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Moto2, Pasini: voglio più passione e meno business

Mattia si confessa, "punto il dito solo contro me stesso. Ho fatto degli errori ma posso riscattarmi"


Cosa farò il prossimo anno? Ho un contratto per fare il bagnino a Riccione”, Mattia Pasini scherza nelle difficoltà, segno che il momento di gettare la spugna per lui non è ancora arrivato. Dopo 11 anni nel Mondiale, 10 vittorie e 26 podi, il romagnolo non ha ancora trovato una sistemazione per la prossima stagione. Per il momento la Moto2 dovrà fare a meno di lui, “ma mi sento sereno, a differenza di altri anni” afferma.

Mattia, cosa è successo?

La verità è che sto cercando di trovare una sistemazione all’altezza. Gli ultimi tre anni sono stati difficili per diversi motivi e forse ne ho risentito anch’io. Non ho raggiunto gli obiettivi che mi era prefissato, a volte per sfortuna, altre per poca fiducia, per un motivo o per l’altro non mi sono piaciuto”.

Come stai reagendo?

Ho fatto un un’analisi onesta, per il prossimo anno vorrei trovare un posto dove si pensa più alle corse e meno a ‘fare cinema’. Da parte mia, mi piacerebbe rimettermi in discussione”.

Cosa hai imparato?

“I momenti difficili non mi hanno indebolito ma rafforzato, stagioni come le ultime hanno anche dei lati positivi. Mi sarebbe piaciuto continuare con la stessa moto anche nel 2015, non l’ho mai fatto, e in Moto2 è una cosa che fa la differenza. Un esempio è Kallio, quest’anno si è giocato il titolo ma anni fa ha faticato. La Moto2 è una classe particolare, ci vuole costanza, bisogna passare tanto tempo in sella e anche essere disposti a farsi un bagno di umiltà, a volte”.

Non è la regola.

Lo è solo per i top team, tutti vogliono arrivare in questa categoria e vincere subito, ma non è così. Di solito ci sono 20 piloti in un secondo, non si può lasciare nulla al caso. Per questo vorrei trovare una squadra con un progetto serio alle spalle, non una che ti chiama solo perché deve chiudere il budget. Siamo arrivati al punto che, a volte, l’unico che non prende soldi in un team è il pilota”.

Mattia PasiniLa situazione è peggiorata negli ultimi anni.

Non voglio criticare l’organizzatore, trovo che la Moto2 sia un bellissimo campionato, ma bisognerebbe ridefinire le priorità. Ora al pilota si chiede di fare il manager, il PR e anche l’imprenditore, perché deve trovare finanziamenti. Penso si dovrebbe andare avanti per i meriti e non per i soldi”.

Negli ultimi dieci anni le cose sono cambiate molto?

“Le nuove squadre hanno un approccio diverso, sono rimaste poche quelle che corrono per passione, perché amano le gare. Oramai sembrano delle aziende come tante. Anche la crisi economica ha influito, le sponsorizzazioni sono calate e il nostro mondo ne ha risentito. Per un pilota trovare sponsor è sempre più difficile”.

Ormai è pratica comune chiedere soldi per correre.

Si gioca molto sulla nostra passione, noi amiamo questo sport e c’è chi se ne approfitta, sembra quasi che ti venga fatto un piacere. Ho capito che a volte il gioco non vale la candela. In questi anni mi sono fatto molte domande. A volte la gente tende a dimenticare tante cose, ma non dovrebbe essere così, il nostro mestiere non ha solo aspetti belli”.

Hai mai pensato alla Superbike?

No perché, anche se quel campionato mi piace, il mio obiettivo è quello di vincere nel motomondiale e credo sia possibile. Offerte in Moto2 ce ne sarebbero, ma a condizione di avere un budget o aziende che ti aiutino. Voglio rimanere in questa classe per rifarmi, sono onesto, so quali sono stati i miei errori, conosco i motivi per cui certi risultati non sono arrivati, per questo posso riscattarmi”.

Mattia PasiniFacciamo un analisi degli ultimi anni.

Le prime difficoltà nel 2009, quando correvo nel team Toth con l’Aprilia 250: non c’erano soldi, a volte non ho provato il venerdì ma comunque sono arrivati dei podi e una vittoria. L’anno dopo sono passato il Moto2 con JiR, mi sono subito infortunato e poi lasciato a piedi, praticamente non ho corso. Nel 2011 ero con Ioda e non ho mai trovato la giusta intesa con moto e squadra. Nel 2012 ho corso in MotoGP con Speed Master e non eravamo in condizione di batterci con gli altri”.

Le ultime due stagioni le hai corse con il team Forward.

Il 2103 è stata una stagione in crescita, mi trovavo benissimo con i miei tecnici, la Speed Up non era una moto facile ma a fine anno eravamo riusciti a metterla a posto. Purtroppo, in questa stagione, è stato deciso di cambiare moto e mi sono stati tolti i ragazzi della mia squadra. Siamo partiti con moto vecchie, non avevamo molti ricambi e non abbiamo mai fatto test. Magari ho perso un po’ di tranquillità, ero veloce ma non ho concluso niente”.

Di chi è la colpa?

Io punto il dito solo contro me stesso, perché dei miei errori sono sicuro. Vorrei solo che non ci si fermasse alla copertina, ma si leggesse tutto il libro. Per capire la mia situazione bisogna analizzarla, tenere conto di tutti gli elementi”.

Adesso pensiamo al futuro.

Se qualcuno deciderà di credere in me, io sono pronto. Ho fatto abbastanza errori e ho l’esperienza per riuscire a imparare da loro. Non ho perso né un giorno di palestra né un allenamento in moto dalla fine stagione, anche se non dovessi trovare una sistemazione mi farò trovare pronto per ogni occasione”.

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