protettori morbidi certificati secondo la norma EN 1621.1/97


 

BLACKJACK

Guanto dal design elegante e classico, con un look rètro, fresco e alla moda. Blackjack è disponibile anche in versione Lady, ed è adatto in particolar

e per calde e piacevoli giornate in moto nei mesi primaverili ed estivi. Inserti elastici e possibilità di regolazione del polso garantiscono infine un fit ottimale e comodo

LONG RANGE C2 D-WP

Viaggiare, attraversando valli e monti, città e campagne, fino al mare ed oltre. La moto come mezzo per scoprire il mondo e lasciarsi la quotidianità alle spalle. Long Range è studiato per i moto-turisti attenti a sostanza e qualità.
Dotato di inserti in nylon sui malleoli e inserto in TPU sulla tibia, questo stivale impermeabile in pelle bovina presenta una chiusura laterale con zip e velcro dalla facile apertura. L’ergonomia della tomaia e l’utilizzo di inserti in tessuto elastico facilitano il movimento del piede durante la guida e una volta scesi di sella, per consentire un comfort adeguato anche dopo molte ore di utilizzo.

 

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