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MotoGP, Hayden: la velocità non mi basta mai

Parla l'ultimo degli americani in MotoGP: "la nuova Honda Open è più potente e il polso sta meglio"

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Nicky Hayden è l’ultimo degli americani… in MotoGP. Oltre a essere l’ultimo campione a stelle e strisce della classe regina, è anche l’unico statunitense che vi gareggerà nel 2015. Per il ragazzo del Kentucky la stagione appena trascorsa non è stata semplice, tra infortuni e una Honda Open non troppo competitiva. I problemi al polso sono quasi risolti e la RC213V-RS è un passo avanti rispetto al modello con cui ha corso nel 2014.

Nicky, quali sono le differenze tra la Honda Open 2014 e 2015?

Principalmente la potenza, l’anno scorso non ho avuto problemi col telaio ma in accelerazione e soprattutto un velocità massima. La nuova moto sembra essere decisamente meglio e possiamo migliorare ancora”.

Come sta il tuo polso?

Sta andando bene, nell’ultima parte della stagione ho potuto correre anche se non avevo ancora il massimo della forza, lo sapevo dopo avere fatto tre operazione in estate. Ho fatto recentemente un controllo e tutto sembra più o meno a posto. Ora devo fare riabilitazione per recuperare mobilità e forza”.

Sei rimasto l’unico americano in MotoGP.

Non mi piace per nulla, vorrei che fossimo di più perché credo che possiamo competere con gli italiani e gli spagnoli. D’altra parte, sento un po’ di orgoglio e mi prendo la responsabilità di essere l’unico”.

Ti alleni molto sulla moto da dirt track, in che modo è utile per la MotoGP?

La motivazione principale è che per regolamento non puoi guidare una MotoGP tutti i giorni. Si va in bici e in palestra, va bene, ma c’è un certo tipo di allenamento che puoi fare solo in sella. Anche se è diverso, ci sono molti punti di contatto tra guidare una moto da dirt track e una da GP, come l’uso dei muscoli o la concentrazione. In più ci sono il controllo del gas e il sentire il limite e alla fine è una disciplina relativamente sicura. Penso stia tutto nella ricerca del limite e nel cercare di spingerti oltre”.

Cosa si prova ad andare oltre ai 300 km/h?

Non lo so, per ognuno è diverso, io non me ne rendo conto. Quest’anno al Mugello non potevo correre perché ero infortunato e sono andato a bordo pista alla fine del rettilineo dove c’è un piccolo scollinamento e le velocità sono veramente alte. Sembravano ancora più veloci ma non così tanto per me. A volte, ti accorgi della velocità ma altre vuoi essere ancora più veloce.

Nicky HaydenCosa pensi un minuto prima della partenza di una gara?

“Fortunatamente non c’è molto che mi passi per la mente, mi preoccupo solo dello start e del primo giro, in particolare. Ci sono così tante variabili a cui devi essere preparato. Penso soprattutto al semaforo, alla routine di partenza, dopo il warmup lap, quando arrivi sullo schieramento, l’abitudine prende il sopravvento, non pensi molto”.

Hai qualche rito scaramantico?

La maggior parte li ho abbandonati dopo quest’anno perché non funzionavano molto. Ne ho comunque altri, ma certo non quanti mio padre ne ha per noi. Ho una routine che seguo nel giorno di gara, quando mangio, quando mi vesto, quando entro ai box, cose così. Se faccio una bella gara, posso segnare quella tuta o quei guanti o volere indossarli la prossima gara. Ma non si vincono le gare con la fortuna”.

Qual è l’obiettivo che non hai ancora raggiunto nella tua carriera?

Voglio vincere ancora, poi vedere quanta benzina ho ancora nel serbatoio nel caso volessi provare qualcosa di diverso. Ma per il momento sono concentrato nei GP”.

Quali sono i programmi per l’inverno?

Niente di speciale, passo molto tempo fra areoplani e alberghi e avrò l’opportunità di stare a casa. Cercherò di riposarmi, di staccare il cervello ma il mio obiettivo principale è quello di tornare in piena forma”.

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